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Infermieristica. Laboratorio teatrale: Corpi che curano

di Redazione

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TORINO. La crescente domanda di una didattica alternativa all’interno dei percorsi formativi universitari riflette l’esigenza di una modalità organizzativo-temporale altra, che dia spazio alla conoscenza reciproca, al confronto, all'elaborazione critico-riflessiva. 

Tale domanda - posta sempre più insistentemente in essere da numerose pubblicazioni di Medical Humanities - si pone come imprescindibile nella formazione dei professionisti sanitari, i quali avranno costantemente a che fare con l'altro da sé, ed in particolare con l'altro da sé in condizione di necessità.

L'assistenza alla persona in condizione di necessità porta l'infermiere ad interrogarsi su di sé, sulla propria sfera emotiva e sulla capacità di gestire le proprie emozioni. È quindi necessario sensibilizzare lo studente a questo proposito sin dall'inizio della sua formazione, affinché egli possa riflettere sull’importanza della propria ed altrui corporeità nella relazione di cura, sul proprio ruolo di caregiver e sulla complessità relazionale insita nella relazione infermiere-paziente.

 

Il laboratorio teatrale "Corpi che curano" è stato realizzato con un gruppo di 12 studenti del corso di Laurea in Infermieristica di Torino-Molinette. Riconosciuto come ADE nel piano didattico degli studenti, ha avuto una durata di 22 ore e si è concluso con una performance aperta al pubblico. Replicata in occasione del convegno "Il teatro nella formazione dei professionisti sanitari".

 

Il laboratorio è stato affidato a Marta Abate, laureanda in Discipline Teatrali ed esperta nella conduzione di laboratori teatrali, e al collega Michelangelo Frola, dell'associazione ScenaMadre, con la supervisione scientifica del dott. Raffaela Nicotera, tutor supervisore del Cdl in Infermieristica e al dott. Pietro Altini, coordinatore del Cdl in Infermieristica.

 

L'esperienza, raccontano gli studenti che hanno partecipato, raccontata nel video si è rivelata estremamente positiva per la loro formazione.

Il laboratorio è integrato in un progetto più ampio, dove gli studenti sono stati sottoposti a una prova relazionale simile a quella che si svolge normalmente per l'esame di tirocinio.

Successivamente la metà di questi studenti ha partecipato al laboratorio teatrale.

 

Si è poi ripetuta la prova relazionale, per verificare se coloro i quali avevano partecipato al laboratorio teatrale avessero migliorato al loro performance.

Inoltre sono stati realizzati dei focus-group precedenti e successivi al laboratorio, per meglio comprendere le loro opinioni. 

 

Il laboratorio teatrale, ed in particolare il laboratorio di teatro sociale, aiuta innanzitutto ad acquisire consapevolezza del proprio corpo e delle potenzialità comunicative del linguaggio corporeo. La consapevolezza del sé corporeo porta a sua volta ad una maggiore attenzione nei confronti del corpo dell’altro: attraverso il teatro si impara infatti a gestire la propria corporeità nella relazione e a mettersi nei panni di un altro comprendendone il punto di vista, poiché l'attore compie continuamente quest’operazione:

 

si mette nei panni di un altro pur rimanendo se stesso, sperimenta possibilità fisiche, mentali e situazionali diverse dalla sua esperienza. La pratica teatrale consente poi un’esplorazione della propria vita emozionale e sviluppa nel soggetto una  maggiore capacità di gestione dell’emotività nella relazione con l’altro.

 

Per ulteriori info visita il sito scenamadre.com

 

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