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Anime Gemelle - seconda parte

di Angelo

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È una settimana che non riesco a contattare Luca, sembra diventato realmente un fantasma.

Ieri sera sono uscita con Fabio, ci ho fatto l’amore, è stato stupendo. Fabio mi riempie, forse mi sono veramente innamorata di lui. Chi se l’aspettava, chi si immaginava che potessi ritornare a sentirmi ragazzina. Che bella sensazione. Mi piaceva da tanti, troppi anni, ora è qui con me, è qui al mio fianco, è qui a condividere la mia esistenza terrena. L’ho voluto, l’ho cercato, lo amo.

Stanotte Bartolino è stato male, la SLA non gli permette più di respirare bene. È stato in bradipnea per tante ore fino a quando il medico ha deciso di farsi vivo e di svegliarsi dal letargo in cui era sprofondato.

“Ma si rende conto che qui stiamo trattando delle persone, con una dignità umana e una storia alle spalle, e non delle macchine?” – ho sbottato contro il dott. De Stefano. “Forse non sa che questa è una patologia davvero stronza e che il paziente può andare in crisi in qualsiasi momento e lasciarci?”.

“Lo so, lo so, proprio perché conosco la patologia e so che Bartolino non vuole alcun accanimento terapeutico non sono intervenuto nell’immediato; voglio rispettare la volontà dell’avvocato, voglio che sia lui a decidere quando staccare la spina della vita; ti pare che sia vita questa? Essere schiavi del proprio corpo, soffrire dentro e non poter comunicare le proprie emozioni?” – mi ha massacrato il medico, mi sono sentita piccolissima, fragile, inerme di fronte a tanto dolore. E ho pensato ad Andrea, alla figlia di Luca, a comare Elisabetta e alla figlia di Zio Tanuccio, pure loro affette da patologie stronze e altamente invalidanti. Io penso al mio amore, mentre qui c’è gente che soffre e che tutti i giorni prega Dio perché l’agonia finisca. Ha ragione il medico, che fretta c’è, meglio l’estremo viatico per loro, che sa tanto di liberazione dalla follia accanitoria.

E penso a Luca, il suo silenzio è assordante.

Bartolino ce l’ha fatta a superare la notte, ma i suoi occhi chiedono di parlare, non so che fare, non so come comunicare con lui.

Fabio ieri sera mi ha regalato degli orecchini, non so come ha fatto a capire i miei gusti, ma mi son piaciuti tantissimo. L’ho baciato, l’ho ringraziato, l’ho stretto a me, l’ho riempito di coccole e mi son concessa, complice anche il mezzo litro di Leffe Rossa.

Fabio mi ha chiesto di andare a vivere assieme, di trasferirmi nella sua città, di chiedere una mobilità o comunque di fare concorsi nei pressi di Parma. Gli ho detto di sì, gli ho detto che proverò a farlo. Gli ho detto che prima però c’è la missione in Argentina. Partirò tra qualche giorno e sarò a disposizione per due mesi delle Suore Canossiane. Andrò a prendermi cura dei pazienti affetti da SLA e Sclerosi Multipla in un paese molto povero, più povero della nostra scassata Italia. Andrò a offrire il mio sorriso e il mio cuore a chi è più sfortunato di me. Ho combattuto per andare in quella missione, ho lottato per dimostrare che ero idonea alla causa. È il sogno della mia vita, è l’incarico da cui potrei decidere di non far più ritorno.

Luca dove sei? Ho guardato ieri sera fuori dalla finestra, la tua stella si è spenta all’improvviso o non sono più in grado di riconoscerla, è come un lutto, non pensavo di sentirmi così vuota e sola, mi manca l’amico, mi manca chi mi svegliava dai sogni brutti, mi manca chi mi stava vicino sempre e comunque, senza mai intromettersi, senza mai chiedere nulla in cambio. Nonostante Fabio, nonostante l’amore. 

L’Amore o l’amore?

Bartolino ha mosso nuovamente un dito. Voglio approfondire la cosa, voglio capire se non sto sognando. Ho sentito parlare di computer adattati a chi è affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica. Vado a vedere su internet. Da qualche parte troverò qualcosa.

E intanto Fabio mi scrive: “sei stata fantastica ieri sera, sono sempre più innamorato di te e spero non ci sia nessun altro nella tua vita; sai ieri sera mi hai chiamato con un altro nome, non ci ho dato peso, ma oggi ci ho pensato; questa persona deve essere speciale per te; ti va di cenare assieme a casa mia stasera?”.

Gli ho risposto di sì, gli ho risposto di non essere innamorata di nessun altro se non di lui. Non so se ho detto una bugia, sento però che qualcosa non va. Questo maledetto peso allo stomaco non va via, non mi lascia, mi tormenta.

Cosa sono i fantasmi? Sono esseri che ci sono, ci son stati, ci saranno, ma non si vedono, non si sentono, vivono nella parte più intima del nostro cuore. Sono creature pronte a sostenerti in qualsiasi momento, che ci sono e basta, che ti aiutano a capire le cose, ad andare avanti. Sono sempre dietro all’uscio della tua porta intestina e attendono la tua chiamata, sono pronti ad esserci sempre e comunque nell’attimo del bisogno.

Luca non risponde ancora. Sarà con la sua donna, sarà con sua figlia Elde. Luca è un fantasma. La stella di Luca non è più fuori dalla finestra.

La moglie di Bartolino è un medico, una rompicoglioni della miseria, non so se lo ama, non so se lo ha mai amato, so però che non lo lascia solo nemmeno per un minuto. È sempre al suo fianco, è sempre a parlargli dei suoi sogni, a leggergli i suoi libri preferiti, da Pirandello a Verga, passando per Camilleri e finendo a Montale. Bartolino la Ama, si vede dai suoi occhi, che dicono qualcosa, che vogliono dire cento, mille, un miliardo di cose. Mi procurerò quel computer, costasse anche un milione di euro!

Stamattina mi sono alzata confusa, amo Fabio ne sono convinta, ma ho il magone e ho pianto davanti allo specchio della mia anima. Passerà, passerà anche questa volta, passerà per l’ennesima volta.

Un giorno Luca mi ha detto: “voglio un figlio da te, ti ho scelta come la madre migliore per i miei bambini; pensaci, rendiamo felici i futuri nascituri; basta con le chiacchiere, so che non staremo mai assieme semplicemente perché abbiam paura a dire che ci Amiamo, abbiam paura ad ammettere e a urlare al mondo che siamo lo Yin e lo Yang, perfette Anime Gemelle; ci caghiamo addosso e ci respingiamo, viviamo altri amori, poi torniamo, poi facciamo l’Amore e poi ci odiamo, e poi ci ri-Amiamo; non stiamo andando da nessuna parte, stiam solo allungando l’agonia e forse ci ritroveremo tra cent’anni a rimpiangere gli errori di oggi”.

Ora so cosa voleva dirmi, ma lo rifiuto, ho bisogno di tranquillità, di serenità. Vado a vivere con Fabio, con lui sì che sto bene. Ho sognato tante volte di stare con Fabio, lui ha lasciato la sua donna per stare con me e ora non posso tradirlo, non posso fargli del male, non posso tornare ad Amare Luca. L’amore che cos’è in fondo se non una bugia? Una bugia a fin di bene. E il Bene? Il Bene è Amare, andare oltre la follia dell’amore. Un gioco di parole, di consonanti e di vocali minuscole e maiuscole che nascondono segreti, che gridano dolori e passioni.

Odio Luca per avermi messo in questa situazione, amo Fabio per quello che fa per me, per il suo farmi sentire importante.

Ho contattato la sede cittadina dell’Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica, mi hanno detto che sono disposti ad incontrarmi e che esiste quel computer di cui vi dicevo. È un semplice PC con un software dedicato che trasforma in “parole vocali” quello che il paziente scrive utilizzando semplicemente gli occhi o il respiro. Non vedo l’ora di provarlo, non vedo l’ora di dire a Bartolino che finalmente potrà parlarmi, potrà dirmi quello che pensa e svelarmi di cosa ha bisogno. Quegli occhioni qualcosa vorranno dire, quegli occhioni qualcosa dovranno dirmi.

Come mi vesto stasera per andare a cena da Fabio?

(FINE SECONDA PARTE)

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