Restituite dignità ai lavoratori e garantite qualità ai cittadini
. Così le organizzazioni sindacali, Cgil e Uil, rivolgendosi alla Giunta Todde durante un sit-in di protesta organizzato il 3 dicembre davanti alla sede del Consiglio regionale di Cagliari per denunciare la situazione della sanità sarda, descritta come drammatica e desolante. Malumore e tensione starebbero crescendo fortemente sia nei reparti ospedalieri che negli uffici amministrativi, dove sarebbero impiegati numerosi lavoratori precari. Medici ed infermieri sono sommersi da turni impossibili, i pazienti in attesa non vedono risposte e i lavoratori precari sono appesi ad un filo
, spiegano i sindacati illustrando le ragioni della manifestazione e della crisi del sistema sanitario regionale.
Sardegna, sit-in dei sindacati in regione: restituite dignità al lavoro
Segnalano che gli ospedali e i Pronto soccorso sono sovraccarichi, che le liste di attesa sono interminabili e che i servizi amministrativi sono al collasso per la carenza di personale negli uffici.
La mancanza di figure amministrative adeguate costringe il personale sanitario a sobbarcarsi incombenze burocratiche che nulla hanno a che fare con la loro preparazione professionale. Questo rallenta i processi e sottrae risorse all'assistenza ai pazienti
, denunciano precisando che la carenza negli organici non riguarda solo medici, infermieri ed operatori sociosanitari, ma anche unità del comparto amministrativo.
Di fronte a questo quadro accusano la Regione, la cui nuova Giunta si è insediata lo scorso aprile, di non avere ancora messo in atto un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni per il personale sanitario ed amministrativo dell'Asl, come sarebbe invece necessario ed urgente anche per contrastare il precariato.
Decine di lavoratori, in scadenza di contratto, rischiano di perdere il posto di lavoro e di non poter accedere a procedure di stabilizzazione, nonostante le loro competenze siano di inestimabile valore
, evidenziano interrogandosi se la Giunta Todde abbia davvero la volontà di affrontare questa emergenza.
Secondo Cgil e Uil, tale situazione è dovuta ad anni di politiche di austerità caratterizzate da tagli indiscriminati, riforme mal calibrate e una costante riduzione del personale che hanno compromesso seriamente l'efficienza del Ssr, impoverendolo ed aumentando le disuguaglianze territoriali.
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