L’ernia inguinale è la fuoriuscita di viscere dalla normale sede attraverso una porta erniaria comparendo nell’area pelvica. Nell’opinione comune l’ernia inguinale è un problema banale, poiché spesso trattata con un intervento routinario, in day hospital o in ambulatorio. Ma frequentemente l’ernia inguinale è fastidiosa, spesso invalidante e anche mortale se strozzata e non trattata. Si calcola inoltre che il 10% delle ernie già trattate è recidivante. Considerando che in Italia il numero degli interventi supera i 100.000 l’anno è ben chiaro il costo sociale di tale percorso. Durante il re-intervento per recidiva, inoltre, cresce il rischio di lesione dei vasi testicolari. L’ernia inguinale dunque non è da sottovalutare e in medicina la tematica è molto sentita, tanto da portare a sviluppare ben oltre 80 metodi per risolvere in modo soddisfacente il problema.
Cos’è l’ernia inguinale
L’ernia inguinale è la fuoriuscita o sporgenza di visceri dalla normale sede verso l’area pelvica, attraversando una porta erniaria della parete addominale.
Normalmente la muscolatura permette di resistere alle sollecitazioni e alle pressioni endoaddominali, ma la zona inguinale è fisiologicamente più debole, soprattutto quella maschile. Questa area, infatti, è attraversata da un tunnel ricco di vasi e nervi, ma povera di muscolatura. Il viscere che sporge può essere parte dell’intestino o grasso addominale.
Sono quindi proprio gli uomini ad essere maggiormente colpiti da ernia inguinale, ma è possibile che si presenti anche in bambini, anziani e donne in gravidanza.
Il 75% circa di tutte le ernie addominali è inguinale, ma esistono anche ernie femorali, incisionali ed ernie rare. In base alla zona anatomica specifica distinguiamo dunque:
- Ernie inguinali, che sono quelle che si formano sopra il legamento inguinale
- Ernie femorali, che si formano sotto il legamento inguinale scendendo nel canale femorale
Le ernie inguinali si distinguono in dirette e indirette.
- Le ernie inguinali indirette o oblique esterne passano attraverso l’anello inguinale profondo, scorrono sul pavimento interno nel canale inguinale e il viscere che spinge il peritoneo fuoriuscirà attraverso l’anello inguinale con un percorso indiretto. Queste ernie possono essere o congenite o propriamente dette “da sforzo”
- Le ernie inguinali dirette si estendono invece anteriormente senza passare né per l’anello inguinale profondo né per l’anello inguinale superficiale. Percorrono quindi un tragitto diretto postero-anteriore. Queste ernie possono essere solo da sforzo
L’aggregazione di questi due tipi di ernia - diretta e indiretta - dà vita alla cosiddetta ernia a pantalone o ernia mista.
Le ernie femorali, invece, sono situate sotto il legamento inguinale. La maggior parte delle volte si riversano all’interno del canale femorale dove il viscere spinge il peritoneo. Non sono visibili come quelle inguinali, ma alcune volte possono essere viste al di fuori, davanti ai vasi femorali.
Cause di ernia inguinale
All’origine di un’ernia inguinale c’è una debolezza della parete addominale, proprio nel tratto inguinale. Questa debolezza può essere congenita e può essere accentuata da uno scarso tono muscolare. Anatomicamente gli uomini sono più predisposti alla comparsa di un’ernia inguinale in quanto il tunnel inguinale è più fragile, poiché percorso da vasi e nervi collegati al testicolo.
Quando, a causa di una eccessiva pressione endoaddominale, la parete non riesce a resistere alle sollecitazioni, le viscere spingono sui tessuti più deboli del canale inguinale, provocando un’incuneazione o fuoriuscita di materiale.
Nelle donne il canale inguinale è meno danneggiabile, ecco perché l’ernia inguinale la ritroviamo più frequentemente negli uomini, generalmente a destra, anche se non sono rari i casi di ernia bilaterale.
Fattori di rischio di ernia inguinale
I fattori di rischio sono diversi:
- Fisiologia e scarso tono muscolare della parete inguinale
- Lavori pesanti che includono il sollevamento di carichi gravosi
- Obesità o eccessiva magrezza
- Stipsi severa
- Strappi muscolari
- Tosse cronica
Come si manifesta l’ernia inguinale
La maggior parte dei pazienti colpiti da ernia inguinale riferisce solo un rigonfiamento visibile che può essere fastidioso o assolutamente asintomatico, meno visibile in posizione supina, ma più accentuato in stazione eretta.
La tumefazione, più o meno pronunciata è associata anche a bruciore o dolore soprattutto nella posizione eretta quando la pressione endoaddominale è maggiore o in caso di sforzi dovuti a sollevamento pesi, tosse o stipsi.
Altri sintomi tipici sono il senso di pesantezza testicolare e/o alla gamba, difficoltà a stare in piedi e problematiche digestive. I sintomi non regrediscono spontaneamente, ma possono aggravarsi se sottovalutati, fino a provocare strozzamento o peritonite.
Un’ernia strozzata è accompagnata da dolore continuo addominale associato a nausea e vomito. Un’ernia incarcerata può causare invece un’ostruzione intestinale.
Diagnosi di ernia inguinale
La diagnosi di ernia inguinale è clinica. Un’approfondita anamnesi e un’accurata visita sono indispensabili per diagnosticare l’ernia.
La visita viene eseguita tramite palpazione della zona e se l’ernia non è molto esposta si richiede al paziente di mettersi in piedi o di eseguire la manovra di Valsalva al fine di aumentare la pressione endoaddominale ed accrescere la visibilità della tumefazione.
Se l’esame obiettivo dovesse risultare dubbio si eseguirà un’ecografia.
Come si cura l’ernia inguinale
L’ernia inguinale non regredisce spontaneamente. In alcune situazioni è possibile riposizionarla tramite una leggera pressione. Quando l’ernia è in peggioramento, invalidante e/o dolorosa, occorre procedere chirurgicamente. Qualora l’intervento chirurgico non fosse applicabile, il trattamento conservativo tramite cinto ortopedico erniario sarebbe la soluzione ottimale.
La chirurgia erniaria moderna nasce nel 1884 proprio in Italia, ad opera del dottor Edoardo Bassini. Il principio del suo intervento è quello di ricostruire la normale anatomia e ripristinare la fisiologia dei meccanismi muscolari che difendono la regione inguinale.
Negli anni ‘50 l’evoluzione è data dalla chirurgia protesica attraverso reti biocompatibili, tutt’oggi molto utilizzata.
Si calcola che il 10% delle ernie già trattate è recidivante. Considerando che in Italia il numero degli interventi supera i 100.000 l’anno è ben chiaro il costo sociale di tale percorso. Durante il re-intervento per recidiva, inoltre, cresce il rischio di lesione dei vasi testicolari. Un'ernia incarcerata o strozzata di qualsiasi tipo richiede intervento chirurgico urgente.
L’ernia inguinale, dunque, non è da sottovalutare e in medicina la tematica è molto sentita, tanto da portare a sviluppare ben oltre 80 metodi per risolvere in modo soddisfacente il problema.
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