Interessante e drammatica è la storia di come è stato inventato il manichino che ancora oggi viene utilizzato.
Cari lettori di Nurse24.it, prima di iniziare a leggere, vorrei che vi poneste alcune domande:
- Sapete cosa si intende per rianimazione e quale è la sua finalità?
- Sapete applicare correttamente e tempestivamente le tecniche di rianimazione?
- Sapete quante persone muoiono di arresto cardiaco e che la maggior parte degli arresti avviene durante l'orario di lavoro?
Qualsiasi sia la vostra risposta, dovete sapere che non bisogna essere necessariamente un medico o un infermiere per poter soccorrere una persona o addirittura salvarle la vita.
Dai dati forniti in seguito al nostro accordo ISPESL-IRC le morti per arresto cardiaco riguardano complessivamente 60.000 persone ogni anno in tutta Italia (1 ogni 1000 abitanti; 1 ogni 8 minuti e 45 secondi), l'età media delle persone colpite è compresa fra i 37 e i 59 anni.
Un arresto cardiaco improvviso è una evenienza drammatica, improvvisa e inaspettata, che può capitare, per svariati motivi, anche a soggetti sani, ma può non essere fatale, se si interviene in tempo.
È necessario fornire a tutti nozioni sull'arresto cardiaco improvviso, le sue cause e il metodo di trattamento e promuovere l'istallazione dei defibrillatori semiautomatici esterni presso luoghi pubblici, centri commerciali e aziende.
Un cuore di un adulto batte da 60 a 100 volte al minuto.
Questa frequenza viene definita “ritmo sinusale” e questo ritmo regolare pompa sangue ricco di ossigeno in tutto il corpo.
Proprio come avviene per i cavi elettrici delle abitazioni, esiste la possibilità che si verifichi un cortocircuito; la funzione cardiaca subisce un brusco calo e si verifica l'arresto cardiaco improvviso.
Il cuore si contrae in modo irregolare, bloccando la circolazione sanguigna.
Questo fenomeno è chiamato fibrillazione ventricolare.
Importante è non confondere un attacco cardiaco da un arresto cardiaco : il primo si verifica a causa di un'ostruzione in un arteria coronaria, bloccando il flusso ematico diretto al cuore, quindi il soggetto accusa forti dolori ma resta vigile, il secondo si verifica in caso di malfunzionamento del cuore che improvvisamente comincia a battere in modo irregolare e causa l'immediata perdita di coscienza e collasso.
Davanti a un soggetto con un arresto cardiaco, è importante rimanere calmi, non agitarsi per nessun motivo e chiamare l'ambulanza, che risponde al numero di emergenza 118.
“Un minuto può aiutarci a salvare una vita”, quindi, è necessario valutare subito lo stato di coscienza stimolando il soggetto con la voce e, se necessario, sottoponendolo a lievi stimoli tattili; quindi, la persona è incosciente se non risponde. Successivamente si valuta l'attività respiratoria avvicinando la mano alla bocca della persona oppure posizionando davanti alla bocca un pezzettino di carta e osservando eventuali movimenti.
Dopo aver constatato che il soggetto è stato vittima di un attacco cardiaco, l'unico modo per ripristinare il ritmo sinusale è effettuare la respirazione cardiopolmonare: si distende il soggetto su una superficie rigida, inginocchiandosi a fianco, con la gamba all'altezza della spalla dell'infortunato, si liberano le vie aeree da eventuali corpi estranei (vomito, protesi), distendendo la testa all'indietro. Si collocano le mani, una sopra all'altra, al centro del petto sopra lo sterno.
Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, il soccorritore deve muoversi su e giù creando una pressione sul torace in modo tale da provocare un movimento di circa cinque centimetri per ciascuna compressione, rilasciando completamente il petto dopo ogni compressione.
Il ritmo di compressione è di 3 ogni 2 secondi, ergo, di circa 100 compressioni al minuto.
È necessario, però, praticare ogni 30 compressioni due insufflazioni con la respirazione artificiale o meglio riconosciuta come "respirazione bocca a bocca", chiudendo il naso con le dita della mano ed estendendo la mandibola con l'altra in modo da poter mantenere la bocca aperta. Bisogna ripetere il ciclo finché non arriva l'ambulanza con medico a bordo e, ricordatevi, che un minuti può aiutarci a salvare una vita. Inoltre, per aiutare i cittadini ad imparare le tecniche della rianimazione cardiopolmonare è stato inventato un manichino.
Interessante e drammatica è la storia di come è stato inventato e a quale evento si sia ispirato il sig. Laerdal quando lo costruì per la prima volta. Intorno al 1890 venne ritrovato in un obitorio vicino a Notre Dame il corpo di una giovane donna annegata nella Senna: era meravigliosa. Il suo viso, seppur pallido e scarno, sembrava trasmettere serenità. Passarono i giorni, ma la donna non venne riconosciuta.
Quel "viso d'angelo" ispirò molti artisti che, per ricordarla, decisero di fare un calco di quel volto. Inoltre, vennero pubblicate numerose storie sul mistero di quella ragazza; secondo una di queste la causa della sua morte sarebbe stata un amore non corrisposto.
Nel 1958 Pieter Safar, medico austriaco, pubblicò una nuova tecnica di soccorso per le vittime di arresto cardiaco che univa le compressioni toraciche alla respirazione bocca a bocca.
Ufficialmente era nata la Rianimazione Cardiopolmonare.
Questa tecnica molto efficace ma anche complicata, rendeva necessaria qualcosa su cui esercitarsi prima di riprodurla su persone che ne avevano realmente bisogno.
Così, il dottor Safar contattò il sig. Laerdal, un norvegese che produceva giocattoli e bambole in vinile.
Il medico gli raccontò la storia della sconosciuta della Senna e lui, sbalordito, ma anche affascinato dalla storia raccontatagli, costruì un manichino con il suo volto e lo battezzò con il nome Resusci-Anne.
Il manichino viene utilizzato tutt'oggi in tutto il mondo e, dunque, questa invenzione ha reso la ragazza della Senna immortale.
In conclusione, vorrei che vi soffermaste a riflettere su quanto sia importante conoscere la tecnica della respirazione cardiopolmonare e a quanto poco basti per poter aiutare una persona.
Ogni cittadino dovrebbe saperla applicare in qualsiasi luogo (sia nei pubblici che in privati ) e a chiunque ne abbia bisogno per poter salvare una vita.
È una battaglia di informazione e formazione che abbiamo intrapreso da qualche tempo come redazione di Nurse24.it.
Voi cosa ne pensate? Scrivete a redazione@nurse24.it
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