Nata nel 2009 da un gruppo di infermieri per il comune desiderio di condividere idee, iniziative, progetti e molto altro al fine di contribuire allo sviluppo della disciplina infermieristica in tutti gli ambiti in cui essa si esprime.
MILANO. Riproponiamo una intervista realizzata qualche tempo fa a Paola Arcadi presidente di ASI - Accademia Scienze Infermieristiche, vediamo cosa ci ha risposto. L’Accademia Scienze Infermieristiche è un’associazione professionale senza scopo di lucro; nata nel 2009 da un gruppo di infermieri per il comune desiderio di condividere idee, iniziative, progetti e molto altro al fine di contribuire allo sviluppo della disciplina infermieristica in tutti gli ambiti in cui essa si esprime.
Quindi un’esperienza nuova e molto promettente con degli ideali che si concentrano sulla ricerca, sulla espansione della professione in collaborazione anche con gli altri professionisti della Salute.
1) Com’è nata questa idea? Da quali valori e con quali speranze?
Come dici tu nella domanda, tutto è nato attorno ad uno slogan: ‘la nascita di un’idea’!
Era il 2008 ed un gruppo di infermieri (tra cui la sottoscritta) si era mosso per candidarsi alle elezioni per il rinnovo delle cariche direttive del collegio IP.AS.VI di Milano-Lodi (allora era ancora così denominato). Ricordiamo sempre con affetto quel momento, perché è solo grazie alla ‘sconfitta’ elettorale se oggi ASI esiste. Infatti, fu proprio attorno ad un tavolo di un ristorante, ritrovatisi per festeggiare la mancata vittoria, che nacque l’idea di costituire un’associazione professionale. A.S.I. iniziò così a muovere i suoi primi passi nel triennio 2009-2012 - attorno a quello slogan ‘la nascita di un’idea’- confezionando essenzialmente momenti formativi che hanno affrontato tematiche rilevanti sia in ambito clinico, sia in ambito formativo che organizzativo.
Le esperienze di questo primo triennio furono però preziose per consolidare quell’idea di partenza e, soprattutto, per focalizzare gli intenti originari in concreti progetti di sviluppo. Nel 2012 abbiamo rinnovato le cariche direttive e, in qualche modo, determinato un ’importante momento di rivitalizzazione per la nostra Associazione. Mi chiedi quali valori e quali speranze…
I nostri valori li abbiamo tutti messi per iscritto nel nostro Manifesto, che vuole rappresentare la carta di identità di ASI:
- L’ interdisciplinarietà
La complessità dei fenomeni di salute che coinvolgono l’assistenza infermieristica richiede il superamento di una logica monodisciplinare, per sua natura riduzionista. La persona, sana o malata, deve essere conosciuta e, soprattutto, compresa per mezzo dell’integrazione delle diverse prospettive scientifiche e metodologiche. Pertanto ASI vuole promuovere, nel suo stile, la collaborazione intradisciplinare ed interdisciplinare, garantendo la possibilità di associarsi a tutti coloro che condividono il pensiero dell’Associazione, indipendentemente dall’estrazione professionale, e promuovendo il dialogo in tutte le forme di intervento che ci vedono coinvolti.
- Attenzione alla pratica e agli infermieri sul campo.
Le trasformazioni in atto nel sistema sociosanitario ricadono fortemente sull’attività quotidiana degli infermieri, che spesso si percepiscono come ‘parti di un meccanismo’ che isola e demotiva, anziché coinvolgere e stimolare.
A.S.I. si impegna all’ascolto delle aspettative, dei giudizi di valore e degli interessi professionali degli infermieri che esercitano nei diversi ambiti del sistema sociosanitario, concepiti non solo come destinatari privilegiati di intervento associativo, ma come co-autori e costruttori di sapere. Infatti, i recenti e fondamentali lavori di Patricia Benner, Mark Risjord e di altri autori confermano il valore del sapere tacito e implicito che proviene dalla pratica e la competenza esperta fondata sull’esperienza.
- Pluralismo, pensiero critico e rifiuto del dogmatismo.
Il progresso scientifico e culturale procede in forza della libertà di ricerca e della condivisione dei saperi e delle pratiche. ASI promuove la ricerca e la costruzione di un sapere libero, condiviso, aperto, plurale e non dogmatico. Rifiuta qualsiasi forma di teorizzazione impositiva, sia nella sua elaborazione, sia nella sua utilizzazione.
ASI promuove la costruzione di un ‘sapere pratico’ che origina dal dubbio, che non considera l’incertezza, la parzialità e l’incompletezza come problemi o limiti, ma come opportunità e risorse. Non rinchiude i propri percorsi di ricerca e di azione nella definizione di un modello di riferimento concluso e ricerca costantemente nuove interpretazioni e soluzioni a partire dall’ascolto della pratica.
Accoglie come stimolo riflessioni, proposte e saperi anche quando non appartengono al pensiero scientifico dominante e alle sue regole istituzionali (Evidence-based practice, Impact Factor ecc.).
- Rigore metodologico.
Il progresso scientifico e culturale dipende dalla rigorosità dei metodi adottati e, più ancora, dalla serietà e responsabilità dei suoi membri.
ASI apprende dalla propria esperienza e i suoi membri coinvolti nelle attività di ricerca e di formazione assumono l’habitus dell’autocritica, dell’umiltà scientifica e della limitatezza del proprio patrimonio cognitivo e metodologico. Per questo motivo, ASI cura l’autoformazione continua e tutela il rigore metodologico delle proprie iniziative. Sottopone apertamente e pubblicamente a critica il proprio operato. Aiuta i propri associati a crescere culturalmente e professionalmente e si propone il costante miglioramento della qualità delle proprie iniziative sociali.
- Gratuità.
ASI rifiuta di assumere il criterio economico come elemento di valutazione della progettazione delle iniziative culturali, scientifiche e formative.
In nessuna forma, né diretta né indiretta, i soci ASI percepiscono remunerazioni o emolumenti per la partecipazione, in qualsiasi forma, alle iniziative culturali, scientifiche e formative dell’associazione.
2) La ricerca ma anche la promozione e l’organizzazione di iniziative che prevedono incontri scientifico culturali, congressi, implementazione di linee guida etc etc; per far crescere la cultura professionale infermieristica è tra i vostri obiettivi. Come stanno andando le cose? Quali progetti avete già sviluppato e quali proposte per il futuro?
Siamo piccolini, Marco… però ti posso dire che abbiamo iniziato a gettare le basi affinché il nostro contributo alla professione possa divenire sostanziale, seppur piccolo. Gran parte del nostro impegno è attualmente assorbito nella nostra ricerca qualitativa dal titolo ‘di quali problemi di salute si occupano gli infermieri’, che abbiamo iniziato a condurre da qualche mese e che è stata presentata lo scorso mese di aprile, in occasione di un seminario progettato appositamente per raccogliere il background scientifico-culturale utile ad identificare i quesiti specifici per la nostra ricerca.
Proprio in virtù di quanto dichiariamo nel manifesto, ossia ‘l’attenzione agli infermieri nella pratica’, vogliamo con questo progetto contribuire all'approfondimento di una questione fondativa e tuttora attuale dell'infermieristica, strettamente connessa all'identità dell'infermiere, alla natura della pratica assistenziale e della sua relazione con la persona assistita, gli altri professionisti della salute, il contesto generale, a partire dall’ascolto degli infermieri che ogni giorno lavorano accanto al malato.
Abbiamo svolto 18 focus group che hanno coinvolto circa 150 infermieri operanti in 20 strutture sanitarie pubbliche e private della Regione Lombardia, e adesso iniziamo la fase di analisi dei dati. E’ stato molto bello ascoltare tutte le cose che i colleghi ci hanno raccontato! Vogliamo capire di quali problemi di salute si occupano oggi gli infermieri, con quale livello di decisionalità e responsabilità, quali conoscenze guidano l’agire quotidiano e quali sono i bisogni, espressi o inespressi, che le persone assistite e i famigliari portano agli infermieri
Entro fine anno faremo un convegno di chiusura e di presentazione dei risultati del lavoro svolto (vi faremo sapere la data al più presto!) e…proseguiremo, anche alla luce dei risultati che emergeranno.
Nel frattempo stiamo continuando a collaborare con altre associazioni professionali (abbiamo in cantiere un seminario prima dell’estate, ma l’idea è ancora ‘in progress’…a breve ne daremo comunicazione) e a sostenere iniziative che riteniamo importanti sia per la professione che per il mondo sanitario più in generale (ne è un esempio il sostegno di ASI all’iniziativa GIMBE ‘salviamo il SSN’; anzi, colgo l’occasione per invitare tutti a sottoscrivere il manifesto!)
3) ASI è un’associazione apartitica e senza influenze esterne, non vi sono finanziatori esterni (quindi non si incontrano conflitti d’interesse); oltre all’entusiasmo di chi ancora spera e crede nella professione, come vi mantenete e come riuscite a portare avanti i progetti proposti?
Hai detto bene: ci manteniamo grazie all’entusiasmo del Consiglio Direttivo e dei soci. La questione della sostenibilità economica di un’associazione è estremamente cruciale; chi, come noi, non ha sponsorizzazioni fa molta fatica a concretizzare le idee, come puoi ben capire.
Noi abbiamo fatto convegni in cui compravamo e servivamo il caffè e le bibite e fungevamo sia da comitato scientifico che da segreteria organizzativa (che fatica!), però posso dirti che la passione può davvero smuovere le montagne: al nostro convegno di presentazione della ricerca di cui ho accennato prima, abbiamo chiesto ai presenti in sala la disponibilità ad aiutarci a condurre i focus group e a partecipare alla nostra iniziativa; ecco, abbiamo ricevuto tante adesioni, e adesso il nostro gruppo si è allargato e abbiamo conosciuto nuovi colleghi che stanno collaborando attivamente nelle nostre iniziative. E tutto nel segno della più assoluta gratuità.
Oltre al sostegno dei soci, che si esplica con l’iscrizione ad ASI e con il prezioso versamento della quota associativa annuale, abbiamo sempre ricevuto - per iniziative specifiche - il sostegno del Collegio IP.AS.VI Milano-Lodi-Monza- Brianza, che ringraziamo anzitutto per la sensibilità dimostrata per le tematiche che trattiamo. Per la ricerca attualmente in essere, abbiamo coinvolto altresì il settore delle Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi di Brescia, che conduce la ricerca insieme ad ASI e che ha sostenuto parte dei costi, in particolar modo quelli riferiti alla formazione dei ricercatori che hanno condotto il focus.
Allora mi scuserai se adesso faccio un po’ di pubblicità promozionale: iscrivetevi ad ASI, sul sito www.accademiascienzeinfermieristiche.com
4) In questo periodo le Scienze Infermieristiche si trovano a dibattere sul futuro delle competenze, sul ruolo degli infermieri e su come l’assistenza possa influire incisivamente sulla salute dei cittadini. Come vivete questo periodo? E quali prospettive future auspicate per tutta la professione?
Sarò molto sintetica nel rispondere a questa domanda. Stiamo guardando con preoccupazione e con speranza le vicissitudini legate alla questione ‘competenze avanzate’, perché crediamo sia un momento storico per la nostra professione e, proprio per questo motivo, auspichiamo che si giunga ad una definizione dell’accordo con la partecipazione e l’adesione di tutta la professione, in un clima di dialogo e collaborazione con tutte le parti in causa.
Per il resto…aspettiamo anche i risultati della nostra ricerca; a nostro avviso ci aiuteranno a leggere meglio alcuni aspetti della questione, anche a partire dal vissuto dei colleghi intervistati, nonché a capire meglio quale contributo potrà fornire ASI all’implementazione delle competenze, anzitutto nella cultura dei colleghi, e successivamente nelle realtà cliniche dove l’infermiere opera quotidianamente.
ASI ringrazia Nurse24.it e porge i migliori complimenti per il vostro lavoro di diffusione dell’informazione, sempre caratterizzato da competenza, oggettività e trasparenza.
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