Epidemiologia del colera
Il contatto diretto da persona a persona, senza la contaminazione di cibo e acqua, è raro in buone condizioni igieniche poicghè la carica batterica necessaria alla trasmissione è molto elevata.
Dalle analisi epidemiologiche risulta che le acque salmastre e l'uomo, l'unico tra gli esseri viventi, sono il principale serbatoio del patogeno.
Il colera si presenta sia come un’epidemia circoscritta che come endemia cronica in alcune zone.
Si diffonde spesso dalla sua area originaria verso il resto del mondo generando pandemia, una manifestazione epidemica su scala planetaria: dai dati epidemiologici risulta che dal 1961 è in corso la settima pandemia che dall'Asia meridionale ha raggiunto l'Africa nel 1971 e l'America nel 1991.
Raro nel mondo sviluppato per gli elevati standard igienici e sanitari e per la disponibilità di un'adeguata assistenza sanitaria, il colera colpisce circa 3-5 milioni di persone ogni anno nei 50 Paesi in cui è endemico , in particolare in Africa e nel sud est asiatico . Si stima che nel 2010 siano morte per colera dalle 58.000 alle 130.000 persone.
In Italia l'ultima epidemia di colera risale al 1973 in Campania e Puglia e nel 1994 sono stati segnalati 10 casi a Bari. L'ultimo caso registrato nel nostro Paese risale al 2008, d'importazione da un soggetto rientrato da un viaggio in Egitto.
Il rischio di morte è di circa il 5%, ma se non si ha accesso alle cure la mortalità sale drammaticamente al 50%, anche a distanza di poche ore dal contagio.
Vibrioni di colera
Si conoscono circa 200 sierotipi di vibrione di colera , ma le epidemie sono causate da due sierogruppi, ceppi tossigenici che, una volta superata la barriera gastrica, producono una potente tossina responsabile dei sintomi della malattia.
Si tratta del Vibrio cholerae 01 , responsabile della maggior parte dei casi nel mondo e del Vibrio cholerae 0139 , identificato per la prima volta nel 1992 in Bangladesh e diffuso sinora soltanto nel sud est asiatico. Recenti studi evidenziano che la diffusione del sierogruppo 01 possa essere favorito dalla formazione di ambienti idonei al suo sviluppo a causa dei cambiamenti climatici in atto.
Come si trasmette il colera
La trasmissione è oro-fecale , ci si contagia ingerendo acqua ed alimenti contaminati da materiale fecale di individui infetti, sia malati che portatori sani e convalescenti. Il contatto diretto da persona a persona, senza la contaminazione di cibo e acqua, è raro in buone condizioni igieniche perché la carica batterica necessaria alla trasmissione è molto elevata, superiore al milione di vibrioni.
I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o poco cotti, soprattutto molluschi e frutti di mare poiché il batterio vive soprattutto in ambienti d'acqua salmastra e lungo le coste. Le scarse condizioni igienico sanitarie, l'inefficienza degli impianti fognari e la indisponibilità di acqua potabile sono i principali fattori di rischio della malattia e rappresentano le condizioni favorenti le epidemie di colera .
Colera e periodo di incubazione
Il colera ha una incubazione variabile , generalmente 2-3 giorni. Si manifesta improvvisamente. A seconda del numero di batteri ingeriti, ci si ammala entro 2 ore o 5 giorni dal contagio. La malattia è asintomatica nel 75% dei casi.
Nei sintomatici soltanto alcuni sviluppano una forma grave che porta alla morte per shock ipovolemico a causa della disidratazione inarrestabile e dello squilibrio elettrolitico.
Sintomi di colera
Il sintomo principale del colera è la diarrea profusa, causata dalla tossina colerica prodotta dal batterio adeso al lume intestinale, che provoca una rapida e pericolosa perdita di liquidi. Questa potente tossina nelle cellule dell'intestino interferisce con il normale flusso di sodio e cloro e causa una perdita rapida di liquidi ed elettroliti che si raccolgono nell'intestino e provocano la diarrea.
Le scariche sono brevi e frequenti: si perdono circa 50-150 ml di liquidi a scarica per 50-100 scariche quotidiane. Sono dapprima acquose e di color marrone, poi appaiono chiare e liquide. Hanno un tipico aspetto detto “acqua di riso”, pallido e lattiginoso, che ricorda l'acqua in cui sia stato sciacquato il cereale bianco.
La diarrea compare in assenza di dolore addominale e di tenesmo rettale. Può essere complicata da acidosi (per la perdita di bicabornato con le feci), ipokaliemia, vomito, crampi muscolari agli arti inferiori (per la perdita di potassio); la febbre non è un sintomo comune.
Gli esiti possono essere rapidamente fatali, poiché si possono perdere un litro di feci all'ora con conseguente stato di grave disidratazione. Compaiono sete e debolezza. La cute è fredda e le mucose asciutte. La disidratazione causa disturbi come irritabilità, letargia, occhi infossati, ipotensione, aritmia cardiaca, oligo-anuria.
Diagnosi di colera e trattamento
La diagnosi è clinica e si basa sulla sintomatologia e sull'esame colturale delle feci , su un terreno adatto incubato per 18 ore circa a 37°, che individua il vibrione del colera .
Secondo le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la reintegrazione dei liquidi e dei Sali persi con la diarrea incoercibile e il vomito è l'obiettivo principale del trattamento del colera. La reidratazione orale con soluzioni ricche di zuccheri, elettroliti ed acqua deve essere tempestiva per risolvere il quadro sintomatologico ed impedire l'evoluzione nella malattia più severa. Tale terapia risulta efficace nel 90% dei casi.
Le forme più gravi richiedono il rispristino della volemia con la somministrazione endovenosa di 4-6 litri di soluzioni elettrolitiche o di Ringer lattato. Se trattati rapidamente e correttamente, soltanto l'1% dei soggetti muore. Il decorso della malattia può essere più breve e l'intensità della sintomatologia può essere ridotta con la somministrazione di tetracicline e ciprofloxacina ; il trattamento con antibiotici può essere utile soprattutto nei soggetti più fragili, come i bambini - che hanno un equilibrio idrico ed elettrolitico molto delicato - e nelle forme più gravi.
Prevenire il colera
La depurazione dell'acqua e il corretto funzionamento del sistema fognario sono condizioni necessarie per attuare interventi di sanità pubblica e favorire la prevenzione di epidemie di colera. Garantire la sicurezza degli alimenti e dell'acqua e migliorare l'igiene personale e degli ambienti di vita sono condizioni di base per prevenire la diffusione della malattia.
Poiché i vibrioni di colera sono sensibili all'azione dei comuni detergenti e disinfettanti, il lavaggio delle mani prima di iniziare a cucinare e a mangiare è una misura semplice, ma fondamentale per ridurre il contagio.
È disponibile un vaccino orale ma sono attualmente ancora in corso studi approfonditi per valutarne l'efficacia. Allo stato attuale dell'arte le evidenze suggeriscono che il vaccino garantisce una protezione di circa 6 mesi con il vantaggio di proteggere anche dall'infezione da Escherichia coli .
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