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Stop al tirocinio da infermiera perché senza vaccino Covid

di Redazione

Un infermiere che non capisce l'importanza delle vaccinazioni è bene che faccia un altro mestiere. La vaccinazione del personale sanitario dovrebbe essere un obbligo etico, prima ancora che amministrativo. Così l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, intervenendo in merito alla controversa questione sollevata da Azione Universitaria che ha denunciato il caso di una studentessa di 21 anni, pronta ad iscriversi al terzo anno del CdL di Infermieristica, che non può frequentare il tirocinio obbligatorio presso l'Asl di Lecce in quanto sprovvista della vaccinazione anti Covid-19. Gli operatori sanitari devono essere i primi a vaccinarsi per diverse ragioni: proteggere sé stessi e i pazienti, evitare assenteismo nella stagione epidemica ed essere d'esempio per i cittadini. Se uno studente delle professioni sanitarie non comprende questo concetto, significa che ha studiato poco e male, continua Lopalco. Per Azione Universitaria si tratta di ricatto politico.

Azione Universitaria sul piede di guerra contro legge regione Puglia

Dalla ricostruzione della vicenda emerge che la studentessa avrebbe deciso di non sottoporsi a nessuna profilassi sin dall'inizio della pandemia. Durante i primi due anni di studi avrebbe comunque ottenuto l'autorizzazione temporanea a frequentare i reparti destinati al suo tirocinio clinico, accettando di sottoporsi a periodiche visite specifiche con un medico competente dell'azienda sanitaria.

Per il prossimo anno accademico l'ospedale leccese “Fazzi”, che è sede universitaria, avrebbe invece richiesto alla giovane di eseguire la vaccinazione contro il Covid-19 ai fini dei tirocini previsti dal terzo anno di studi, in virtù di una legge regionale della Puglia che consentirebbe alle singole Asl, qualora lo ritenessero opportuno, di obbligare gli studenti a vaccinarsi.

L’associazione studentesca Azione Universitaria ha fatto sapere che per questa controversa decisione sono arrivate richieste di chiarimento del Garante della Privacy in quanto risulta che ovunque nel resto d'Italia questo vaccino non sia ormai più richiesto per effettuare il tirocinio in corsia.

È un problema ancora più paradossale se consideriamo che tutti i membri del personale sanitario, compresi medici ed infermieri, che non si erano vaccinati sono già stati reintrodotti a lavorare nella struttura anche senza alcuna dose di vaccino sin dalla fine del 2022 e continuano a farlo tuttora – puntualizzano -. Allora perché uno studente che ha solo bisogno di fare esperienza lavorativa e di capire come funzionano i meccanismi ospedalieri viene ostacolato da un ricatto esclusivamente politico?, tuona l'associazione studentesca.

La stessa Azione Universitaria fa sapere che sia il rettore dell'Università salentina sia il direttore generale dell'azienda sanitaria avrebbero espresso parere contrario alla loro proposta di inserire la studentessa in altre strutture in alternativa all'ospedale “Fazzi”, eventualmente stipulando delle convenzioni con quelle private dove il vaccino non è richiesto: La proposta è stata immediatamente rifiutata senza ulteriori spiegazioni, precisano.

Come al solito la Puglia e l'amministrazione Emiliano devono sapersi distinguere - protesta l'associazione di studenti -. Per il terzo anno il procedimento è cambiato, escludendo di fatto la studentessa dall'attività all'interno delle strutture sanitarie. Chiediamo pertanto che nel 2024 uno studente non debba più subire il ricatto politico del vaccino anti-Covid e che si possa laureare, concludono.

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