In una realtà sanitaria nella quale la medicina si sta muovendo sempre più verso una modalità di azione di tipo difensivo, la paura di conseguenze legali potrebbe essere la motivazione per la quale gli infermieri evitano di segnalare alcuni eventi avversi che accadono durante i loro turni di lavoro. L'incident reporting è un processo formale attraverso cui vengono segnalati e documentati eventi indesiderati o problematici che si verificano durante le attività professionali. In ambito sanitario, un incident reporting è fondamentale per monitorare, analizzare e prevenire errori, infortuni, danni o eventi che potrebbero compromettere la sicurezza dei pazienti o la qualità dell’assistenza sanitaria. La revisione della letteratura ha evidenziato che numerosi sono i casi di eventi "non comunicati" (o underreporting): questi rappresentano un problema significativo, in quanto ostacolano la possibilità di migliorare la sicurezza dei pazienti e di apprendere da errori e incidenti. Uno studio si propone di indagare, attraverso una revisione della letteratura e una ricerca degli articoli pertinenti sulle principali banche dati a pertinenza medica, un quadro il più realistico possibile della realtà attuale con la quale i professionisti sanitari devono confrontarsi.
Segnalare errori in sanità: perché gli infermieri non devono aver paura
La paura di conseguenze legali potrebbe essere la motivazione per la quale gli infermieri evitano di segnalare alcuni eventi avversi.
La prima parte dello studio ha cercato di analizzare quali sono i principali approcci utilizzati per indagare gli underreporting.
Si è poi passato ad esaminare quanto la paura di conseguenze giochi un ruolo nella mancanza di segnalazioni, poiché questa diventa un problema significativo in molti ambienti sanitari e può essere legata a vari fattori psicologici, culturali e organizzativi.
Infine, si è andata ad approfondire la legge Gelli-Bianco (Legge 24/2017), che ha riformato la responsabilità professionale in ambito sanitario in Italia ed ha introdotto importanti disposizioni in merito alla gestione degli eventi avversi . La legge si pone l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei pazienti, incentivando una maggiore trasparenza, la segnalazione degli errori e la gestione del rischio.
Procedure per segnalare incidenti o errori in sanità
Nel contesto infermieristico, l’incident reporting è utilizzato per segnalare una vasta gamma di eventi, come, ad esempio, errori di somministrazione di farmaci (somministrazione errata della dose, del farmaco sbagliato), infortuni sul lavoro (punture di ago accidentali), eventi avversi ai pazienti, come cadute o complicazioni inaspettate, violazioni delle pratiche di sicurezza (mancato rispetto delle procedure di igiene delle mani) o problemi con i dispositivi medici, come malfunzionamenti di apparecchiature.
Per poter effettuare una segnalazione, ci sono alcune procedure da rispettare. Primariamente è necessario l’identificazione dell’incidente : quando un incidente si verifica o viene osservato, il primo passo è riconoscere che si tratta di un evento che merita di essere segnalato. Successivamente è necessario procedere alla compilazione del rapporto.
Una volta identificato l’incidente, infatti, l’infermiere deve compilare il modulo di segnalazione, che di solito include una descrizione dettagliata dell’incidente, la data, l’ora e il luogo in cui è accaduto, le persone coinvolte, compresi i membri del personale e i pazienti (se rilevante). Inoltre, è necessario includere le azioni intraprese subito dopo l’incidente, gli eventuali danni fisici o psicologici al paziente e, infine, se l’incidente ha portato a un danno o se è stato evitato un danno maggiore grazie a interventi tempestivi. Successivamente si passa all’invio del rapporto: questo viene inviato alla persona o all’ufficio preposto (ad esempio, la direzione sanitaria o il comitato di gestione della sicurezza).
In alcuni casi, il rapporto può essere anonimizzato per tutelare la privacy dell’infermiere o delle altre persone coinvolte. Una volta che il rapporto è stato inviato, spesso viene condotta un’indagine per determinare la causa dell’incidente e identificare le azioni correttive.
L’infermiere potrebbe essere coinvolto in discussioni su come migliorare la pratica o la procedura per prevenire il ripetersi dell’incidente. Il passo finale riguarda l’implementazione di misure preventive, che potrebbero includere formazione, cambiamenti nelle procedure operative o miglioramenti tecnologici per ridurre il rischio di eventi simili in futuro.
Numerosi eventi avversi non vengono segnalati dagli operatori sanitari
Tuttavia, è stato possibile, attraverso alcuni studi emersi nella revisione della letteratura, far emergere il dato che numerosi eventi avversi non vengono segnalati dagli operatori sanitari.
I metodi che permettono di determinare gli eventi avversi non comunicati (underreporting ) sono vari: uno di questi è lo studio di “revisione retrospettiva” , ovvero l’analisi delle cartelle cliniche, attraverso un esame dei dati clinici, delle cartelle dei pazienti e di altri documenti rilevanti per individuare eventi avversi che non sono stati segnalati nei sistemi formali di incident reporting.
Un’altra possibilità sono sondaggi e interviste anonime rivolte a medici, infermieri e altri professionisti sanitari. Questo approccio consente di raccogliere informazioni sui timori, le motivazioni e le barriere che impediscono la segnalazione degli eventi avversi. Alcuni studi, invece, analizzano i dati raccolti attraverso i sistemi di segnalazione ufficiali di eventi avversi, confrontando il numero di segnalazioni con i tassi di eventi avversi osservati nei reparti: un tasso di segnalazione inferiore a quello che ci si aspetterebbe in base ai dati clinici può indicare una sotto-segnalazione.
Si possono poi utilizzare tecniche di simulazione o di osservazione diretta dei professionisti sanitari in azione, per identificare eventi avversi che potrebbero non essere segnalati: questo approccio include il “shadowing ”, dove i ricercatori osservano il lavoro degli operatori sanitari in tempo reale, rilevando incidenti che potrebbero essere sfuggiti al sistema di segnalazione ufficiale.
Un’altra possibilità per scoprire eventuali eventi non segnalati sono dei sistemi di segnalazione anonima e indagini periodiche adottate da strutture sanitarie per incoraggiare il personale a segnalare eventi che altrimenti non verrebbero comunicati. Questo può anche includere l’uso di piattaforme di segnalazione di terze parti che garantiscono l’anonimato completo.
Infine, ci sono le indagini sulla sicurezza del paziente, come quelle condotte dalle autorità sanitarie o dalle agenzie di qualità, forniscono una visione generale sugli eventi avversi e sulla loro segnalazione. Questi dati possono essere utilizzati per stimare la percentuale di eventi che non vengono riportati e identificare le aree a rischio.
Criticità legate alla segnalazione di eventi avversi d aaprte degli infermieri
Lo studio fino ad ora condotto ha permesso di evidenziare le criticità che sono connesse alla segnalazione di eventi avversi. Si è quindi deciso di tentare di trovare una motivazione alle mancate segnalazioni da parte degli operatori sanitari
Numerose sono le ragioni che è stato possibile far emergere attraverso gli studi raccolti nella revisione della letteratura. La principale è la paura di conseguenze professionali: gli infermieri possono temere che segnalando un evento avverso si incorra in sanzioni disciplinari, danni alla loro carriera o licenziamenti.
La preoccupazione di essere ritenuti responsabili per l’errore può impedire la segnalazione, in quanto gli infermieri possono temere ripercussioni legali o professionali. Inoltre emerge anche una cosiddetta “cultura della colpa” : in molte strutture sanitarie gli errori vengono visti come fallimenti individuali piuttosto che come opportunità per migliorare.
Gli infermieri possono temere di essere giudicati negativamente dai colleghi o dai superiori, temendo che un errore possa compromettere la loro reputazione professionale. In più, se l’organizzazione sanitaria non fornisce sistemi di segnalazione chiari, sicuri e protetti, gli infermieri possono sentirsi riluttanti a segnalare gli incidenti.
La mancanza di feedback sulle segnalazioni e l’assenza di una cultura di apprendimento continuo possono ridurre la motivazione a segnalare gli eventi avversi. Tuttavia, spesso, la ragione dietro cui si nasconde un underreporting è molto più semplice: gli infermieri, infatti, potrebbero non essere sicuri di quali siano gli “eventi avversi” meritevoli di segnalazione .
In alcuni casi, si potrebbe pensare che solo errori gravi debbano essere segnalati, mentre piccoli incidenti o problemi di processo potrebbero essere ignorati. Un altro ostacolo comune è la paura di essere giudicati negativamente dai colleghi o dai superiori: gli operatori sanitari sono spesso molto coinvolti emotivamente nella cura del paziente e se un incidente avverso si verificasse sotto la loro supervisione, potrebbero sentirsi in colpa o temere di perdere la fiducia dei colleghi.
Se il sistema di segnalazione non offre sufficienti garanzie di anonimato o riservatezza, gli infermieri potrebbero anche temere ritorsioni o discriminazioni da parte di colleghi o superiori. In questo caso, l’anonimato nella segnalazione potrebbe essere cruciale per ridurre la paura di essere identificati e giudicati.
Inoltre, alcuni infermieri potrebbero esitare a segnalare un evento avverso per paura che l’incidente possa riflettersi negativamente sull’intero team, sull’ospedale o sull’immagine della struttura sanitaria: potrebbero quindi temere che una segnalazione possa danneggiare la reputazione della struttura, portando a una perdita di fiducia da parte dei pazienti e della comunità. Infine, in un ambiente di lavoro frenetico e con carichi di lavoro elevati, gli infermieri potrebbero essere troppo occupati con le attività cliniche quotidiane per completare il processo di segnalazione.
La percezione che la segnalazione di un incidente richieda troppo tempo o risorse può portare a una riduzione delle segnalazioni.
Per poter arginare questo problema, si è cercato di normare gli incident reporting attraverso l’introduzione della legge 24/2017, conosciuta come legge Gelli-Bianco. Questa ha reso obbligatoria la segnalazione degli eventi avversi da parte degli operatori sanitari, con l’intento di monitorare e prevenire situazioni di rischio: la legge stabilisce che ogni operatore sanitario è tenuto a comunicare tempestivamente gli eventi avversi attraverso un sistema centralizzato e strutturato.
Prima della Legge 24/2017, la segnalazione era facoltativa e non sempre sistematica: la nuova legge ha imposto l’obbligo di segnalazione come strumento per raccogliere dati utili per prevenire errori.
Inoltre, è stato introdotto un sistema di monitoraggio centralizzato per raccogliere e analizzare le segnalazioni, il “Sistema Nazionale per il Monitoraggio degli Eventi Avversi”. Un altro elemento centrale della Legge Gelli-Bianco riguarda la tutela degli operatori sanitari che segnalano eventi avversi: la normativa prevede che nessun operatore sanitario possa essere sanzionato per aver segnalato un errore, salvo che non si tratti di colpa grave o dolo.
Questo sistema di protezione è stato introdotto per incentivare una maggiore trasparenza e ridurre la paura di conseguenze disciplinari o legali da parte degli operatori. Precedentemente, gli operatori sanitari potevano temere sanzioni o ripercussioni legali in caso di errore, impedendo una segnalazione trasparente.
La Legge Gelli-Bianco ha mitigato questo rischio, creando un ambiente che promuove l’autoregolazione e il miglioramento continuo. Prima della normativa, inoltre, il monitoraggio degli eventi avversi era spesso disorganizzato e non sistematico. Con la legge, si è cercato di uniformare e centralizzare la raccolta dei dati attraverso un sistema che permette un’analisi tempestiva e la diffusione delle informazioni in modo coordinato, poiché la legge introduce l’obbligo, per le strutture sanitarie, di attivare sistemi di gestione del rischio e di monitoraggio degli eventi avversi. Infine, viene introdotta la responsabilità delle strutture sanitarie: le strutture sono responsabili per gli eventi avversi derivanti da carenza nell’organizzazione o da mancanza di adeguati sistemi di sicurezza.
Se un evento avverso è causato da errori organizzativi o da difetti nelle risorse (strutturali, strumentali, ecc.), la struttura sanitaria è chiamata a rispondere. I singoli operatori, invece, rispondono solo in caso di colpa grave. La Legge Gelli-Bianco sottolinea anche l’importanza della formazione continua degli operatori sanitari in materia di sicurezza e gestione del rischio: le strutture sanitarie sono obbligate a formare regolarmente il personale sui protocolli di sicurezza e sulla gestione degli eventi avversi, con l’obiettivo di prevenire errori e migliorare la qualità delle cure.
Segnalare un errore non è sinonimo di fallimento, ma di responsabilità
In Italia, come in molti altri paesi, il fenomeno degli eventi avversi non segnalati continua a rappresentare una sfida. Ma ignorarli non li elimina: li nasconde, li perpetua, li trasforma in pericoli silenziosi. Perché, allora, gli infermieri dovrebbero avere paura di fare ciò che è giusto?
Gli ostacoli alla segnalazione sono reali: paura di ripercussioni, cultura della colpa, mancanza di chiarezza su cosa segnalare. Tuttavia, è proprio questo silenzio che danneggia non solo i pazienti, ma anche i professionisti stessi, costretti a operare in un ambiente dove gli errori vengono coperti anziché affrontati.
Oggi, grazie a strumenti come la revisione retrospettiva, i sondaggi tra il personale sanitario e le innovazioni introdotte dalla legge Gelli-Bianco, è possibile identificare e prevenire gli eventi avversi. Questa normativa non è solo un obbligo formale, ma un passo verso una sanità più sicura e trasparente, che protegge chi segnala e promuove una cultura del miglioramento continuo.
Segnalare un errore non è sinonimo di fallimento, ma di responsabilità. Non è una denuncia, ma un’opportunità per costruire un sistema sanitario che impara dai propri sbagli, anziché negarli. Gli infermieri non devono avere paura di segnalare: devono avere paura di non farlo. Perché il vero fallimento non è sbagliare, ma chiudere gli occhi di fronte all’errore.
Sostenere la segnalazione significa trasformare la paura in coraggio, il silenzio in apprendimento, e gli errori in opportunità per migliorare. È questo il futuro della sanità: uno spazio dove la trasparenza non è un rischio, ma il fondamento della sicurezza e della qualità delle cure.
Articolo a cura di Gerardi G . e Sorbelli F .
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