Le cadute in ospedale sono tra i fenomeni più segnalati, come evidenziano numerosi studi. In Italia è fortemente raccomandata la prevenzione attraverso l’adozione di interventi assistenziali sia standard che personalizzati. L’infermiera Sabrina Panebianco, dipendente presso l’ASL Alba - Bra in provincia di Cuneo, ha condotto una revisione della letteratura finalizzata ad identificare gli interventi assistenziali raccomandati per prevenire le cadute dei pazienti ricoverati in ospedale.
Cadute in ospedale: cosa sono e come prevenirle
Con il termine "caduta" ci si riferisce ad un improvviso, non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla posizione ortostatica, assisa o clinostatica. Le cadute possono essere classificate in:
- accidentali (circa il 14%), quando la persona cade involontariamente (paziente scivola sul pavimento bagnato)
- fisiologiche imprevedibili (circa l'8%), quando condizioni fisiche non prevedibili ti causano una caduta (paziente inciampa durante la deambulazione)
- fisiologiche prevedibili (circa il 78%), quando avvengono nei soggetti esposti a fattori di rischio identificabili (paziente disorientato, con difficoltà nella deambulazione)
I danni in cui può incorrere una persona che cade possono essere lievi, moderati o gravi. In Italia, il Ministero della Salute definisce che nella maggior parte dei casi gli esiti delle cadute sono senza danno, mentre le tipologie di danno più frequenti sono le contusioni e le escoriazioni.
La morte (o il grave danno) derivato dalla caduta del paziente è l’evento sentinella maggiormente segnalato dall’ente e le cause maggiori sono da ricondurre alla scarsa conoscenza e applicazione delle linee guida, delle raccomandazioni, dei protocolli assistenziali e delle procedure.
Interventi assistenziali standard e personalizzati di prevenzione
Tutti i pazienti ricoverati in ospedale sono a rischio di caduta, specialmente se la loro età è superiore agli 80 anni, se sono di genere maschile e se sono ricoverati nei reparti di medicina. Compito dell’equipe multiprofessionale è quella di adottare le migliori strategie di prevenzione al fine di ridurre il rischio di caduta e gli eventuali danni al paziente.
La revisione della letteratura ha dimostrato che l’integrazione di interventi assistenziali standard e personalizzati previene gli episodi di caduta dei pazienti ricoverati in ospedale.
Interventi assistenziali standard | Interventi assistenziali personalizzati |
valutare il rischio di cadere del paziente attraverso l'utilizzo di scale validate | fornire ausili per facilitare la deambulazione/mobilizzazione |
effettuare un accertamento per individuare i fattori di rischio presenti | concordare con il paziente gli orari per l'assunzione di terapie farmacologiche o per accompagnarlo in bagno |
presentare l'ambiente al paziente | richiedere l'intervento del fisioterapista |
fornire un depliant a scopo informativo per illustrare a parenti e pazienti come prevenire la caduta in ambiente ospedaliero | posizionare il paziente a rischio elevato di cadere nella camera di degenza più vicino all'ufficio degli infermieri |
garantire l'ordine delle aree comuni e camere di degenza | richiedere l'assistenza continua di un parente |
mantenere la luce anche durante il turno notturno | interrompere gradualmente l'uso di psicotici |
mantenere pavimenti asciutti | utilizzare la manovra di Eply per gestire la vertigine |
garantire la presenza di scorrimano per scale e lungo i corridoi e nastri antiscivolo | utilizzare la riabilitazione vestibolare per gestire la vertigine parossistica |
Altri interventi assistenziali standard possono essere quelli di valutare l'intensità del dolore, di effettuare un esame sulle urine periodico per il riscontro di infezioni delle vie urinarie, consigliare di deambulare, alzarsi dal letto e coricarsi lentamente e rilevare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca in ortostatismo.
Evidenze hanno ritenuto alcuni interventi inefficaci all'interno del contesto italiano, tra questi l'utilizzo di letti bassi, di braccialetti posizionati al polso delle persone ad alto rischio di caduta, di contenzione fisica, di uso di psicofarmaci o di vitamina D e calcio.
Diversi documenti hanno sottolineato la necessità di informare il paziente e il caregiver sui fattori di rischio riscontrati e di stilare con loro un programma informativo/educativo su come evitare la caduta durante il ricovero.
Una corretta valutazione del rischio, attraverso scale e valutazioni del professionisti, è il fulcro nella prevenzione delle cadute in ospedale e guida l’infermiere verso la scelta di interventi assistenziali personalizzati efficaci e di qualità (Panebianco)
Importante è inoltre avvalersi quotidianamente di strumenti di valutazione del rischio di caduta, da adeguare in base al contesto e alla popolazione di riferimento, e somministrarli a tutti i nuovi ingressi, ogni qualvolta si modificano le condizioni cliniche dell’assistito, ad ogni variazione della terapia farmacologica, in prossimità di dimissione o trasferimento in altra sede.
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