Oltre la metà della popolazione mondiale non è completamente coperta dai servizi sanitari essenziali ed oltre un miliardo di persone non riesce ad affrontare le spese sanitarie perché incidono pesantemente sul bilancio familiare. È quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Oms in occasione della Giornata della copertura sanitaria universale che si celebra il 12 dicembre. Affinché essa sia davvero universale, si ritiene necessario uno spostamento dai sistemi sanitari progettati attorno alle malattie e alle istituzioni verso sistemi sanitari progettati per le persone, con le persone. La chiave per l'universalità è aiutare i governi ad orientare i propri sistemi sanitari nazionali verso l'assistenza sanitaria primaria o di base. Significa adattarli alle persone, al contesto e allo scopo. Rafforzare un sistema sanitario implica il rafforzamento della governance e del finanziamento alla sanità, del personale sanitario, dell'equità e dei diritti, nonché della qualità e della sicurezza del paziente e dei sistemi di informazione.
Investire sull’assistenza sanitaria primaria per garantire l’universalità delle cure
Garantire la salute a tutti ed agire, come esortato dalla campagna globale 2023, diventa tuttavia sempre più impegnativo in un mondo turbolento e colpito da un numero crescente di minacce sanitarie che hanno profonde implicazioni sulla salute fisica e mentale delle persone nonché sul benessere sociale. La crisi climatica, il degrado ambientale, l'urbanizzazione non pianificata e nuovi conflitti su larga scala in espansione rappresentano sfide complesse che stanno cambiando il mondo e minacciano l'esistenza dell'umanità.
Ribadendo quanto sia necessario costruire sistemi sanitari equi e resilienti allo scopo di prepararsi a rispondere a nuove crisi e a riprendersi da altre future emergenze internazionali, l'Oms esorta la responsabilizzazione dei governi affinché investano urgentemente sulla resilienza dei sistemi sanitari ed attuino politiche che garantiscano un accesso equo all'assistenza sanitaria primaria, abbattendo le difficoltà economiche segnalate dalle popolazioni. È tempo di tornare a promuovere i progressi verso la copertura sanitaria universale, che sono rimasti stagnanti dal 2015 e che si sono arrestati dopo la pandemia di Covid-19.
L'obiettivo Health for all in ogni Paese deve essere raggiunto se si vuole plasmare un futuro sanitario in cui a tutte le persone venga garantito il diritto di ottenere il più alto livello di salute raggiungibile perché la buona salute non è un privilegio di pochi ma un diritto per tutti.
Secondo l'Oms, la soluzione migliore ed unica per garantire l'universalità delle cure in ogni fase della vita e in ogni paese è investire sull'assistenza sanitaria primaria. Essa permette di migliorare l'equità e l'accesso, le prestazioni, la responsabilità dei sistemi e i risultati sanitari. Promuove la resilienza degli operatori sanitari di fronte alle situazioni di crisi, li rende più proattivi nel rilevare i primi segnali di problemi di sanità pubblica come le epidemie e più preparati ad agire tempestivamente in risposta all'impennata della domanda di servizi.
Per organizzare efficacemente i servizi sanitari nazionali con un'assistenza sanitaria primaria occorre realizzare un pacchetto più completo di servizi sanitari integrati per soddisfare i bisogni di salute delle persone durante tutta la loro vita ed affrontare i determinanti della salute attraverso politiche multisettoriali. Ma in questa strategia occorre coinvolgere l'intera società, responsabilizzando gli individui, le famiglie e le comunità ad assumersi la responsabilità della propria salute. Ed è nell'ottica di questo approccio strategico che può intervenire l'infermiere: in quanto professionista che supporta i bisogni sanitari delle persone riconoscendone la centralità nel processo di cura, egli può crescere maggiormente nel proprio ruolo dentro la visione della copertura sanitaria universale basata su un'assistenza primaria inclusiva.
Oltre alle competenze sulla promozione della salute e sulla prevenzione delle malattie, sul trattamento e sulla riabilitazione, sulle cure palliative e su tutti gli ambiti di intervento previsti dal proprio profilo, l'infermiere è forte anche di quei caratteri distintivi della professione, quali la solidarietà, l'equità, la giustizia sociale e la partecipazione.
Incrementare gli interventi di assistenza sanitaria primaria potrebbe salvare la vita di 60 milioni di persone ed aumentare l'aspettativa di vita media di 3,7 anni entro il 2030. L'assistenza sanitaria primaria permetterebbe di erogare la copertura sanitaria universale nel 90% degli interventi essenziali e, secondo le stime, di raggiungere il 75% dei guadagni sanitari previsti dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
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