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legge 194

Antiabortista, sono infermiere non sopprimo i bambini

di Mimma Sternativo

Botta e risposta tra un infermiere antiabortista e la nostra nursereporter Mimma Sternativo.

L'infermiere antiabortista: L'aborto è un delitto

legge 194

Aiutatemi cari amici che qui c'è da difendere la vita rispondendo a tono Giorgio Celsi, l'infermiere antiabortista si appella al popolo di facebook in cerca di seguaci. Giorgio Celsi è un infermiere, tempo fa aveva espresso la sua opinione ospite al programma La Zanzara su Radio24, e aveva parlato apertamente della Legge 194 come una legge da cancellare.

Io sono un infermiere e ovviamente sono antiabortista, il mio lavoro non è sopprimere i bambini con l'aborto - aveva detto Celsi -, tutti gli infermieri dovrebbero essere come me, il giuramento di Ippocrate non se lo sono inventato. L'aborto è un delitto chi lo fa non fa il suo dovere di infermiere. La donna deve concepire, si dovrebbe tornare come prima quando era permesso solo in caso di pericolo per la vita della donna. E in caso di stupro? Secondo Celsi può dare in adozione il bambino se non lo vuole, altrimenti commetterebbe un delitto.

Celsi aveva manifestato davanti all'ospedale di Bologna proprio contro l'aborto.

La risposta della nostra nursereporter

Caro Celsi,

ti scrivo da infermiera, una di quelle di nuova generazione che ama questa professione, ma senza avere il senso di vocazione o della missione.

Ti parlo da infermiere a infermiere, ti parlo da donna. Il tuo pensiero lo rispetto se espresso da libero cittadino, ma non se fatto "vestito da infermiere", perché in questo caso le parole non appartengono solo a te, ma a tutta la professione.

E io mi vergogno di essere infermiera, se le tue parole devono essere le mie parole.

Tu sei l'infermiere e devi occuparti di quella donna. Hai citato il giuramento di Ippocrate, ma hai dimenticato il codice deontologico degli infermieri e ahimè questa la dice lunga sul tuo essere infermiere.

Caro collega, ora ti appelli ai tuoi "amici" per rispondere a tono, io non sono tua amica e penso che il tuo essere uomo contro l'aborto sia uno dei tanti atti di violenza nei confronti della donna.

Non sei tu che concepisci, non sei tu che vieni stuprato, non sei tu che vieni lasciato solo, non sei tu che hai un compagno troppo violento per decidere di mettere al mondo quel figlio, non sei tu che soffri della famosa sindrome post aborto che spesso dici di aver curato.

Caro collega, dici che l'aborto è un delitto e io ti rispondo che il delitto è che ci siano ancora infermieri come te che sporcano la nostra immagine di professionisti di cui la donna e qualunque paziente dovrebbe potersi fidare, senza sentirsi giudicati.

Hai il diritto di essere un obiettore, hai il tuo credo e lo rispetto, ma non puoi manifestare "vestito da infermiere", perché secondo i cittadini sarebbe in nome di questa professione e noi non condividiamo il tuo pensiero, noi scegliamo di essere illegali ai tuoi occhi, ma non agli occhi delle donne e di tutti i nostri pazienti.

Noi infermieri siamo al fianco dei nostri cittadini e siamo lì per assisterli e non per giudicarli.

Cari cittadini, care donne, da infermiera chiedo scusa per questo infermiere

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Commenti (3)

DARPER

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legge 194 capitolo secondo

#3

... perché magari non ci aggiorniamo come dovremmo, non operiamo sempre come dovremmo saper fare e non pensiamo sempre come sarebbe opportuno facessimo.
Rispetto chi non la pensa come me, ma da loro pretendo lo stesso rispetto, si può essere contro l'aborto, certo, ma in quel caso non trovo ammissibile il trucchetto dell'obiezione di coscienza, perché decidendo di non prendere parte ad un'interruzione di gravidanza per forza di cose si nuoce ad una donna, che non credo sia arrivata ad una decisione così grave, pesante e con tutte le ripercussioni fisiche e psicologiche che ne derivano, vivendola come sistema anticoncezionale.
Chi fa derivare le sue scelte da una "vocazione" può farlo ma deve scegliere di operare in contesti che glielo permettano serenamente, lavorare in reparto di ortopedia o chirurgia generale credo che permetta a chiunque di sentirsi sgravato da pesanti implicazioni morali, mentre occupare un posto in un'unità operativa che crei quotidianamente conflitti interiori di tale portata è masochistico, nel migliore dei casi, filo terroristico nel peggiore.
Libera scelta per tutti, anche di restare o andare.

DARPER

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Legge 194

#2

Sono un infermiere vegetariano.
Non vivo la cosa come una religione, ma credo fermamente che gli allevamenti intensivi dai quali proviene la stragrande maggioranza della carne che troviamo sulle nostre tavole, siano uno sconcio.
Lo sono da un punto di vista sanitario, per come vivono quegli animali.
Da un punto di vista alimentare, perché la carne prodotta è fondamentalmente insalubre, piena zeppa di farmaci vari.
Lo sono anche da un punto di vista umano, provocare tanta sofferenza per poter mangiare carne due volte al giorno è inaccettabile.
Le ripercussioni sulla salute poi, di un così alto consumo di carne, sono ampiamente documentate e ormai sono letteratura, ne conseguono dei costi sociali che gravano sull'intera collettività.
Se poi vogliamo parlare poi dei costi ambientali, in termini di risorse consumate, allevare animali da carne è assolutamente controproducente.
Potrei continuare, ma tutto questo serve solo per dire che la mia è una convinzione fondata.
Quindi essendo tale, in linea teorica potrei arrivare a rifiutarmi di assistere un carnivoro impenitente che necessita di cure per una qualsiasi patologia plausibilmente correlata ad un elevato consumo di carne, perché il suo stile di vita è dannoso per la collettività.
Il discorso ha una sua logica, una sua coerenza e beneficia del supporto di un numero crescente di persone che la pensano come me, quindi un giorno, chissà, potrebbe anche arrivare ad essere un vero e proprio Credo, quindi non più suscettibile alle critiche di un'idea personale. Un dogma.
Care colleghe e cari colleghi, la realtà è che noi siamo dei Professionisti e lo siamo diventati nonostante tutti i nostri sforzi e le nostre opposizioni ad esserlo, difendendo l'idea di una vocazione, una chiamata alle armi spirituale che ci investe di una missione, un'idea distorta dietro la quale nascondere le nostre inadeguatezze umane e professionali... (segue)

tizisnapisano

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Legge 194

#1

Gentile Sternativo

Ho letto e riletto il tuo articolo, non è mia abitudine commentare quello che scrivono o pensano gli altri perché ognuno è libero di esprimere la propria opinione ma....stavolta è la mia coscienza che me lo impone. Mi ha colpito principalmente il fatto che sei un'infermiera di "nuova generazione senza avere il senso della vocazione e della missione"e voglio chiederti che cosa significa? Forse percepire lo stipendio a fine mese? Per me essere infermiere è prima vocazione e poi professione, è immedesimarsi nel paziente ,rasserenarlo ,amarlo,prendermi cura di lui in tutti i sensi. Hai scritto riferendoti a Celsi che non condividi il suo pensiero se fatto "vestito da infermiere" e io ti rispondo :"io non sono vestita da infermiera" IO SONO INFERMIERA" é ben diverso! Dovresti anche rivedere cosa dice in un punto il giuramento di Ippocrate:"Giuro di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona" forse ti era sfuggito! Io sono contro l'aborto! Non mi vergogno sai?Per ogni feto abortito dovresti pensare: "io ero quello che egli era e che ora non è piu'..." In nessun caso prenderei parte in modo attivo ad un' interruzione volontaria di gravidanza , sicuramente presterei assistenza alla madre perché questo è il mio lavoro e tutti i pazienti sono uguali ai miei occhi! Fiera di essere contro l'aborto ! W la Vita!
Tiziana Pisano