È nato sabato 11 aprile all'Ospedale Infermi il primo bimbo da donna positiva al Covid-19 in territorio riminese: è un maschio che pesa già 4 chili ed è negativo. Ero spaventata di fronte ad una malattia di cui si legge tanto ma si conosce poco - racconta Federica, la mamma - In ospedale sono stata circondata da persone competenti e preparate
e sapere che il pianto del figlio ha rappresentato una voce di speranza per gli infermieri del reparto accanto l'ha commossa: La sua nascita ha portato gioia non solo a me, ma a molte più persone di quelle che avrei mai potuto pensare. Era nel posto giusto al momento giusto, per dare speranza a quegli infermieri
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E tutto acquista un senso nuovo
L’intervista a Federica non è solo il racconto del parto di una gravida positiva al Covid, è soprattutto la risposta alle domande di tutte quelle donne che stanno vivendo la stessa situazione.
Dai professionisti potrai avere la rassicurazione che andrà tutto bene e sul web ogni tipo di informazione sull’infezione, ma ciò che attualmente manca è il vissuto, l’esperienza delle protagoniste che raccontano di paure, d’impotenza e di destabilizzazione; ma anche di fiducia, di protezione e di “un senso nuovo”.
È la sua terza gravidanza e si dice che una sia diversa dell’altra, ma questa credo sia stata inimmaginabile vista la sua positività al Sars-Cov-2. Immaginiamo le preoccupazioni per la sua salute, quella del bimbo che portava in grembo e degli altri figli, oltre che del marito che erano in casa con lei. Qual è stato il pensiero più ricorrente?
La nostra mente è meravigliosa, sempre, ma funziona meglio dentro un ordine. Quando in casa abbiamo ricevuto i risultati dei tamponi tutti positivi, è stato il caos dentro di me. Ero spaventata di fronte ad una malattia di cui si legge tanto ma si conosce poco.
Mi sono sentita impotente e incapace di proteggere i miei figli ed è stato destabilizzante. Ho temuto che qualcuno potesse manifestare sintomi gravi, per fortuna, per nessuno di noi, è stato così
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Con quali sentimenti è arrivata al momento del parto? Cosa ha provato nel momento in cui ha sentito e visto nascere suo figlio, ma non le è stato messo subito sul petto perché affidato al neonatologo? E quanto è pesata l’assenza forzata del marito?
Ero informata del fatto che in questo periodo avremmo incontrato restrizioni particolari in reparto: ad esempio rispetto all'impossibilità di ricevere visite da parte di familiari e amici. Sapevo anche che i miei figli non sarebbero potuti venire in ospedale a conoscere il fratello, ma mai avrei pensato di dover rinunciare alla presenza fondamentale di mio marito
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Non potere condividere questo momento con lui è stato molto doloroso, per una coppia l'arrivo del figlio è un momento unico, anche al terzo figlio. Ero comunque in buone mani, quelle degli operatori, che, appena mio figlio è nato, hanno verificato il suo stato di salute. Sapere che stava bene ha ripagato il non poterlo abbracciare subito
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Questa volta durante il travaglio da parte degli operatori sono state prese molte accortezze, erano molto coperti e l’unica parte visibile erano gli occhi. Questo come l’ha fatta sentire?
Entrando in sala parto ho vissuto un'accoglienza positiva da parte degli operatori. Nonostante fossi arrivata all'ospedale in urgenza a travaglio iniziato, ho trovato l'ostetrica, la ginecologa, l'anestesista e i neonatologi tutti pronti ad aiutarmi
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I dispositivi di sicurezza che indossavano hanno contribuito a farmi sentire circondata da persone competenti e preparate: ero certa che avrebbero avuto tutte le accortezze necessarie nel prendersi cura di mio figlio una volta nato. Così è stato e questa è la cosa che più mi interessava in assoluto
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Adesso che ha tra le sue braccia il suo bimbo, che cosa prova? Ha ancora delle paure?
Tanta gioia e incredulità nel vedere che nonostante le difficoltà, il dolore e i timori, possa stare con lui, tenerlo tra le mie braccia e allattarlo come ho fatto con gli altri miei figli.
Non nascondo che le paure permangono: penso continuamente al fatto che io, oltre ad essere per lui fonte di protezione e nutrimento, potrei comunque trasmettergli il virus finché permane la mia positività.
Questo mi fa essere molto attenta all'utilizzo di mascherina e all'igiene delle mani.
È stato un sollievo sapere che anche il suo secondo tampone (ripetuto a 7 giorni dalla nascita) sia risultato negativo!
In base al suo vissuto cosa si sente di dire alle future mamme positive al Covid-19?
Noi future mamme facciamo tanti pensieri sul momento del parto durante in nove mesi di gravidanza. Ognuna ha desideri e aspettative molto personali su questo avvenimento. Purtroppo questo virus cambia le carte in gioco
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Accettare questa condizione è difficile, ma è il primo passo per poter comunque vivere un'esperienza positiva. Negli ospedali abbiamo la fortuna di trovare un percorso ad hoc per noi, siamo protette e tutelate, assistite da personale competente e attento. E la cosa più stupefacente di tutte, è che avremo tra le braccia il nostro bambino, comunque, perché per lui siamo una presenza fondamentale e insostituibile
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La mattina dopo il parto il pianto di suo figlio si è sentito, tramite l’interfono, nella guardiola del reparto adiacente alla sala parto dove erano presenti gli infermieri che assistono i pazienti Covid e si sono commossi tutti. Suo figlio è stato per loro una voce di speranza. Che cosa pensa di questo?
Scopro questa cosa adesso e ne rimango commossa. La sua nascita ha portato gioia non solo a me, ma a molte più persone di quelle che avrei mai potuto pensare. Era nel posto giusto al momento giusto, per dare speranza a quegli infermieri. E tutto acquista un senso nuovo
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