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Emergenza-Urgenza

Triage psichiatrico territoriale, una scheda di valutazione

di Teresa Bizzoca

Agli operatori, medici e infermieri che operano nei Pronto soccorso, 118 e centri di salute mentale, spetta il compito di valutare la priorità di urgenza/emergenza del paziente psichiatrico che avverte un bisogno di cura immediato, non programmato, presso le strutture territoriali od ospedaliere, secondo schede standard di triage.

Un nuovo modello di triage psichiatrico territoriale

psichiatria

Il paziente psichiatrico accede spesso ai Ps ed è un "caso complesso"

L’articolo 32 della Costituizione tutela la salute come un diritto dell’individuo, ma riconosce lo stesso diritto alla collettività in quanto alcuni soggetti in crisi possono presentarsi ostili e violenti.

Questo tipo di paziente psichiatrico che accede presso le strutture pubbliche intra ed extra ospedaliere rappresenta in più delle volte il cosiddetto “caso complesso” che, pur ricevendo un’assistenza eterogenea presso strutture dedicate, frequentemente richiede prestazioni con modalità non programmata presso i dipartimenti di emergenza-urgenza. La criticità principale risulta essere, l’attribuzione oggettiva del grado di urgenza attraverso modelli di valutazione, tavolta non appropriati per questa categoria di pazienti.

La gestione delle urgenze-emergenze psichiatriche deve essere quindi gestita riconoscendo e valutando le diverse variabili che hanno contribuito allo status di necessità che ha posto il paziente all’attenzione del personale sanitario che dovrà “triagiarlo” utilizzando validi strumenti, come la formazione continua e protocolli prestabiliti.

La ricerca condotta in letteratura a questo proposito ha evidenziato come non esista, in Italia, una scala di valutazione di triage psichiatrico validata e attuata sul nostro territorio, ad accezione della scheda di valutazione di triage psichiatrico territoriale ideata dagli infermieri Giovanni Spaccapeli e Vincenzo Raucci all’interno del Cps di Monza dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna di Como.

Lo studio si propose lo scopo di delineare le caratteristiche delle prestazioni in urgenza ovvero i fattori socio-demografici, clinici e di servizio riferibili a quella fetta di pazienti che accedeva al servizio territoriale con modalità non programmate, nel tentativo di fornire agli operatori un valido strumento di valutazione in condizioni di emergenza

Le quattro aree valutate in questo studio furono:

  • disturbi del processo del pensiero
  • deflessione del tono dell’umore
  • stato d’ansia
  • stato di aggressività

L’assegnazione del codice colore in linea con la classica scheda da triage ospedaliero riconosceva i quattro codici di priorità:

Rosso. Situazioni che richiedono un tempestivo intervento da parte degli operatori (medici e infermieri) e che necessitano, il più delle volte, di un ricovero urgente (agitazione psicomotoria, crisi pantoclastica, idee suicidarie, gesti auto-eterolesivi, isolamento e apatia prolungati, situazioni organiche che richiedano un intervento di specialisti di altri settori)

Giallo. Situazioni che necessitano di un intervento degli operatori, che non sempre richiedono un ricovero urgente ma solo un monitoraggio costante; anche in considerazione della compliance terapeutica e della presenza o meno di figure di supporto alla persona (risorse di rete).

Verde. Situazioni che spesso si presentano in maniera eclatante ma che si risolvono dopo un colloquio infermieristico (gli stati di ansia non necessitano solitamente di interventi di altri operatori).

Bianco. Situazioni che si presentano con richiesta di urgenza, ma che dopo valutazione (e gestione) infermieristica si decide di differire.

L’attribuzione del codice rosso o giallo garantiva l’intervento dello specialista psichiatra, il verde e il bianco veniva gestito dall’infermiere. La tempestiva e appropriata gestione dell’urgenza a livello territoriale attraverso il triage psichiatrico nella maggior parte dei casi aveva ridotto il ricorso all’ospedalizzazione con un notevole risparmio della spesa pubblica, traducendosi come un filtro per gli accessi inappropriati al pronto soccorso.

La scheda sprimentale di triage diede agli infermieri e medici, che effetuavano una prima valutazione del paziente, un valido strumento per poter stimare in maniera più attendibile, la priorità di trattamento, attraverso delle scale come quella dell’aggressività evidente di Yudofsky, consentendo un atteggiamento del professionista atto ad instaurare una efficace relazione terapeutica.

In conclusione, la scheda di triage psichiatrico, attuata nei presidi sopra citati, ha consentito agli operatori di valutare in modo adeguato i “casi complessi”, adoperando un’assistenza infermieristica psichiatrica più adatta alla necessità dei pazienti psichiatrici in fase acuta, diminuendo gli accessi inapropriati in pronto soccorso, i tempi di attesa per le urgenze ed è risultato un modello utile ed appropriato, migliorando i rapporti con l’utenza e di conseguenza dei risultati ottenuti.

Non è una novità individuare e rifiutare la sopraffazione dell’uomo sull’uomo; non è una novità cercarne le cause, rifiutando di coprirle sotto il pregiudizio. Ma finché la sopraffazione e la violenza sono ancora il leitmotiv della nostra realtà, forse non si può che usare parole ovvie, per non mascherare sotto la costruzione di teorie apparentemente nuove il desiderio ultimo di lasciare le cose come stanno. (Cit. Franco Basaglia)

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