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Atto di indirizzo 2024, verso il PSN 2025-2027

di Redazione

Promuovere investimenti finalizzati alla tutela della salute e potenziare tutte le risorse. Finanziarie, umane, digitali, strumentali, strutturali e tecnologiche del sistema sanitario. Per sostenerlo ed accrescerlo - assicurandogli caratteri di efficienza, resilienza ed inclusività in modo durevole - è necessario mettere tutto il sistema salute al centro di una policy efficace, capace di affrontare nuove ed urgenti sfide. È questo il leitmotiv dell'atto di indirizzo 2024, elaborato dal Ministero della Salute. Si tratta di una sintesi programmatica per realizzare il prossimo Piano Sanitario Nazionale 2025-2027, il principale strumento di governo e di indirizzo politico per guidare il sistema salute, articolato e complesso nella varietà di servizi e relazioni istituzionali, verso un unico orientamento, presentando una visione a lungo termine.

Puntare su personale sanitario, territorio e innovazione digitale

infermiere computer

Elaborato l'atto di indirizzo 2024 dal Ministero della Salute, strumento di governo e di indirizzo politico per guidare il sistema salute.

Riconoscendo il valore inestimabile del sistema sanitario italiano, l'intenzione dei decisori politici è rafforzare l'assistenza sanitaria territoriale ed ospedaliera, nonché la prevenzione, riducendo le asimmetrie territoriali e raggiungendo un assetto complessivamente più omogeneo e proporzionato del SSN in tutta Italia.

Solo considerando la salute come un investimento piuttosto che come un costo, ritengono che sarà possibile rispondere alle transizioni epidemiologiche, demografiche e tecnologiche già in atto. La razionalizzazione delle risorse dedicate consentirà altresì la tenuta economica e sociale del paese.

È previsto innanzitutto un rafforzamento del territorio attraverso la riorganizzazione della medicina territoriale, implementando modelli e standard già applicati ed attivando le Case di Comunità e l'Ospedale di Comunità, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dove sarà possibile prendersi carico delle persone in condizioni di cronicità e fragilità e trattare quelle che necessitano di interventi sanitari a media e bassa intensità clinica e degenze di breve durata.

Si pensa anche ad un potenziamento dell'assistenza domiciliare, confidando nella diffusione della telemedicina e all'attivazione delle Centrali Operative Territoriali, definite COT, che consentiranno il coordinamento di servizi e professionisti di vari setting assistenziali coinvolti nella presa in carico degli utenti, soddisfacendo così in maniera più efficace i loro bisogni socio-assistenziali. Si punta a valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e della Continuità assistenziale implementando le loro funzioni all'interno di nuovi modelli di assistenza territoriale. Si prevede che possano contribuire alla raccolta uniformata dei dati sanitari e all'aggiornamento delle cartelle cliniche.

Per migliorare il patrimonio sanitario pubblico sarà dato nuovo slancio all'edilizia sanitaria e per rendere più efficiente i livelli assistenziali si intende altresì investire sulla digitalizzazione e sull'ammodernamento tecnologico.

È previsto un rafforzamento dell'infrastruttura tecnologica, a partire dalle strutture sanitarie sedi di Dipartimenti di Emergenza ed Accettazione (Dea) di I e II livello, nonché degli strumenti per la raccolta, l'elaborazione, l'analisi dei dati e la simulazione. Riconoscendole come presidio diffuso capillarmente sul territorio nazionale, le farmacie saranno potenziate nell'erogazione di servizi e prestazioni così da offrire una sanità sempre più vicina alle esigenze di salute dei cittadini.

Commenti (1)

gantonio-r

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1 commenti

ma quante parole vuote.....

#1

Sarò schietto, ma sincero.
Leggendo questo articolo sono scoppiato in una risata isterica!
Quante parole vuote e lontane dalla realtà.
Quando leggo parole come "Riconoscere il valore inestimabile del sistema sanitario italiano" mentre la gente non riesce ad accedere alle cure pubbliche e viene volutamente dirottato sul privato, beh mi dà il voltastomaco.
Ma ancora peggio: per chi come me lavora come infermiere d'ospedale pubblico e tocca con mano ogni giorno lo sfacelo del ssn, leggere "Capitale umano leva essenziale della sanità pubblica" mi manda ai matti.
Prima di tutto, noi lavoratori del ssn non siamo affatto considerati un 'capitale' umano ma un peso dato che abbiamo il contratto scaduto e le risorse finanziarie messe a disposizione sono del tutto insufficienti. Noi infermieri siamo sottopagati rispetto alla media europea e parecchi colleghi stanno scappando verso il privato che paga di più. Quindi il 'capitale umano' andatelo a raccontare a qualcun altro!
Di parole pompose non sappiamo che farcene, contano i fatti.
E i fatti dimostrano ogni giorno che si sta uccidendo la sanità pubblica per mandarci tutti verso quella privata a pagamento.
E sfido a dimostrarmi il contrario!


Rinaldi Gian Antonio