Molti infermieri non conoscono il funzionamento di questa nuova realtà.
REDAZIONE. Si chiamano REMS, acronimo di Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza, strutture in cui vengono trasferirti su disposizione del Magistrato, pazienti internati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ormai chiusi per legge.
Entro Aprile 2015, tutte le Regioni si sarebbero dovute adeguare alla normativa vigente istituendo REMS sul proprio territorio, e nella maggior parte dei casi le direttive sono state rispettate.
Si è aperta così una nuova sfida per gli infermieri, impegnati in questo caso con pazienti che in diversi casi, si sono macchiati di crimini che vanno dal "semplice" abuso di sostanze stupefacenti a omicidi, passando per stupri o reati contro la persona.
Una realtà non tanto semplice quindi, soprattutto per chi non ha mai avuto esperienza in questo settore.
Essendo le REMS strutture di nuova istituzione, è probabile che in alcuni casi la gestione e l'organizzazione del lavoro presentino criticità tipiche delle nuove realtà.
È bene quindi che gli infermieri impiegati presso tali strutture, vengano adeguatamente formati ed istruiti circa il proprio ruolo all'interno delle strutture nonché sulla gestione delle criticità dovute a scompensi nei pazienti che sovente si verificano.
Non di rado, come già riportato in altri articoli sul nostro giornale, capita infatti che i pazienti ospitati nelle REMS, in fase di scompenso, si scaglino verso gli operatori in turno (quasi sempre infermieri, presenti in struttura h 24) provocando agli stessi danni fisici dovuti a percosse o comunque a comportamenti violenti.
Per quanto in tutte le REMS sia previsto un servizio di vigilanza, molte volte l'imprevedibilità di alcuni comportamenti aggressivi o violenti, fa sì che la situazione precipiti prima che altri possano intervenire sulla scena impedendo al paziente di arrecare danni al malcapitato operatore. Ciò implica una necessaria conoscenza delle proprie competenze da parte degli infermieri che operano in tali strutture, poiché è abbastanza elevata la possibilità di incorrere in atteggiamenti in contrasto con le normative vigenti e pericolosi sia per i pazienti che per gli stessi professionisti.
Val bene la pena precisare che nessuna norma impone (nè tantomeno suggerisce) agli infermieri l'uso della forza per scongiurare o frenare comportamenti violenti che i pazienti potrebbero attuare, anzi, tali atteggiamenti dovranno essere evitati per non incorrere in reati di natura penale, poiché solo alle forze dell'ordine è consentito intervenire in determinati contesti.
È utile inoltre tener presente che in caso di infortunio occorso per porre fine ad atteggiamenti aggressivi attraverso l'uso di metodi non consentiti, l'operatore della REMS in questione non si vedrà riconosciuto alcun indennizzo, avendo attuato un intervento non di propria competenza.
Importante quindi è allertare in qualsiasi caso le autorità competenti (solitamente Carabinieri o Polizia) anzichè lanciarsi in atti di "eroismo" che metterebbero in serio pericolo la propria nonchè l'altrui incolumità.
Lavorare in una REMS, non è però esclusivamente una "sfida contro il pericolo", poichè la particolarità e la complessità dei pazienti che la struttura ospita, pone l'infermiere difronte a nuove sfide e nuovi modelli assistenziali, per certi versi totalmente diversi rispetto alla classica "routine del reparto", ed il continuo confronto con le altre figure operanti in codeste strutture, come educatori, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, non può che portare ad ulteriore arricchimento in campo professionale e non solo.
Per lavorare in una REMS sia chiaro, non occorre altro che la propria preparazione, poichè cosi come accade in qualsiasi altro contesto lavorativo, basta attenersi ai principi cardine della professione infermieristica, ossia alle proprie competenze ottenute attraverso il conseguimento del titolo di Infermiere, al proprio profilo professionale ed al proprio Codice Deontologico, facendo riferimento ad essi soprattutto quando ci si trova in situazioni "particolari" dovute alla complessità assistenziale del caso.
La particolarità dei pazienti delle REMS, non deve però influenzare il tipo di assistenza che verrà erogata, quindi è bene non farsi alcuna idea dei pazienti in base ai reati commessi a seguito della propria patologia psichiatrica, poichè il rischio sarebbe quello di attuare atteggiamenti contrastanti con l'assistenza e soprattutto con la propria deontologia: in quel momento si ha difronte un paziente, e l'infermiere, in qualità di professionista, è tenuto ad erogare la propria assistenza così come farebbe in qualunque altro contesto in cui la sua opera sia richiesta.
Essendo comunque le REMS una nuova realtà, Nurse24.it continuerà a raccogliere informazioni sula loro organizzazione raccontando le esperienze di chi all'interno di queste strutture opera, rendendo così ancora più chiaro il quadro di questa nuova "sfida" per i professionisti della sanità.
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