Si preannunciano nuovi ricorsi al Tar nei confronti delle Ats lombarde. Nel frattempo, c’è stata la prima udienza al tribunale di via Zima: decisione nel merito rinviata a dopo l’estate o comunque entro la fine del 2021. L’avvocato Granara: Nel caso di parere negativo ci rivolgeremo al Consiglio di Stato
.
Altri 250 sanitari contrari all'obbligo vaccinale ricorrono al Tar Brescia
Obbligo di vaccinazione per i sanitari no vax: alla fine il Tar di Brescia, su specifica istanza dei ricorrenti, che hanno ritenuto inutile procedere con l’udienza cautelare
, si è riservato di stabilire una data relativamente all’udienza di merito, per decidere sul ricorso dei circa 250 sanitari contrari a vaccinarsi.
Il pronunciamento della giustizia (di quella amministrativa, per il momento) arriverà dopo l’estate o comunque entro la fine dell’anno. Nel frattempo resta, ovviamente, l’obbligo di vaccinazione anti-Covid – introdotto lo scorso 1° aprile con decreto poi convertito in legge – e non essendo stata discussa la sospensiva, nulla esclude che potranno comunque giungere eventuali notifiche di allontanamento dal lavoro.
Se arriverà il provvedimento di sospensione da parte di Ats lo impugneremo. E in caso di parere negativo siamo pronti a rivolgerci al Consiglio di Stato per chiedere la sospensione cautelare
, ha spiegato l’avvocato dei ricorrenti, Daniele Granara. Dunque, nonostante gli appelli degli Ordini professionali, le tante opere di coinvolgimento da parte delle istituzioni, le minacce di trasferimento ad altro incarico – fino alla sospensione oppure al licenziamento – i sanitari no vax non si arrendono. E non parrebbero essere i soli.
Il numero dei ricorrenti, infatti, sarebbe destinato a salire. Per essere più precisi, a raddoppiare. Tradotto: nuovi ricorsi al Tar dai sanitari no vax per chiedere di annullare dell’obbligatorietà vaccinale. E a questo proposito, l’avvocato Granara annuncia: Depositeremo a stretto giro altre 250 istanze
. Nessuna resa mai, dunque, da parte degli infermieri, degli Oss e dei medici non ancora vaccinati. Su quest’ultima categoria il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, è stato chiaro: Non è possibile che un medico non creda al vaccino. È come se un ingegnere non credesse alla matematica
.
Aspetto spesso sottovalutato, poi, è la non contezza di quanti siano i pazienti che potrebbero essere stati persuasi dai convinti no vax a non tutelarsi contro il Covid, rischiando l’ospedalizzazione o, nel peggiore dei casi, la morte. Ma lontano dalle strutture sanitarie, con l’incombere delle sospensioni, il campanello del Tar di via Zima a Brescia rischia di suonare ancora tante volte. Magari a farlo squillare sarà la stessa infermiera del Centro prelievi degli Spedali Civili, che ha spiegato: Ho avuto il Covid e non mi occorre il vaccino, non è stato testato a sufficienza. All’interno del reparto, su 28 persone in 7 la pensano come me
. Un dipendente su 4, insomma.
E certamente non aiuta, in questo senso, l’estate che entra sempre di più nel vivo. Con le Aziende, in Lombardia come nel resto della penisola, che potrebbero avere seri difficoltà a sospendere anche una piccola parte di sanitari no vax – veri e propri postulatori della libertà di scelta in tema vaccinale – considerando che nelle prossime settimane la forza lavoro già di per se sarà, inevitabilmente, ancora più in sofferenza.
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