Nurse24.it

Professioni sanitarie

Professioni sanitarie, Cgil-Fp a governo: “Serve una riforma vera, non propaganda”

di Redazione

Dopo la presentazione alla Camera dell’indagine conoscitiva sul riordino delle professionalità del comparto, confederazione e categoria sindacale esprimono preoccupazione per quella che definiscono l’ennesima occasione mancata. E ricordano che una proposta di legge seria non può prescindere dal confronto con i sindacati e quindi dalla partita del Contratto Collettivo Nazionale.

Senza risorse economiche adeguate, le riforme restano sulla carta

bandiera cgil

Bocciato da Cgil e Fp Cgil il documento annunciato come pilastro della riforma delle professioni sanitarie.

Alla presentazione, da parte del governo, del report sulle audizioni relative alla riorganizzazione delle professioni sanitarie dello scorso 11 aprile, ancora una volta abbiamo assistito a un'operazione di facciata: Cgil nazionale e Fp Cgil bocciano così il documento annunciato come pilastro dell’attesa riforma delle professioni sanitarie, annunciata come imminente dal ministro della Salute Orazio Schillaci. A loro dire infatti, quanto illustrato rappresenta più una narrazione ottimistica che l’offerta di soluzioni reali ai problemi cronici che vivono quotidianamente coloro che lavorano nel Sistema sanitario nazionale.

Investire di più per attrarre giovani e contrastare la fuga all’estero

In particolare le professioni sanitarie vivono una crisi profonda, fatta di carichi di lavoro insostenibili, retribuzioni non adeguate alla complessità e responsabilità del ruolo, mancanza di valorizzazione e prospettive di carriera, e un riconoscimento professionale ancora troppo spesso solo sulla carta, proseguono confederazione e categoria.

E su tutto ciò, durante la presentazione del report, i rappresentanti del governo hanno al contrario minimizzato la necessità di investire adeguate risorse economiche - contestano i sindacalisti - come se attrarre giovani nei percorsi universitari sanitari, contrastare l'esodo dei professionisti verso l'estero e garantire una sanità pubblica di qualità potessero prescindere - incalzano - da un serio investimento.

Le aspettative di Cgil

Ci aspettiamo che nella proposta del piano strutturale ci sia la volontà di incentivare l'iscrizione ai corsi di laurea nelle professioni sanitarie, che da anni registrano cali preoccupanti; contrastare l'espatrio dei professionisti, sempre più attratti da condizioni lavorative migliori all'estero; rendere attrattive le professioni, in vista della realizzazione degli investimenti previsti dalla Missione 6 - Salute del PNRR e del pensionamento di decine di migliaia di operatori entro il 2030, che rischia di lasciare il Servizio Sanitario Nazionale senza le competenze necessarie a garantire il diritto alla salute.

La riforma va di pari passo con il Ccnl

Per Cgil e Fp non c'è più tempo da perdere. Serve una riforma vera delle professioni sanitarie, e siamo in attesa della proposta di legge che - ribadiscono con forza - non può prescindere da un dialogo strutturato e continuo con le organizzazioni sindacali. Ricordiamo che lo strumento attraverso il quale si realizza il punto di contatto tra riconoscimento professionale e organizzazione del lavoro è il Ccnl. Ma il contratto da solo non basta: senza risorse economiche adeguate, le riforme restano sulla carta. Serve il coraggio politico di investire nelle persone, nelle competenze, nel lavoro.

Commento (0)