La calcolosi salivare è un disturbo a carico delle ghiandole salivari: parotidi, sottomandibolari (l’80% circa originano da questa sede) e sottolinguali bilaterali. I calcoli che si formano ed occludono il dotto sono composti principalmente da fosfato di calcio, magnesio e carbonato; la loro presenza si rileva specialmente in tutti quei pazienti che hanno una stasi salivare come: stati disidratativi, cachettici, pazienti che assumono farmaci anticolinergici.
Segni e sintomi di calcolosi salivare
I sintomi relativi alla calcolosi salivare sono correlati all’ostruzione del dotto entro cui il calcolo tenta di progredire, infatti tale patologia causa principalmente tumefazione locale e dolore che si verifica specialmente dopo l’assunzione di cibo, in corrispondenza della stimolazione fisiologica salivare.
Diagnosi e trattamento
Per poter fare diagnosi di calcolosi salivare è necessaria una valutazione clinica del paziente associata ad eventuale diagnostica per immagini. A livello clinico è decisiva la raccolta di segni e sintomi, caratteristici per la patologia; talvolta al paziente può essere utile somministrare sostanze che stimolano il flusso salivare, proprio per evocare i sintomi e fare diagnosi certa.
La diagnostica per immagini va utilizzata in caso di dubbio sulla diagnosi clinica e comprende: TC, ecografia e scialografia. La scialografia è un esame che consiste nella somministrazione di mezzo di contrasto attraverso un catetere inserito nel dotto salivare; qualora vi fosse un'ostruzione, essa è facilmente riconoscibile e differenziabile tra calcolo, stenosi o massa tumorale.
L’esame ecografico sta prendendo sempre più importanza con l’avanzare delle tecniche ecografiche e di strumenti sempre più precisi. Esami radiologici di secondo livello possono essere utili per riconoscere calcoli di piccole dimensioni che si trovano nella parte distale del dotto, laddove le precedenti procedure non riescono ad arrivare.
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