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Assistenza infermieristica domiciliare integrata

di Domenica Servidio

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L'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è la formula assistenziale che, attraverso l'intervento di più figure professionali sanitarie e sociali, realizza a domicilio del paziente un progetto assistenziale unitario, limitato o continuativo nel tempo. Per domicilio s’intende sia l' abitazione del paziente, sia una struttura comunitaria, sia casa di riposo o struttura residenziale permanente. Si caratterizza per l'integrazione delle prestazioni offerte, legate alla natura e ai bisogni a cui si rivolge.

L'obiettivo è il miglioramento della qualità della vita del paziente e l'umanizzazione del trattamento, in un contesto familiare certamente più idoneo, in particolare per il paziente anziano.

Nell’assistenza domiciliare la presa in carico è la fase in cui si conosce direttamente il paziente e l’ambiente fisico e socio-familiare in cui vive; si mettono le basi per costruire un rapporto di fiducia tra infermiere e paziente, fra l’equipe delle cure domiciliari, il paziente e la sua famiglia. La presa in carico del paziente è globale e appunto nella sua globalità includiamo la sfera fisica, psicologica, sociale, familiare e ambientale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’assistenza domiciliare come "la possibilità di fornire presso il domicilio del paziente quei servizi e quegli strumenti che contribuiscono al mantenimento del massimo livello di benessere, salute e funzione.

L’assistenza domiciliare nasce in contemporanea o quasi con lo sviluppo moderno dell’ Infermieristica. Florence Nightingale  già nel XIX secolo (1869) assisteva gli ammalati poco abbienti a domicilio. L’Inghilterra è stata la culla e la più progredita nazione nel campo dell’assistenza.
In Italia l’assistenza domiciliare esordì nel 1970, ma era ben lontana da ciò che intendiamo oggi: il personale veniva impiegato a domicilio per espletare dalle faccende domestiche o burocratiche, dal dover accudire la persona alla gestione infermieristica, fino al trattare l’ammalato affinché non si disorientasse. Con la Legge 833/’78 (Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale) nacquero i presupposti per l’assistenza domiciliare: il distretto sanitario, neo-costituitosi, diventava una struttura tecnico-funzionale periferica delle vecchie U.S.L., dove le prestazioni di primo livello erogate erano concretizzate nel ruolo sempre più decentrato del servizio sanitario fino ad arrivare in seno alle comunità, alle famiglie. Il Governo a causa dell’aumento demografico considerevole della popolazione senile, agli inizi degli anni ‘90 ha stanziato fondi e legiferato a favore degli assistiti a domicilio e delle persone non autosufficienti attuando così un’oculata politica riguardante l’assistenza domiciliare integrata e l’ospedalizzazione domiciliare (sull’ esempio della Home Care anglosassone).

L'assistenza infermieristica che viene offerta a domicilio si rivolge sia al paziente sia a chi quotidianamente lo assiste (caregiver). Il suo fine è di migliorare le condizioni di vita del paziente assicurandone una continua interazione con l'ambiente familiare. Questo tipo di assistenza si basa sull'approccio cognitivo completo delle necessità non solo sanitarie dell'utente associate a valutazioni dell'ambiente domiciliare, tenendo conto i limiti e opportunità che può offrire l'entourage casalingo. L’infermiere domiciliare agisce non diversamente dai colleghi presenti nelle aziende ospedaliere e ha la responsabilità generale dell’Assistenza Infermieristica nel rispetto di quanto definito nel nostro Profilo Professionale (Decreto Ministeriale 739/’94). Per le attività comprese nella sfera di azione specifica ha piena autonomia tecnico funzionale. L'infermiere a domicilio inoltre assicura la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche e terapeutiche e interviene nella:

Valutazione tecnico professionale dei bisogni di assistenza infermieristica della persona in funzione della gestione dell'utente a domicilio.

Pianificazione dell'assistenza infermieristica con definizione quantitativa, qualitativa e frequenza degli interventi infermieristici.

Esecuzione e valutazione degl'interventi infermieristici domiciliari sia diretti ( assistenza, educazione, relazione), che indiretti ( gestione organizzativa).

Al capezzale dell’assistito l’infermiere si trova da solo, si espone in prima persona affidandosi al proprio bagaglio formativo, a volte con la consapevolezza di contare solo su sé stesso per ciò che riguarda le proprie azioni e le relative responsabilità. Un ambiente, quello domiciliare, in cui conta non solo la professionalità di chi opera, ma anche il rapporto che si instaura tra operatore sanitario e paziente/nucleo familiare.

Molteplici sono gli interventi di supporto che l’infermiere attua a domicilio: agisce infatti sull’ambiente, insegna, dà confort, sta “accanto” al paziente, attiva risorse…

Per far si che tutti questi interventi siano efficaci l’esperienza e l’individualità del paziente devono essere centrali e la comunicazione e l’integrazione fra gli operatori e i vari servizi deve essere continua.

“Se si cura una patologia o si vince o si perde. Se si cura una persona vi garantisco che si vince, qualunque esito abbia la terapia” (Unter Patch Adams).

 

 

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