La dichiarazione del Direttore Generale dell'Oms alla conferenza stampa dello scorso 23 luglio presso la sede di Ginevra, dopo aver convocato la seconda riunione del Comitato di Emergenza ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) in merito all'epidemia di vaiolo delle scimmie in diversi Paesi, ha ufficializzato la classificazione del monkeypox come una epidemia globale. È stata definita una PHEIC, un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. È un evento straordinario che, per definizione e secondo criteri prestabiliti, costituisce un rischio per la salute pubblica per altri Stati a causa della diffusione internazionale e che potenzialmente richiede una risposta internazionale coordinata .
Monkeypox è un focolaio che può essere fermato con le giuste strategie
Il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato epidemia globale.
È la settima volta, in 11 anni, che l'Oms dichiara un’emergenza di questa gravità. L'ultima volta è stata nel 2019 per Sars-Cov-2 . Ci sono state complessivamente altre sei dichiarazioni PHEIC. Oltre che per la pandemia di Covid-19, è avvenuto per la pandemia di influenza suina H1N1 (2009), la poliomielite nel 2014, l'epidemia di Ebola nel 2014 in Africa Occidentale, l'epidemia di virus Zika (2015-2016) e l'epidemia di Ebola nel Kivu nel 2018-2020.
Riconoscendo le complessità e le incertezze associate a questo evento di salute pubblica e dopo aver preso in considerazione le opinioni dei membri del comitato e dei consulenti, il Dg ha espresso la sua decisione dopo aver presentato la situazione epidemiologica globale e preso atto del non raggiungimento di un consenso unanime degli esperti convocati a valutare il suo parere.
Il Comitato d'Emergenza ha espresso preoccupazione sul fatto che la malattia possa affermarsi nella popolazione umana in tutto il mondo, poiché l'immunità globale è notevolmente diminuita dopo l'eradicazione del vaiolo . Ha riconosciuto la soddisfazione dei tre criteri che identificano una PHEIC e il dovere morale di dispiegare tutte le risorse e gli strumenti per rispondere all'evento.
Ha considerato che la comunità attualmente più colpita fuori dall'Africa è la stessa inizialmente segnalata come colpita all'inizio della pandemia di HIV/AIDS . Sulla base dei dati attualmente disponibili, il Comitato dell'Oms ha ritenuto inoltre evidente un aumento del numero dei casi in Africa, un aumento dei Paesi nel mondo che segnalano casi, un aumento del tasso di crescita complessivo associato all'epidemia. Riconosce inoltre che potrebbe esserci una sottovalutazione dei casi complessivi .
I casi nei bambini e nelle donne in gravidanza ricordano le fasi iniziali dell'HIV. Si prevedono ondate future di casi di vaiolo delle scimmie , perché il virus viene in contatto con ulteriori popolazioni suscettibili. Le modalità di trasmissione non sono completamente comprese . I quadri clinici sono cambiati. La morbilità è significativa. Anche se occorre generare ulteriori prove sull'efficacia di misure farmaceutiche e non farmaceutiche nel controllo dell'epidemia, il Comitato ritiene che sia necessario mantenere un livello elevato di consapevolezza ed allerta e promuovere l'impegno politico internazionale verso gli sforzi di risposta per garantire l'equità delle cure e mitigare l'impatto socioeconomico della malattia.
Le opinioni contrarie ad elevare il vaiolo delle scimmie ad emergenza sanitaria globale tra i membri del Comitato riguardano innanzitutto la valutazione del rischio che è rimasta invariata rispetto al 23 giugno 2022. Il Comitato ha valutato inoltre che l'epidemia sta colpendo più pesantemente soltanto 12 Paesi senza tuttavia un aumento esponenziale dei casi e che la comunità maggiormente colpita rappresenta un segmento di popolazione che può essere gestita con interventi mirati.
Ritiene anche che la gravità della malattia è percepita bassa. Che la determinazione di una PHEIC aumenterebbe inutilmente e artificialmente la percezione del rischio della malattia nel grande pubblico comportando una maggiore richiesta di vaccini. Che l'esposizione degli operatori sanitari è associata a contatti nella comunità . Che ci sono casi limitati tra le lavoratrici del sesso. Che è stata segnalata una trasmissione secondaria ad alcuni bambini e donne e una trasmissione limitata tra soggetti vulnerabili. Riconosce che sono segnalati casi gravi con dolore così intenso da richiedere ricoveri per gestirlo, ma soltanto due ricoveri in terapia intensiva e cinque decessi. Non ci sono dati attualmente disponibili su potenziali ricadute dall'uomo agli animali. E per quanto riguarda i potenziali cambiamenti nel genoma del virus le indagini sono tuttora in corso. Ad oggi non è stata segnalata alcuna circolazione del virus clade normalmente presente in Africa centrale.
Dal rapporto dell'Oms, a sostegno del parere del Direttore Generale, si evidenzia quanto sia preoccupante che i casi stiano aumentando in tutto il mondo e la trasmissione si stia verificando in molti paesi che non avevano mai segnalato casi di vaiolo delle scimmie. Il numero più alto di casi è attualmente segnalato nella regione europea e delle Americhe. Si tratta per il momento di un focolaio che si concentra prevalentemente tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) o tra individui con più partner sessuali, secondo il 99% dei casi segnalati.
Le aree urbane sono le più colpite e i casi sono raggruppati in precise aree sociali e sessuali. Alcuni gruppi della popolazione, come prostitute e transgender, possono essere maggiormente a rischio di esposizione e di infezione. Tuttavia, sono stati segnalati anche casi, sebbene rari, tra bambini che non hanno però un'anamnesi di abusi sessuali. Le prime segnalazioni di bambini colpiti includono alcuni senza alcun legame epidemiologico noto con altri casi. Si sta assistendo inoltre ad un significativo aumento del numero dei casi, soprattutto donne e bambini, nei paesi dell'Africa occidentale e centrale dove il virus è endemico da decenni.
I modelli matematici stimano che il numero di riproduzione di base (R0) sia superiore a 1 nella popolazione MSM e inferiore a 1 negli altri contesti. In Spagna è a 1.8, in Gran Bretagna a 1,6 e in Portogallo a 1.4. La malattia nei focolai fuori dall'Africa si manifesta generalmente come autolimitante e spesso atipica con lesioni cutanee localizzate che spesso non si diffondono in altre aree corporee e che compaiono prima dello sviluppo di linfoadenopatia, febbre, malessere e dolore associato.
Sulla base dei dati di sorveglianza raccolti nei paesi occidentali, il periodo medio di incubazione è di 7-9 giorni . Ci sono casi sporadici segnalati tra gli operatori sanitari anche se le indagini non hanno identificato una trasmissione professionale. Il rischio di vaiolo delle scimmie è valutato moderato a livello globale ma è considerato alto nella regione europea. Sussiste inoltre un evidente rischio di un'ulteriore diffusione internazionale, anche se il rischio di interferenza con il traffico internazionale rimane per il momento basso.
In Spagna i casi sono in diminuzione da qualche settimana, ma probabilmente per ritardi nella segnalazione, i casi sono localizzati nelle principali aree urbane, ci sono pochi casi tra bambini e donne con legami epidemiologici con MSM, la profilassi post esposizione viene offerta agli operatori sanitari, ma le scorte di vaccini sono scarse.
Il Regno Unito ha segnalato alcuni casi gravi, compresa l'encefalite, e ha identificato da indagini ambientali la presenza di DNA del virus sulle superfici degli ospedali. Negli Stati Uniti i casi sono ampiamente distribuiti in tutto il paese anche se i casi maggiori si concentrano in tre grandi città metropolitane. Ci sono alcuni casi in bambini e in una donna incinta ma il 99% è correlato al contatto sessuale tra maschi e femmine. Il Canada sta adottando un approccio ampio alla profilassi pre-esposiszione. La Nigeria, Paese endemico, ha un tasso di mortalità del 3%.
Sostanzialmente, secondo il direttore generale dell'Oms, abbiamo un focolaio che si è diffuso rapidamente in tutto il mondo e in Paesi che non hanno mai visto prima questo virus. Il contagio avviene attraverso nuove modalità di trasmissione. Ne sappiamo troppo poco: le informazioni che abbiamo a disposizione sono attualmente insufficienti e ci lasciano con molte incognite . Tuttavia, allo stato attuale Monkeypox è un focolaio che può essere fermato e tenuto sotto controllo con le giuste strategie nei gruppi giusti: occorre progettare e fornire informazioni e servizi efficaci e adottare misure che proteggano la salute, i diritti umani e la dignità delle comunità colpite. Lo stigma e la discriminazione possono essere pericolosi come qualsiasi virus .
A giugno, con 3040 casi in 47 Paesi, era stato deliberato all'unaminità, pur essendo state espresse anche in quell'occasione opinioni divergenti dagli esperti, che tale epidemia non rappresentava un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Alla luce dell'evoluzione epidemiologica e dei dati più recenti – con oltre 17 mila casi segnalati da 75 Paesi e con 5 decessi – il comitato non è stato in grado di raggiungere un consenso sul fatto che il vaiolo delle scimmie rappresenti una minaccia alla salute e alla sicurezza globale.
Ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale, per valutare se un focolaio di malattia abbia una gravità tale da rappresentare un serio problema in tutto il mondo occorre analizzare cinque elementi:
Le informazioni fornite dai paesi coinvolti
I tre criteri per dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale
Il parere del Comitato di emergenza
I principi scientifici e le prove rilevanti
Il rischio per la salute umana oltre alla diffusione internazionale e il potenziale di interferenza con il traffico internazionale
Il Dg ha inoltre considerato, pur tenendo conto del suggerimento del CDC e dell'ECDC secondo i quali l'isolamento dei casi e il tracciamento dei contatti potrebbero essere efficaci a tenere sotto controllo l'epidemia, che l'attuazione pratica di tali interventi è estremamente impegnativa. Infatti, l'identificazione dei casi è ostacolata da barriere all'accesso dei test, l'isolamento dei casi per 21 giorni è difficile nell'attuale contesto post lockdown correlato alla pandemia di Covid-19, il tracciamento è difficile perché i contatti sono multipli e spesso anonimi. Non ci sono dati sufficienti inoltre sull'efficacia del vaccino.
Una strategia vaccinale di massa comporta una sfida importante. La sequenza del genoma mostra una divergenza dal clade africano. Sono ancora in corso gli studi per capire se i cambiamenti genomici del virus comportano una maggiore trasmissibilità, virulenza, fuga immunitaria, resistenza agli antivirali e ridotto impatto delle contromisure sanitarie. Si sa che molte specie di animali sono già suscettibili al virus, specialmente i roditori, ed esiste la possibilità di ricaduta di Monkeypox dagli esseri umani ad altre specie animali suscettibili in contesti diversi da quello africano. Non ci sono ad oggi prove documentate di casi di trasmissione antropozoonotica.
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