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Scala di valutazione

La valutazione in psichiatria: una sfida e un'opportunità

di Carlo Scovino

Le scale di valutazione vengono utilizzate dagli operatori sociali (infermieri, riabilitatori ed educatori professionali) per raccogliere informazioni che consentano di stabilire insieme al paziente gli obiettivi del programma socio-assistenziale-educativo-riabilitativo e per monitorare l’andamento del progetto e del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Le scale di valutazione di seguito presentate sono quelle che gli operatori del comparto sociosanitario, specificatamente psichiatrico, hanno iniziato a usare da qualche tempo all’interno dei servizi.

Strumenti di valutazione in area psichiatrica

Gli infermieri già da tempo utilizzano scale di valutazione quali di esempio la Gordon Scale, la Bedside Swallow Assessment, la Scala di Braden, ecc. così come anche i fisioterapisti, i TerP, ecc. In uno scenario socio-sanitario sempre più in evoluzione e in un panorama politico che ha ridisegnato e normato i ruoli di tutto il comparto, la categoria degli educatori professionali ha avviato una riflessione al riguardo solo negli ultimi anni. Le ragioni di tale ritardo sono articolate e richiederebbero un approfondimento specifico.

In questo articolo vengono presentati alcuni degli strumenti di valutazione che iniziano ad essere utilizzati nei servizi psichiatrici territoriali da parte degli educatori professionali e condivisi con le équipe multidisciplinari e multiprofessionali.

Le scale di valutazione fino ad ora prese in considerazione, nelle diverse modalità di somministrazione ed elaborazione dei dati, sono utili all’individuazione delle aree di vita critiche per il paziente e al supporto nella formulazione di un progetto educativo-riabilitativo aderente ai bisogni manifestati e alla valutazione del cambiamento conseguente all’intervento proposto.

Inoltre, seppur attraverso modalità di esecuzione differenti, le scale di valutazione considerate prevedono lo svolgimento di tre fasi valutative fondamentali: la valutazione iniziale, quella intermedia e quella finale, svolte con tempistiche differenti.

Il miglioramento della qualità della pratica educativo-riabilitativa potrebbe essere resa possibile dall’applicazione di procedure di valutazione dell’esito degli interventi.

La ridefinizione del ruolo professionale, con l’obbligatorietà dell’iscrizione all’albo, lo specifica ulteriormente.

  • Articolo redatto con la collaborazione di Alice Caravello – junior assistant
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