"Mi ha sempre affascinato il volontariato e appena laureata volevo fare questo tipo di esperienza - spiega a Nurse24.it - ho chiesto se l'avessi potuta fare da studentessa e così nel gennaio 2015 sono andata per tre settimane in Cameroun. Ci tornerò a gennaio 2016. Stavo quasi sempre in sala operatoria come infermiere anestesista e di camera". I profughi in Italia? "Non è giusto che vengano de-radicati dalla loro cultura e dalle loro origini. Ovviamente questo quando è possibile, nei casi più gravi di impossibilità di rientro in patria allora tutti i profughi vanno sostenuti al di là del loro credo politico, della loro rilevanza sociale e della loro provenienza".
ALBENGA. Fabiana Ferrua, 24 anni, fa volontariato sociale nei paesi del Terzo Mondo e sarà una futura Infermiera. A Nurse24.it affida la sua storia. Vediamo cosa ci ha raccontato.
Fabiana si confessa: «voglio aiutare questa povera gente che spesso non ha nemmeno l’acqua per bere, figuriamoci se può accedere alla cure e all’assistenza di medici e personale infermieristico; vanno aiutati nella loro terra, tra i loro affetti e le loro radici».
Ma chi è la protagonista del nostro racconto?
Fabiana Ferrua abita ad Albenga, nel Savonese, ma studia Infermieristica nel Polo didattico di Pietra Ligure (Università degli Studi di Genova).
È al terzo anno e sta lavorando su internet in varie biblioteche pubbliche e private a una tesi di laurea su “Le competenze dell'infermiere in contesto di cooperazione internazionale: indagine sulla gestione delle infezioni perioperatorie” (relatrice la Dott.ssa Jessica Caprio, medico rianimatore al "Santa Corona" di Pietra Ligure).
Come mai hai scelto di occuparti di questo tema?
«Mi ha sempre affascinato il volontariato e appena laureata volevo fare questo tipo di esperienza - spiega Fabiana a Nurse24.it - ho chiesto se l'avessi potuta fare da studentessa e così nel gennaio 2015 sono andata per tre settimane in Cameroun. Ci tornerò a gennaio 2016. Stavo quasi sempre in sala operatoria come infermiere anestesista e di camera. Con due medici abbiamo fatto visita ai villaggi della zona ed è stata un'esperienza fantastica. Agli infermieri locali facevamo educazione terapeutica, ad esempio come utilizzare i guanti sterili, l'importanza della sterilità nelle ferite post operatoria anche quando le condizioni igieniche non lo permettono. Ricordo che nel nostro blocco operatoria eravamo senza acqua corrente e durante un isterectomia è andata pure via la luce. Alla fine la paziente si è salvata e l’intervento è andato a buon fine. Nel mondo civilizzato questo non potrebbe accadere».
Cosa ne pensi dell’assistenza ai profughi nei vari campi italiani e in Europa?
«Sono dell’idea che queste persone devono essere assolutamente aiutate e possibilmente nel loro territorio. Non è giusto che vengano de-radicati dalla loro cultura e dalle loro origini. Ovviamente questo quando è possibile, nei casi più gravi di impossibilità di rientro in patria allora tutti i profughi vanno sostenuti al di là del loro credo politico, della loro rilevanza sociale e della loro provenienza - conclude Fabiana - molti di loro seguono il falso mito dell’Italia e poi si trovano di fronte a un muro di intolleranza e di non comprensione. Bisognerebbe intervenire in tal senso, ovvero convincerli che la loro terra è meravigliosa e che le battaglie si fanno e si vincono nei rispettivi territori».
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