Il Charlson Comorbidity Index è una metodica semplice e rapida che predice l'aspettativa di vita di un paziente con una vasta gamma di condizioni patologiche coesistenti. Questo riferimento consente di misurare la comorbidità e correlarla alla probabilità di sopravvivenza e al consumo di risorse sanitarie.
Cos’è il Charlson Comorbity Index
Il Charlson Comorbity Index (CCI) o Indice di Comorbidità di Charlson è stato sviluppato per la prima volta nel 1987 dalla dott.ssa Mary E. Charlson allo scopo di classificare le comorbidità che potrebbero influire sul rischio di mortalità.
Questo indice è stato sviluppato empiricamente sulla base della mortalità misurata in un anno all'interno di uno studio di coorte su 604 pazienti ammessi al New York Hospital in un mese nel 1984.
Successivamente l'indice è stato valutato per la sua capacità di prevedere il rischio di morte da comorbidità in una coorte di 685 pazienti trattati per tumore del seno allo Yake New Haven Hospital, tra il 1962 ed il 1969.
In questo senso, il termine “comorbidità” si riferisce all'esistenza o al verificarsi di una qualunque entità aggiuntiva durante il decorso clinico di un paziente con una malattia; in poche parole, significa la presenza nello stesso momento di più malattie che possono avere differenti livelli di gravità ed effetti differenti sulla salute dell'individuo.
L'indice di comorbidità di Charlson è stato sottoposto a numerose revisioni e variazioni nel corso degli anni; oggi può essere eseguito con strumenti “on line” o sotto forma di questionario (compilato da parte del paziente stesso) e viene utilizzato soprattutto in soggetti anziani affetti da neoplasie, malattie neurodegenerative e cardiopatie croniche.
Infine, grazie a questo indice è possibile anche ottenere una stima della probabilità di sopravvivenza a 10 anni, calcolata usando la seguente formula: 0.983A, dove A = e(CCI x 0.9).
Bibliografia
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