Nella prima “tranche” di non vaccinati ci sono anche 100 infermieri. L’Opi di Brescia si riunirà nel tardo pomeriggio del 28 luglio per analizzare i singoli casi, ma gli atti di accertamento sono chiusi. La presidente, Stefania Pace: Mi aspettavo meno persone. Anche perché i sanitari hanno conoscenze più approfondite di un normale cittadino
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Pronte le sospensioni per 100 infermieri no vax nel bresciano
Dopo le promesse e gli annunci, ora nel bresciano arrivano le sospensioni dei sanitari no vax. La prima tranche di notifiche è costituita da un elenco di 240 professionisti. Dunque, gli Ordini professionali stanno dando seguito ai procedimenti avviati dall’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Brescia che – dopo avere inviato due solleciti – ha certificato che diversi sanitari non intendevano vaccinarsi contro il Covid-19 né avevano ragioni valide per esentarsi. Un “atto d’accertamento” è stato poi inviato agli Ordini che gli hanno dato seguito, con il via alle notifiche di sospensione.
Dopo Milano (dove sono 1.300 i sanitari per i quali sono partite le procedure che portano di fatto all’interruzione dell'incarico lavorativo, ma dal prossimo mese i numeri potrebbero perlomeno raddoppiare) sono Brescia e Pavia (quest’ultima con 122 sanitari interessati dal provvedimento) le Ats dove il fronte è più caldo e permane maggiore agitazione fra chi ancora non si è immunizzato.
Proprio nella città “leonessa d’Italia” si parla, appunto, di 240 sanitari sospesi, tra i quali un centinaio di infermieri. Di questi, molti non hanno ancora ricevuto la notifica ufficiale, considerando che l’Opi di Brescia si riunirà nella serata del 28 luglio per analizzare i singoli casi. Resta però il fatto che gli atti di accertamento sono chiusi e la strada delle sospensioni degli operatori sanitari contrari a vaccinarsi è delineata.
La presidente Stefania Pace ammette: Mi aspettavo meno persone
. Già, si sperava che gli operatori sanitari no vax del bresciano fossero di un numero nettamente inferiore. La stessa Pace, però, tiene a ricordare che la normativa sull’obbligo vaccinale (la Legge n. 76/2021, già in vigore dallo scorso 1° aprile come decreto legge, poi convertito) è stata concretizzata per tutelare da una parte i sanitari e le loro famiglie e dall’altra i pazienti. In un contesto di cura la sicurezza è centrale, pertanto auspico che molti ci ripensino
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È arduo, tuttavia, comprendere le ragioni circa le motivazioni di tale scelta, ma non è infrequente che a giocare un ruolo chiave ci sia la paura: Diversi colleghi hanno paura per questo vaccino. Ed è una risposta che disorienta
, prosegue la presidente dell’Opi. Già, perché i professionisti del settore – occorre sempre ricordarlo – hanno conoscenze più approfondite di un normale cittadino
e la scienza per quanto li riguarda dovrebbe allontanare terrori del genere: l’immunità di gregge è fondamentale. Ed è dovere di ognuno contribuirvi
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Non bisogna dimenticare, però, che sulla questione delle sospensioni pende (anche) il ricorso al Tar di Brescia che – su specifica istanza dei ricorrenti, che hanno ritenuto inutile procedere con l’udienza cautelare
– si è riservato di stabilire una data relativamente all’udienza di merito, per decidere sul ricorso dei circa 250 sanitari contrari a vaccinarsi. Il pronunciamento della giustizia (di quella amministrativa, per il momento) arriverà a conclusione dell’estate o comunque entro la fine del 2021.
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