Accogliere infermieri dall'estero può rappresentare una misura temporanea per tamponare la grave carenza di personale sanitario. Riteniamo tuttavia che questa scelta rappresenti una soluzione emergenziale, incapace di affrontare in modo strutturale le criticità che affliggono il sistema sanitario regionale
. Così la Cgil del comparto sanità commentando le recenti dichiarazioni dell'assessore alla Salute della Regione Trentino, Mario Tonina, secondo cui il reclutamento di personale straniero risulterebbe necessario perché quello locale, sebbene ci sia l'intenzione di valorizzarlo, non è sufficiente a colmare i vuoti d'organico. Il sindacato ritiene che per garantire alla sanità pubblica un futuro solido e sostenibile serva piuttosto un'azione lungimirante e ben pianificata e che per mettere in sicurezza tutto il sistema occorra valorizzare pienamente il personale interno.
Il sindacato: valorizzare personale interno per sicurezza del SSR
Serve un piano programmatico concreto che preveda risorse economiche, organizzative ed umane così da rendere le professioni sanitarie e il sistema sanitario pubblico trentino realmente attrattivi
, spiegano i rappresentanti sindacali della Fp Cgil, sottolineando come da parte della Regione sarebbe stato auspicabile un approccio diverso per affrontare il problema della carenza del personale infermieristico.
È evidente come il problema di tale carenza sia il risultato di anni di sottovalutazione delle reali esigenze, di un'assenza di pianificazione organica, di una mancata programmazione a lungo termine e della scarsa valorizzazione delle professioni sanitarie
, denuncia il sindacato secondo cui le attuali carenze di personale deriverebbero anche dalla mancata predisposizione di un piano nelle Unità Operative per la sostituzione dei dipendenti assenti per vari motivi legittimi (malattie prolungate, infortuni, congedi, part-time, diritto allo studio, Legge 104).
Secondo la Cgil, per restituire dignità e rispetto ai professionisti sanitari è indispensabile altresì procedere al rinnovo del contratto collettivo provinciale della sanità nonché introdurre limiti chiari ed inderogabili alle richieste quotidiane cui i lavoratori sono sottoposti.
Lo scenario attuale, che compromette profondamente le possibilità di conciliare la vita professionale con quella privata, sta portando ad un logoramento fisico e psicologico degli operatori sanitari che non può più esserre ignorato
, denunciano i rappresentanti sindacali.
Gli infermieri trentini sarebbero infatti esposti ad una forte pressione lavorativa caratterizzata da frequenti turni notturni, reperibilità costante, richieste di rientro in servizio durante i giorni di riposo ed incertezza sulla fruizione delle ferie, la cui conferma sarebbe comunicata poco prima del periodo richiesto.
L'unica via per garantire una sanità trentina di qualità è investire in una retribuzione dignitosa, in condizioni lavorative sostenibili e in percorsi di crescita e sviluppo professionale
, concludono.
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