Sebbene l'Aids, grazie alle nuove terapie, non rappresenti più l'emergenza sanitaria di qualche tempo fa, occorre tenere accesi i riflettori su questa malattia e lavorare sulla prevenzione, soprattutto tra i giovani. È quanto sostiene la direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, commentando i dati appena pubblicati dal Centro Operativo Aids dell'Iss. Dal Sistema di Sorveglianza emerge che le nuove diagnosi di Hiv in Italia, che colpiscono soprattutto maschi nella fascia 30-39 anni e donne con età compresa tra i 25 e i 29 anni, continuano ad aumentare e stanno tornando ai livelli registrati prima della pandemia. Tale tendenza, che risulta in linea con l'andamento delle altre infezioni a trasmissione sessuale in aumento significativo tra i giovani, è indicativa e suggerisce la necessità di promuovere una maggiore sensibilizzazione sia sulle norme di prevenzione che sull'accesso ai test diagnostici.
Aggiornamento nuove diagnosi di infezione da HIV e casi di AIDS in Italia
Il report evidenzia infatti che nel 2023 due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e oltre la metà degli uomini che fanno sesso con altri uomini (MsM) scoprono di essere HIV positivi quando il loro sistema immunitario è già compromesso, con bassi valori di linfociti CD4. Ciò è un segno, spiegano gli esperti, che il contagio è avvenuto da molto tempo e che la malattia è in fase avanzata.
La quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l'infezione è in continuo aumento dal 2015. Risulta inoltre che più di un terzo delle persone (35%) di coloro che hanno avuto una nuova diagnosi nel 2023 ha richiesto un test per una sospetta patologia Hiv correlata o per la comparsa di sintomi Hiv mentre circa un quinto (19,6%) lo ha fatto dopo comportamenti sessuali a rischio.
Soltanto il 12,3 dei nuovi casi ha scoperto la sieropositività per controlli di routine, screening o campagne informative. Le diagnosi tardive in Italia non soltanto sono in aumento ma registrano i livelli più elevati tra i Paesi dell'Europa Occidentale.
Nel 2023 in Italia ci sono state 2349 nuove diagnosi di HIV e 532 nuove diagnosi di Aids, in aumento rispetto all'anno precedente e molto vicine a quelle del 2019 quando le infezioni erano state 2510 e le malattie conclamate 647. Mentre a livello nazionale l'incidenza media (casi/popolazione) è di 4 nuove diagnosi ogni 100 mila residenti, la maggiore incidenza di nuove infezioni si registra nella regione Lazio, dove ci sono 5,5 casi ogni 100mila residenti, seguita da Umbria ed Emilia-Romagna (5,0).
La regione con la minore incidenza è il Veneto (1,1), seguita dal Trentino (1,8). Le tre città con il maggior numero di casi sono Roma, Milano e Bologna. La principale modalità di trasmissione rimane ancora quella sessuale, principalmente tra MsM (38,6%), maschi eterosessuali (26,6%) e femmine eterosessuali (21,1%).
Il numero complessivo delle persone che in Italia vive con l'infezione da HIV è stato stimato attorno a 140 mila. Risulta in aumento la proporzione di persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e che lo ha scoperto nel semestre precedente lo sviluppo della malattia, pari all'84,1%.
Il numero di decessi in persone con Aids, rimasto relativamente stabile dal 2017 al 2020, è diminuito nel 2021 (449 decessi). Il numero di casi prevalenti di Aids, ossia ancora viventi, al 2021 è pari a 24760. Risulta infine che nel 2023 il 77,2% delle persone diagnosticate con Aids non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi.
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