Negli ambienti fisici e digitali della società moderna circolano troppe informazioni, sia quelle vere sottoposte a fact-checking sia quelle false e fuorvianti. Con il termine infodemia si intende un'epidemia di informazioni secondo il neologismo coniato nel 2020 quando la pandemia rese più evidente questo fenomeno globale, esacerbandolo. Si tratta di un problema complesso e crescente, che consiste nella produzione e nella diffusione massiccia, rapida e capillare, di una sovrabbondanza di notizie, accurate e meno accurate, a tal punto da creare confusione nella comunicazione, sfiducia nelle istituzioni e divisione nella comunità. Si riferisce alla circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non verificate con accuratezza, che genera disinformazione con conseguente distorsione della realtà ed effetti potenzialmente pericolosi sul piano delle reazioni e dei comportamenti sociali
(Oms).
Informazioni vere al momento giusto e nel modo giusto
L'infodemia disorienta le persone. Le priva di una guida sicura ed affidabile che le aiuti a comprendere un determinato argomento a causa della difficoltà di individuare fonti affidabili. Le impedisce di scegliere correttamente le azioni da intraprendere per affrontare una specifica situazione, nonché di crescere in conoscenza e consapevolezza per promuovere la propria sicurezza e quella degli altri.
A preoccupare gli esperti sono soprattutto le informazioni false e manipolate (fake news) che, secondo un recente rapporto del World Economic Forum, rappresentano il rischio più urgente a breve termine per il mondo perché si diffondono facilmente e rapidamente, complice anche l'intelligenza artificiale, generando narrazioni distorte che possono essere molto pericolose, soprattutto se riguardano tematiche sanitarie.
Possono infatti rappresentare un importante rischio per la salute delle persone, causando persino la morte, come la recente pandemia ha dimostrato. Un recente studio ha evidenziato, ad esempio, che circa 17mila persone potrebbero essere morte per aver assunto un farmaco usato per il trattamento della malaria, l'idrossiclorochina, che era stato erroneamente promosso a cura per il Covid-19 senza tuttavia essere supportata da alcuna evidenza scientifica.
Oms: 5 step per rispondere alle false informazioni in un’emergenza sanitaria
Per contrastare l'infodemia l'Organizzazione Mondiale della Sanità sta cercando una cura. A tal fine ha recentemente sviluppato un metodo sistematico per gestire nelle emergenze sanitarie sia il sovraccarico che la carenza di informazioni, affrontando e mitigando quelle false. Si tratta di uno toolkit, un kit di strumenti operativi che offre un approccio strutturato alla gestione delle informazioni false in situazioni complesse ed intense come le emergenze sanitarie.
Gestire l'infodemia significa assicurarsi che tutti possano trovare ed utilizzare informazioni accurate, tempestive ed affidabili per proteggere la propria salute e quella di coloro che li circondano
, ha spiegato Cristiana Salvi, consulente regionale dell'Oms Europa per la comunicazione del rischio, il coinvolgimento della comunità e la gestione dell'infodemia.
Considerando che le persone affrontano con incertezza e paura qualsiasi tipo di emergenza – che si tratti di un malattia infettiva, un disastro naturale o un conflitto militare – l'esperta ritiene che è proprio questo il momento in cui esse hanno maggiore bisogno di informazioni e consigli tempestivi, accurati e coerenti per comprendere la situazione e prendere decisioni informate sui rischi per la salute e sulle azioni necessarie.
Se c'è confusione, se non c'è chiarezza, se non ci sono fonti di informazione affidabili, ciò si aggiunge alla paura e all'incertezza, aprendo la strada alla diffusione di informazioni false.
Considerando che in una società libera esisteranno sempre informazioni false, l'esperta dell'Oms ritiene che sia possibile comunque limitarne i danni. Occorre fornire alle persone le informazioni vere e corrette al momento giusto e nel modo giusto nonché individuare quelle false smascherandole togliendo loro credibilità. È fondamentale inoltre fornire alle persone a rischio le competenze necessarie per valutare la veridicità e l'autenticità di un'informazione.
Gli esperti ritengono che la gestione delle informazioni false dovrebbe rappresentare una priorità nell'agenda politica di ogni governo. Per informare la politica e sostenere la sua attività è necessaria pertanto la produzione di prove e migliori pratiche. Riconoscendo inoltre che tale gestione non può essere condotta da un'unica organizzazione o istituzione, la consulente Oms ribadisce che sono disponibili linee guida specifiche per realizzare sistemi di ascolto sociale e per rafforzare le competenze dei funzionari governativi in materia, nonché per sviluppare la ricerca rivolta alla comprensione e all'uso dell'intelligenza artificiale e per creare piattaforme che facilitino collaborazioni operative tra giornalisti, accademici, divulgatori e verificatori dei fatti.
L'infodemia è una sfida per la sanità pubblica. A differenza di un virus, le informazioni sono caratterizzate da una peculiarità ossia l'opzionalità, nel senso che le persone possono decidere di accogliere o di non accogliere un'informazione.
Nella gestione di un'emergenza sanitaria occorre pertanto tener conto delle dinamiche che mettiamo in atto quando processiamo le informazioni:
- i bias di conferma (tendenza a cercare informazioni che confermano le nostre convinzioni e ad ignorare informazioni contrastanti)
- l'echo chamber (la creazione di comunità omofile che condividono una stessa narrativa o visione, rinforzandola)
- la polarizzazione
Lo sostiene in uno studio pubblicato su Cell, in collaborazione con l'Oms, un pool di esperti internazionali in Data Science applicata ai contesti sociali che permette di cogliere e prevedere l'evoluzione dell'opinione pubblica e i suoi effetti sulla società e le politiche per la gestione delle emergenze sanitarie.
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