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Editoriale

Pandemia: tra distorsioni cognitive e istinto di sopravvivenza

di Monica Vaccaretti

La pandemia è un'emergenza sanitaria planetaria. È interessante osservarla anche come un fenomeno di scienza cognitiva e di psicologia sociale di massa, non solo per il grado di resistenza e di resilienza delle persone sottoposte ad una prolungata esposizione allo stress e per il loro disagio mentale, ma anche per lo studio di alcuni strani e diffusi comportamenti umani che portano addirittura a negare che ci sia una pandemia in atto. Il negazionismo, il complottismo e il novaxismo sono movimenti di pensiero inspiegabili di fronte a 393 milioni di casi e a 5,73 milioni di morti e a tutto quello che il mondo ha vissuto negli ultimi due anni con la comparsa del Sars-CoV-2.

La pandemia: una questione di bias cognitivi e istinto di sopravvivenza

Durante la pandemia, per difenderci dalla paura, usiamo tutti i bias che abbiamo

Dopo alcune frasi assurde che mi hanno rivolto le persone che sono venute a vaccinarsi negli ultimi giorni - Adesso mi inietta il mostro, Lei mi uccide. Io vorrei ucciderla e Ora mi darei fuoco con il lanciafiamme perché mi sono fatta iniettare il veleno - ho cercato di trovare qualche spiegazione scientifica per capire quel che passa in testa alle persone che credono a questa realtà distorta e malata e che non credono a quel che i sanitari, ciascuno secondo le proprie competenze e conoscenze, dicono in materia di salute. E continuano a pensare di saperne più dei medici e degli scienziati. Così scopro, documentandomi, che probabilmente è questione di bias cognitivi e dell'effetto Dunning-Kruger.

La pandemia è un evento oggettivo, l’istinto di sopravvivenza è soggettivo

Tutti abbiamo avuto paura nel febbraio 2020, quando ci siamo trovati di fronte ad un virus ignoto è stata molto più che paura. È prevalso nell'umanità l'istinto di sopravvivenza. Ci siamo fermati, per mesi. Non si è mosso più nessuno. Fight, fly or freeze. Combatti, scappi o ti congeli. È questo che si fa quando si ha paura. Ed è quello che abbiamo fatto. Sinora. Ma l'istinto di sopravvivenza è anche raccontarsi, ad un certo punto della storia, che va tutto bene. O che la pandemia è finita. Che è giunta al suo epilogo. Almeno in Europa. Come titolano i giornali. Sono bias pensieri come il resto del mondo non ha ancora raggiunto quella copertura vaccinale fissata al 70% entro la fine del 2022, secondo gli obiettivi stabiliti dall'Oms. Ma da noi la pandemia è finita e stiamo tornando alla normalità. E chissenefrega dei milioni di non vaccinati e dei tanti morti al giorno, ormai è solo un'influenza e non si può smettere di vivere per colpa di chi si ammala e muore. La paura distorce la realtà, fa dimenticare la sostanziale realtà dei fatti. Fa perdere l'umanità. E poi, non si è sempre detto che la pandemia non finirà fintanto che non sarà vaccinato tutto il mondo e che la continua circolazione del virus tra le persone, anche se si contagiano senza sviluppare malattia grave, permette al virus di mutare generando altre varianti? E che la scienza non può prevedere come il virus evolve, se in meglio o in peggio per gli esseri umani? Che la prossima variante potrebbe essere più lieve oppure più letale? Non si diceva che di questo virus non ci libereremo mai e che una innocua convivenza è ancora lontana? Improvvisamente tutto va meglio a tal punto da alleggerire prima della fine dell'inverno le misure restrittive, al minimo accenno di decrescita della curva. È forse l'effetto imprudente della paura. O è un altro bias.

Finalmente capisco che è inutile ritenere incomprensibile o giudicare inaccettabile che le altre persone si comportino e pensino diversamente da me. Semplicemente non stiamo vivendo la stessa esperienza dentro la stessa pandemia

La realtà che stiamo vivendo è drammaticamente complessa e allarmante, sotto ogni aspetto – sanitario, sociale, economico, politico, sociologico, psicologico e culturale - e da qualsiasi punto di vista. Ciascuno percepisce la realtà oggettiva dei nostri giorni comuni in modo soggettivo. La pandemia è un evento oggettivo, un fatto storico, un dato scientifico ma ciascuno di noi la sta vedendo e pensando in maniera diversa a seconda della propria soggettività e del modo in cui ne fa esperienza in prima persona. Mi chiedo spesso perché la gente si comporti in maniera così diversa dalla mia, perché fatica ad osservare le misure anti contagio e sia così insofferente alle restrizioni. Perché non capisca la gravità del quadro epidemiologico e non si informi sufficientemente. Perché non ricerchi le informazioni corrette.

La realtà è che tutti, per sopravvivere alla situazione, cerchiamo di semplificare nel modo più facile possibile, per non fare troppa fatica, questa realtà complessa in cui ci siamo ritrovati. Per comprenderla o perlomeno per accettarla. Ma non tutti viviamo la realtà con la stessa esperienza. Ed è la nostra esperienza, fatta di associazioni con il passato e di aspettative per il futuro, che crea il nostro presente, influisce sul nostro atteggiamento verso la pandemia e determina il nostro comportamento.

E finalmente capisco che è inutile ritenere incomprensibile o giudicare inaccettabile che le altre persone si comportino e pensino diversamente da me. Che non abbiano la stessa percezione del rischio e la stessa consapevolezza del problema. Semplicemente non stiamo vivendo la stessa esperienza dentro la stessa pandemia. E, se mi guardo indietro, mi rendo conto che quel che ho passato negli ultimi due anni mi ha cambiata per come ci sono passata attraverso, mi segna il presente e mi influenza il modo di vedere il futuro. Capisco che ognuno ha un istinto di sopravvivenza diverso e modi differenti per esprimerlo. Sarebbe opportuno almeno avere consapevolezza del problema e sapere che questi fenomeni cognitivi esistono.

Infermiere

Commenti (3)

Fabrizio. Ferlito

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1 commenti

Bias

#3

, bell articolo'io hi assistito una persona confebbre x 18 gg circa satur buona positiva al test, poi e guarita, lui si e fatto lo stesso questo farmaco... Unapersona ha avuto febbre dolori articolari si e curate entro tre gg ed e guarita... Io e dal niv 2020 che faccio tamponi e son sempre negativo, perché fare questo farmaco sperimentale? Si ce questo virus,

Paolo.B

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1 commenti

un aspetto che non conoscevo ma che condivido pienamente

#2

Bellissimo articolo. Condivido pienamente quanto scritto e questi aspetti che possono influenzare il modo di comportarsi delle persone. tutti dovrebbero leggere quanto hai riportato.

ale.gero

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1 commenti

Ottimo articolo

#1

Meraviglioso articolo. Saggio e razionale sotto tutti i punti di vista. Concordo pienamente con tutto ciò che hai scritto , rispecchia lz realtà difficile che stiamo vivendo.
Una collega.