E' quanto hanno tentato di fare sei colleghi che hanno conseguito qualche giorno fa il Master di primo livello in Case/Care Management presso l'Università degli Studi di Parma.
PARMA. "Mappatura delle competenze dell'infermiere Case/Care Manager in terapia intensiva: due casi a confronto" è il titolo-tema della tesi di master di primo livello realizzata presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell'Università degli Studi di Parma da sei colleghi Infermieri (team di ricerca) e curata dalla docente Emanuela Alfieri. Si tratta di un studio realizzato da Ana Lorenzo, Anna Chiara Ferrini, Francesca Gianfrancesco, Giovanni Messana, Lorenzo Tirelli e Luca Lisè, che hanno ottenuto il master in Case/Care management infermieristico ed ostetrico in ospedale e sul territorio .
Di cosa parla la tesi?
Il focus della ricerca verte appunto sulle competenze dell’Infermiere Case/care Manager che risulta ancora difficile da definire in maniera compiuta, stante la recente introduzione della stessa e la natura ancora sperimentale dei risultati ottenuti negli ambiti in cui tale figura è operativa.
Le competenze generali dell'Infermiere Case/care Manager - sia in ambito ospedaliero che territoriale - si ricavano principalmente dalla revisione della letteratura disponibile in materia; scarsa invece risulta essere quella riguardante le competenze definenti l'ICCM in un setting di cura complesso come la terapia intensiva .
Queste osservazioni hanno fornito una motivazione maggiore allo sviluppo dello studio che in maniera del tutto innovativa si è proposto di mappare le competenze definenti la figura dell'Infermiere Case/Care Manager in un setting ad alta intensità di cura come la Terapia Intensiva, tramite uno studio comparativo qualitativo tra una realtà organizzativa in cui è già presente tale figura ed una in cui la stessa non è ancora stata introdotta, valutando le attività, le percezione della valutazione, le aspettative degli altri professionisti verso l’Infermiere Case/Care Manager e le sue relazioni interprofessionali.
Con quali obiettivi?
L'obiettivo primario è quello di approfondire e mappare le competenze che definiscono la figura professionale dell’Infermiere Case/Care Manager focalizzandosi principalmente sul contesto dell’area critica. In particolare, mediante l’utilizzo di una metodologia comparativa e qualitativa (secondo il modello Levati), la ricerca intendeva approfondire il ruolo del Case/Care Manager all’interno dei reparti di Terapia Intensiva, analizzando le sue attività, il modo in cui tale figura viene percepita, la tipologia di aspettativa che gli viene attribuita e le sue relazioni interprofessionali.
I contesti analizzati sono stati i reparti di Terapia Intensiva negli Ospedali di Cesena (ove tale figura è attiva) e Piacenza (ove non è ancora stata introdotta) allo scopo di evidenziare l’influenza e i cambiamenti significativi che l’apporto professionale di tale figura può apportare all’interno delle Unità Operative di Terapia Intensiva oggetto di studio.
Quale metodo è stato utilizzato per realizzare la tesi?
Lo studio si è avvalso del modello Levati di mappatura delle competenze del ruolo di interesse, coinvolgendo i soggetti operanti all’interno delle Unità Operative oggetto di studio secondo l’Organigramma aziendale (personale di reparto, Dirigenti e Care Giver) nello svolgimento di interviste semistrutturate idonee a realizzare una analisi critica delle organizzazioni sanitarie considerate .
I due contesti di Terapia Intensiva messi a confronto nella presente ricerca sono stati:- Unità Operativa Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di
Cesena AUSL della Romagna;
- Unità Operativa Terapia Intensiva Cardiologica dell’Azienda Unità Sanitaria Locale
di Piacenza.
La ricerca operata nella tesi è stata strutturata nella fase di raccolta dei dati presso ciascuna realtà sanitaria considerata e nella fase di analisi e confronto dei due contesti sanitari.
La raccolta dati è consistita nella mappatura delle competenze specifiche dell’Infermiere Case/Care Manager mediante la conduzione di interviste semistrutturate rivolte agli Infermieri Case/Care Manager, ai Care Giver, agli infermieri del reparto, al Coordinatore infermieristico nonché ai Medici, al Responsabile della Direzione Infermieristica e Tecnica e raccogliendo i dati relativi all’attività svolta dall’Infermiere Case/Care Manager, alle aspettative e alle relazioni interprofessionali instaurate tra questo e gli altri professionisti del reparto, secondo il modello Levati .
La seconda fase della ricerca si è esplicitata nella organizzazione unitaria dei risultati ottenuti dalla raccolta dei dati, allo scopo di sottoporre a confronto e di fornire una comparazione completa dei due setting oggetto di indagine, focalizzandosi sulla diversità delle organizzazioni e dei ruoli presenti all’interno dei reparti analizzati, avendo particolare attenzione a delineare l’apporto e il contributo che la figura professionale dell’Infermiere Case/Care Manager può fornire nell’ambito dell’area critica.
Quali risultati sono stati raggiunti?
Alla fine della ricerca è stato possibile evidenziare una maggiore frammentarietà nel lavoro all’interno dell’U.O di Piacenza, - dove l'ICCM non è ancora presente - oltre a delineare la evidente necessità di una figura professionali di supporto al di fuori dell’assistenza clinica del paziente, con particolare riferimento alla gestione e indirizzo dei famigliari del paziente, dalla presa in carico dello stesso alla sua dimissione.
Tali aspetti, invece, insieme ad una maggiore continuità assistenziale e sostegno del paziente e della sua famiglia, risultano più efficacemente gestiti all’interno della realtà cesenate, ove la figura professionale dell’Infermiere Case/Care Manager permette di superare le lacune di sistemi organizzativi come quello piacentino, tuttora basato su un modello di primary nursing.
In conclusione, secondo lo studio, il ruolo dell’Infermiere Case/Care Manager risulta quindi costituito dall’insieme dei comportamenti richiesti in termini di attività e attesi in termini di integrazione della "cultura organizzativa" (Levati 2001) oltre che dal “possesso di competenze costituenti il risultato finale di un sistema di capacità, conoscenze ed esperienze finalizzate” (Levati 2001). In questo senso, la presente ricerca ha evidenziato come l’introduzione di tale figura professionale sia in grado di determinare un netto miglioramento delle relazioni e della comunicazione, contribuendo a creare maggiore unità nel team di lavoro e diminuendo potenziali conflittualità. Allo stesso tempo, dagli esiti della ricerca è emerso come la figura professionale dell’Infermiere Case/Care Manager sia parimenti idonea a influenzare positivamente l’attività del team sanitario oltre a suscitare maggiore soddisfazione sia nel paziente che nei propri famigliari. La considerazione più rilevante derivante da questo studio riguarda senza dubbio la "percezione di qualità".
È evidente, infatti, come la presenza di una figura unica di riferimento per pazienti e famigliari , con la quale instaurare un rapporto di continuità, un'assistenza mirata alla persona e non alla patologia, derivante da un assetto organizzativo basato sul case management, equivale ad una percezione di "qualità" e questo delinea guadagno anche in termini di fiducia nei confronti dell'utente.
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