E' una figura professionale che ha bisogno senza dubbio dell’aiuto fondamentale del caregiver del sofferente, ovvero colui che si prende cura della gestione a 360° del sofferente stesso.
SAN GIOVANNI ROTONDO. Da un anno a questa parte lavoro come infermiere presso una fondazione onlus molto importante a livello nazionale, che fornisce assistenza medico-infermieristica domiciliare gratuita a pazienti oncologici, che molto spesso entrano in assistenza già in fase molto avanzata della malattia.
L’infermiere che lavora in questo campo è un professionista palliativista, ovvero una figura che collabora in un’equipe formata anche da medici e psicologi, al fine di curare e risolvere i sintomi che questi pazienti molto spesso presentano, offrendo loro oltre alle prestazioni esclusive alla professione anche un importante supporto morale e psicologico.
Lavorare a casa dei sofferenti è molto diverso dall’esercitare la propria professione in ambiente ospedaliero, poiché si lavora sotto l’occhio del nucleo familiare e siamo dunque molto esposti da un punto di vista di responsabilità, visto che il minimo errore viene subito percepito dall’ambiente domestico.
L’infermiere palliativista domiciliare svolge tutte le pratiche infermieristiche che possono essere effettuate a casa del paziente, salvo quelle manovre che risultano essere molto rischiose per la vita del sofferente e quindi è preferibile farle in una struttura sanitaria.
Il lavoro inizia al mattino presto dando la priorità ai prelievi ematici e biologici, per permettere ai pazienti di fare colazione in orari giusti e di consegnare le provette in tempo ai laboratori privati o pubblici con cui si è in convenzione. Successivamente si passa alle varie terapie endovenose e poi a pratiche infermieristiche di svariato tipo che possono essere medicazioni semplici e complesse, medicazioni di lesioni da pressione di ogni grado, medicazioni dei Picc, posizionamento di catetere vescicale, clisteri evacuanti e tante altre procedure stabilendo naturalmente un ordine di precedenze verso i sofferenti che riversano nelle condizioni più critiche. Oltre che sul campo poi l’infermiere palliativista domiciliare partecipa alla gestione e al riordino settimanale del deposito farmaceutico insieme all’equipe, oltre che alle riunioni interne per concordare quali pazienti seguire nel fine settimana o nei giorni festivi, per non lasciare mai solo il sofferente e la sua famiglia, assicurando una continuità assistenziale non indifferente.
Importanti sono poi i corsi interni della fondazione onlus a cui partecipiamo incontrando colleghi che provengono anche da altre regioni di Italia, soprattutto per essere aggiornati sulla professione e sulle nuove linee guida che come ben sapete, cambiano continuamente.
L’infermiere palliativista domiciliare è una figura professionale che ha bisogno senza dubbio dell’aiuto fondamentale del caregiver del sofferente, ovvero colui che si prende cura della gestione a 360° del sofferente stesso. E’ compito dell’infermiere palliativista individuare un caregiver all’interno del nucleo familiare, cercando di capire qual è la persona più capace e meno coinvolta da un punto di vista affettivo nell’effettuare alcune pratiche che possono essere ad esempio, una medicazione semplice oppure la rimozione di una flebo. Una volta individuato il caregiver, si procederà con l’addestramento dello stesso, al fine di migliorare senza ombra di dubbio la qualità dell’assistenza.
E’ un lavoro che dà tanto sia da un punto di vista professionale, ma anche da un punto di vista umano perché gli sguardi, la sofferenza, i sorrisi, le paure e le ansie di chi è stato colpito da una malattia che prima o poi ti incamminerà verso la morte, sono cose che poi porterai dentro per tutta la vita.
Domenico Perna
Infermiere - Assistenza Domiciliare a pazienti oncologici presso Fondazione Onlus ANT
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