I progressi nella lotta all'Aids possono essere migliorati, ponendo fine alla minaccia dell'epidemia per la salute pubblica globale, se si sostengono i diritti di tutti alla salute affrontando le disuguaglianze che ostacolano l'equità sanitaria. Tutti, ovunque, hanno diritto a servizi sanitari essenziali di qualità nella lotta contro l'Hiv. È il monito dell'Oms in occasione della Giornata mondiale che si celebra ogni 1° dicembre.
World AIDS Day 2024: Prendi la strada giusta: la mia salute, un mio diritto
Si stima che le persone che nel mondo vivono con l'Aids (nel 2023), la sindrome che si verifica nella fase più avanzata dell'infezione siano 39,9 milioni, che ne siano morte per cause legate all'Hiv circa 630 mila e che 1,3 milioni lo abbiano contratto.
Nonostante queste cifre importanti, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità è possibile avanzare verso un futuro senza Aids e raggiungere una generazione libera da questa malattia. Per realizzare tale obiettivo è necessario tutelare innanzitutto il diritto di tutti alla salute, ridurre le nuove infezioni e garantire la sostenibilità della risposta all'Hiv.
La trasmissione di questa grave infezione è ancora in corso in tutti i Paesi del mondo, nel 65% dei casi concentrati nella regione africana, e rimane pertanto un grande problema di salute pubblica globale. Si stima che dagli anni Ottanta ad oggi ci siano state 42,3 milioni di vittime.
Sebbene non esista ancora una cura, l'infezione da Hiv è diventata comunque una condizione di salute cronica gestibile, comprese le infezioni opportunistiche correlate all'immunodeficienza acquisita (tubercolosi, meningite criptococcica, sarcoma di Kaposi, linfomi, gravi infezioni batteriche).
Considerando che la salute è un diritto umano, l'Oms ribadisce fermamente che tutti dovrebbero avere accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno per fronteggiare questa malattia, compresi i servizi di prevenzione, trattamento ed assistenza dell'Hiv quando e dove necessitano.
Proteggere tale diritto significa garantire che l'assistenza sanitaria sia disponibile a tutti, senza alcuna discriminazione, indipendentemente dallo stato di malattia, background, genere o luogo di residenza. Per fermare le nuove infezioni, proteggendo la salute e i diritti delle persone, risulta fondamentale garantire un accesso equo alla prevenzione e raggiungere un'assistenza universale abbattendo le barriere di accesso nonché lo stigma e la discriminazione che minano la lotta contro l'Aids, perché impediscono alle persone di sentirsi sicure nell'accedere ai servizi offerti.
Gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ritengono che per porre fine all'Aids, garantendo una risposta efficace e duratura all'Hiv che rispetti il diritto alla salute, occorra dare priorità e coinvolgere tutti coloro che vivono con l'Hiv o che sono a rischio di contrarre l'infezione.
Ciò significa raggiungere le popolazioni vulnerabili ed emarginate come bambini, adolescenti, donne incinte e neonati, uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, persone transgender, persone che usano droghe, prostitute e persone in carcere e in altri contesti chiusi.
Per raggiungere la soppressione virale dell'Hiv i sistemi sanitari devono altresì sostenere l'accesso ai trattamenti salvavita. Le evidenze dimostrano che con una diagnosi precoce ed una terapia antiretrovirale costante le persone affette da Hiv possono condurre una vita lunga e sana, proprio come coloro che sono Hiv-negativi. Raggiungere e mantenere una carica virale non rilevabile, come prescritto, significa azzerare i rischi di trasmissione rafforzando gli individui e proteggendo le comunità.
L'assistenza sanitaria verso le persone affette o a rischio deve essere gentile, rispettosa dei diritti umani e senza stigmatizzazione. Gli esperti suggeriscono che i ministeri della Salute, le Commissioni nazionali per l'Aids e altri leader della sanità pubblica dovrebbero stanziare risorse sufficienti per migliorare la qualità dei servizi erogati, rendendoli più resilienti e sostenibili, e concentrare maggiori sforzi per raggiungere le persone più vulnerabili.
Dovrebbero altresì sostenere e potenziare gli operatori sanitari in prima linea - come infermieri, ostetriche ed operatori sociosanitari delle comunità – fornendo loro un'adeguata e specifica formazione e riconoscendo il loro fondamentale contributo nella fornitura dei servizi anti-Hiv. È fondamentale inoltre garantire un ambiente di lavoro adeguato e sicuro per migliorare la loro sicurezza e il loro benessere.
Se si mettessero in campo strategie globali efficaci, l'epidemia di Hiv potrebbe essere fermata entro il 2030, in linea con l'obiettivo dell'Oms. Entro il 2025, il 95% di tutte le persone che vivono con l'Hiv dovrebbe avere una diagnosi, il 95% delle quali dovrebbe assumere un trattamento antiretrovirale salvavita.
Il 95% delle persone in cura dovrebbe inoltre raggiungere una carica virale soppressa così da ridurre drasticamente la trasmissione interumana. Nel 2023 tra tutte le persone affette da Hiv l'86% conosceva la propria condizione, il 77% era sottoposto a terapia e il 72% aveva una carica virale soppressa.
Gli obiettivi fissati dall'Oms appaiono raggiungibili. Prendi la strada giusta: la mia salute, un mio diritto!
è lo slogan 2024 per far capire quanto questa campagna sia una responsabilità di tutta la comunità, sanitaria e non, e quanto sia importante continuare negli sforzi per porre fine all'Aids per sempre.
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