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vaccino anti covid-19

Equità vaccinale Covax, serve un Pandemic Vaccine Pool

di Monica Vaccaretti

I vaccini contro il Covid-19 sono un bene pubblico globale unitario. Lo hanno dichiarato i leader mondiali sin dalla loro scoperta, sottolineando altresì l'importanza di garantire a tutte le persone un accesso alla vaccinazione, unica strategia per porre fine alla pandemia di Covid-19. Ma le dichiarazioni sono rimaste soltanto buone intenzioni. I fatti, dopo oltre un anno dal primo vaccino Pfizer, raccontano una situazione ben diversa e denunciano una notevole disparità nella distribuzione delle dosi sinora disponibili sul mercato dei vaccini, di tutte le aziende farmaceutiche, prodotti su scala globale.

Il programma Covax non ha raggiunto i suoi obiettivi

I dati evidenziano che sono state sinora somministrate globalmente 10 miliardi di dosi. Risulta vaccinato circa il 60% della popolazione mondiale, con 4,8 miliardi di persone che hanno ricevuto almeno una dose con uno dei 20 vaccini approvati. Tuttavia, i ricercatori dello studio lanciano un allarme sulle disuguaglianze nella distribuzione perché soltanto il 5,5% delle persone che vivono nelle nazioni a basso reddito ha ricevuto due dosi di vaccino. Siamo di fronte quindi ad una profonda iniquità nella distribuzione del vaccino tra il nord e il sud del mondo, nonostante gli obiettivi fissati dal programma Covax, progettato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con Unicef, Gavi (Alleanza globale per i vaccini) e da Cepi (Coalition for Epidemic preparedness Innovation).

Covax prevedeva inizialmente di destinare due miliardi di dosi, ridotte poi a 1,4 miliardi, per immunizzare almeno le persone più a rischio e gli operatori sanitari dei Paesi a basso e medio reddito. Ma secondo l'Alleanza globale per i vaccini, le dosi effettivamente consegnate sono un miliardo. I blocchi nell'export delle dosi previste, le incertezze sui tempi di approvazione dei vaccini inclusi nel programma, la decisione di non utilizzare i vaccini Johnson & Johnson e AstraZeneca, dopo le controversie, hanno determinato una drastica riduzione delle forniture previste. Inoltre, il principale fornitore del programma, il Serum Institute of India, ha privilegiato gli approvvigionamenti interni per proteggere la popolazione indiana. L'amara realtà forse è che semplicemente i Paesi ricchi hanno donato poco a quelli più poveri o in misura minore rispetto a quanto si erano impegnati a fare.

Serve un Pandemic Vaccine Pool per uscire dalla pandemia

Poiché i vaccini si sono dimostrati estremamente efficaci nell'impedire la malattia grave e la morte, nonostante le incertezze e i rischi nell'evoluzione del virus, è opportuno assicurare questa opportunità di prevenzione a tutte le popolazioni del mondo. Per mettere in atto questa strategia e migliorare l'outcome nel 2022, secondo l'Alleanza globale per i vaccini servono, urgentemente, altre 600 milioni di dosi addizionali, con un finanziamento globale di 5,2 miliardi di dollari, per far fronte a un Pandemic Vaccine Pool che permetta al maggior numero possibile di persone nel mondo di ricevere almeno la vaccinazione primaria con due dosi.

Considerando che il virus SarsCoV-2 continua a mutare in diverse varianti e che i vari ceppi si diffondono rapidamente grazie alla mobilità globale, i numeri dello studio dei ricercatori di Hong Kong prevedono che la disuguaglianza vaccinale, se non risolta entro i prossimi cinque anni, porterà sì una riduzione rapida della mortalità nei paesi ad alto reddito, nel primo anno, ma purtroppo anche una sostanziale estensione della durata della pandemia a livello globale, perché ci sarà una maggiore probabilità che emergano nuove varianti del virus nei paesi a basso e medio reddito. Le popolazioni ampiamente vaccinate perderanno progressivamente la loro protezione dopo il primo anno di immunità e saranno più suscettibili e vulnerabili all'aumento delle infezioni. Non vaccinare una parte importante del mondo – la metà - in termini di estensione geografica e di numero di popolazione, porta quindi inevitabilmente ad un aumento del rischio a livello globale. Questo preoccupante scenario può e deve essere bilanciato quanto prima dai paesi ad alto reddito, non solo per un obbligo morale ma anche per un interesse utilitaristico. Se Covax non decolla, uscire dalla pandemia sarà soltanto una chimera.

Infermiere

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