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Salute

In piazza contro il taglio del Fondo per i disturbi alimentari

di Monica Vaccaretti

Seppur definiti dal Ministero della Salute una epidemia silenziosa che causa circa 4000 morti ogni anno e nonostante si sia registrato dal 2008 al 2023 un aumento del 30% dei casi, i disturbi del comportamento alimentare (Dca) perdono un'importante risorsa per affrontarli. Il Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione non è stato rifinanziato dal Governo Meloni.

Di disturbi alimentari ci si ammala e si muore, oggi più di ieri

disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono un'epidemia silenziosa che causa circa 4000 morti ogni anno.

La Legge di bilancio varata a fine dicembre 2023 non ha infatti rinnovato il contributo finanziario istituito nel 2022 dal Governo Draghi per contrastare il fenomeno, ampiamente sottostimato.

Tale Fondo ha permesso sinora di offrire gratuitamente cura ed assistenza a circa 4 milioni di italiani, generalmente giovani e minorenni, che soffrono di anoressia, bulimia e Binge eating disorder, la sindrome di alimentazione incontrollata.

Sono stati tagliati 25 milioni di euro che il precedente esecutivo aveva stabilito di spendere in due anni, 15 milioni nel 2022 e 10 milioni nel 2023. Seppur considerate dagli esperti risorse insufficienti, sono risultate comunque fondamentali nell'ultimo biennio per aiutare le Regioni ad aprire nuovi ambulatori sul territorio, ad assumere 780 professionisti sanitari e a garantire la continuità assistenziale ai malati. A causa del mancato rinnovo si stima che saranno colpiti circa 122 mila ragazzi in età evolutiva, la maggior parte dei quali concentrati nel Sud Italia (60%).

I posti per curarsi rimangono insufficienti e stanno persino diminuendo. Il taglio dei finanziamenti aggrava una situazione già critica con interruzioni pericolose nei percorsi terapeutici. Così si è espressa l'associazione “Chiedimi come sto” che, assieme a “Mi nutro di vita” e ad altre quaranta tra cui “Fiocchetto Lilla”, ha inviato una lettera al ministro della Salute Schillaci e al Presidente del Consiglio Meloni per chiedere con forza fondi strutturati e permanenti.

Senza rinnovo le liste di attesa, che già arrivano ad un anno, si allungheranno ancora. Quando nella vostra regione cercherete un luogo di cura pubblico e non ci sarà, quando dovrete rivolgervi al privato con costi proibitivi, scoprirete che non c'è una politica che abbia investito nella tutela della salute, scrivono nel documento.

Per denunciare la totale assenza di aiuti da parte del Governo, le associazioni hanno organizzato per venerdì 19 gennaio 2024 una serie di manifestazioni, con lo slogan I disturbi del comportamento alimentare non sono una nostra scelta. Ci state tagliando il futuro, che si svolgeranno da Nord a Sud nelle principali piazze italiane.

La lista delle città che stanno aderendo all'iniziativa è in costante aggiornamento e a Roma gli attivisti protesteranno davanti al Ministero della Salute. Scendiamo in piazza perché di disturbi alimentari ci si ammala e si muore, oggi più di ieri. E se non facciamo nulla, si morirà domani più di oggi. Pertanto, non resteremo a guardare, hanno dichiarato gli organizzatori che, considerando molto grave la decisione sconcertante presa in Manovra, chiedono provvedimenti urgenti, dopo che sono stati respinti anche gli emendamenti presentati in Senato per il rifinanziamento. Così i malati sono lasciati soli e sono a rischio chiusura molti Centri (Cda), ribadiscono sperando che non sia un colpo di grazia.

Le conseguenze dei disturbi alimentari, prima causa di morte in Italia dopo gli incidenti stradali per adolescenti e giovani donne, sono organiche e psichiche. Negli Stati Uniti i Dca sono la prima causa di morte per malattia mentale. Dai dati del registro nominativo delle cause di morte (Rencam) risulta che un soggetto affetto da disturbi alimentari muore per cause dirette (aritmia e arresto cardiaco da malnutrizione) e indirette (suicidio). L'esordio è drammaticamente sempre più precoce.

Le associazioni ritengono che senza il rifinanziamento del Fondo Nazionale il lavoro di prevenzione svolto sinora perde di efficacia, senza contare che si tolgono gli strumenti ai professionisti sanitari di occuparsi di questa malattia.

Nell'équipe multidisciplinare che si occupa delle persone affette da Dca gli infermieri rivestono un ruolo centrale, dall'identificazione del bisogno con l'assegnazione del Codice Lilla nei Pronto soccorso al sostegno emotivo, dalla costruzione di un rapporto di fiducia con un atteggiamento non giudicante alla gestione del pasto assistito.

Per favorire l'aumento di peso nonché promuovere una sana percezione dell'alimentazione e dell'immagine corporea, l'infermiere è fondamentale nell'educazione terapeutica volta a far tornare a mangiare per vivere, instaurando un rapporto equilibrato con il cibo e con sé stessi.

Con la protesta si auspica pertanto che ai disturbi alimentari - che dal 2017 sono stati inseriti nel Lea senza tuttavia essere sostanzialmente applicati in quanto l'emendamento non è ancora stato convertito in legge - possa essere riconosciuto un budget di spesa vincolante per garantire una assistenza stabile e omogeneamente diffusa in tutta Italia.

Alla luce del definanziamento, l'assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, ha comunicato intanto che la Regione Lombardia garantirà le risorse mancanti per il 2024, stanziando 6 milioni, somma che si impegna ad assicurare anche per i prossimi anni in quanto si riconosce al problema una priorità assoluta, come evidenziato dalla legge regionale del 2021 per la prevenzione e la cura dei Dca che prevede anche l'attivazione di posti di comunità terapeutica.

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