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COVID-19

Fnopi: oltre 100 infermieri contagiati al giorno

di Redazione Roma

In soli 30 giorni i sanitari positivi sono aumentati del 117% e di questi l’82% sono infermieri. Si è passati, infatti, dai 3.684 del 28 novembre agli 8.001 del 28 dicembre (un incremento di oltre 3.500 infermieri in più, con una media superiore ai 100 al giorno). Questi i dati dell’ultimo mese elaborati dalla Fnopi, che chiede meno burocrazia e maggiore considerazione verso la categoria.

Allarme carenza (e formazione) infermieristica: nella manovra 2022

Nell’arco di un mese i sanitari positivi al Covid sono aumentati del 117% e di questi l’82% sono infermieri. La denuncia arriva dalla Fnopi, che precisa ulteriormente: si è passati dai 3.684 del 28 novembre agli 8.001 del 28 dicembre, il che si traduce in un incremento di oltre 3.500 infermieri in più, una media superiore ai 100 al giorno, ma con picchi anche fino a 700/800 che hanno contratto il virus in soli 30 giorni. Ciò nonostante, la terza dose vaccinale ha i suoi effetti: nella popolazione generale, infatti, dove non è ancora diffusa in modo capillare la crescita percentuale dei contagi, nello stesso periodo è stata del 222%, circa doppia rispetto ai sanitari che ormai hanno ricevuto quasi tutti la dose booster. I vaccini funzionano, pertanto, e sono un’arma essenziale contro la pandemia, ed è grazie a loro se non si registrano da mesi – dal principio del 2021 – casi gravi oppure decessi, bloccati ai 90 del 2020.

Al contempo, però, non si può lasciare l’assistenza al caso e la Fnopi – come già espresso nella tappa di chiusura, a Roma, del suo 2° Congresso nazionale itinerante – evidenzia: Se già prima la carenza di infermieri oltrepassava le 60mila unità, con la pandemia è emerso, prorompente, un fabbisogno di professionisti sanitari che importanti centri di ricerca, Università e la stessa Agenas quantificano da quasi 80mila a oltre 100mila. Ad ogni modo, illustra ancora la Fnopi, nella manovra di Bilancio gli infermieri non compaiono e nessuno si sta curando di dare soluzione nel breve termine a un’assenza determinante sia per i pazienti Covid – che proprio per le nuove caratteristiche del contagio possono essere in gran parte assistiti a domicilio – sia per i non-Covid che, per forza di cose, devono essere assistiti a casa.

La Federazione, dunque, si rivolge al governo (siamo disponibili a un confronto immediato e a lavorare di concerto per trovare subito le soluzioni necessarie) al quale chiede a gran voce un segnale di (reale) attenzione nei confronti di una categoria professionale che da inizio pandemia ha dovuto contare – suo malgrado – decine di morti e circa 130mila contagi. In che modo? Permettendo subito l’assegnazione di quell’indennità infermieristica già prevista e finanziata nella manovra di Bilancio 2021 e quindi a costo zero, ma mai assegnata, illustra la Federazione.

La stessa che ritiene imprescindibile sganciarsi da modelli oramai obsoleti, su cui nessuno più a livello internazionale fa affidamento, ed aprire realmente una stagione di riforme che veda una programmazione della formazione infermieristica in grado a medio e lungo termine di coprire le carenze evidenti e lo faccia con la qualità necessaria di infermieri specializzati e formati da docenti che siano della stessa professione. A quest’ultimo proposito, la Fnopi ricorda che andava un emendamento segnalato, ma poi sparito dalla legge di Bilancio che prevedeva con costi minimi – 2 milioni di euro per il 2022 e poco di più per gli anni successivi – l’immissione in ruolo di un certo numero di infermieri già abilitati alla docenza e che avrebbero consentito, con la giusta programmazione dei posti a bando, di formare secondo parametri di qualità i professionisti necessari per colmare la carenza.

Giornalista

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