Dinanzi alla donna '' Delira il saggio, vacilla il forte...'' così scrisse Lord Byron nel Corsaro;
Purtroppo, ancora oggi, la violenza contro le donne resta un problema rilevante. Le molestie sessuali, lo stupro, i maltrattamenti fisici alle donne, sono una tragica realtà. È un fenomeno molto diffuso che ha radici antichissime negli atteggiamenti culturali che, nelle varie epoche, hanno dominato il modo di intendere il rapporto uomo-donna.
Le donne, da sempre, sono state considerate inferiori all'uomo e destinate all'obbedienza silenziosa e rispettosa; ella era considerata asessuata, priva di desiderio e strumento del piacere maschile. Basti ricordare il famoso Platone, che concepiva la donna come un qualcosa che derivava dalla degenerazione fisica dell'essere umano e che '' solo i maschi sono creati direttamente dagli dei e sono forniti di anima''; e Aristotele, che invece, considerava la donna un essere umano 'imperfetto' e autorizzava la sottomissione femminile all'uomo.
Insomma, la tradizione greca e romana concepiva la società stratificata secondo gruppi umani superiori ed inferiori. Le donne erano inferiori agli uomini per natura e tutto questo influenzò profondamente il giudizio dei Padri della Chiesa. Una nuova immagine della donna si instaura durante l'Illuminismo, grazie all'attività di donne dedite allo studio e all'arte, ma il vero riconoscimento nasce in Europa nel nostro secolo, precisamente alla fine degli anni '60, dove le conquiste sulla contraccezione portano ad una maggiore libertà sessuale per la donna e al riconoscimento del suo diritto all'appagamento sessuale.
Anche se la maggior parte delle vittime sono donne, non va dimenticato che anche gli uomini, gli anziani ed i bambini spesso subiscono violenza sessuale. Le conseguenze della violenza sessuale sono molteplici: dalle gravidanze indesiderate, alle malattie sessualmente trasmesse, dall'instaurarsi di un circolo vizioso in cui la vittima diventerà carnefice, alle ripercussioni a livello psicologico e psichiatrico quali depressione, abuso di sostanze, stress postraumatico e inclinazione al suicidio. Anche se nella maggior parte dei casi l'episodio di violenza sessuale non viene denunciato, le vittime comunque tendono a cercare assistenza e spesso si trovano ad essere assistite da personale sanitario non preparato a gestire questo tipo di paziente. E qui interviene l'infermiere forense: figura professionale specializzata nell'assistenza alla vittima di abuso. Quest'ultima ha bisogno di poter accedere a servizi e personale in grado di fornire un' assistenza completa ed efficace in modo da permettere di valutare le conseguenze non solo fisiche ma anche quelle psicologiche di un'esperienza altamente traumatica, nonché di iniziare il processo di guarigione ed elaborazione.
L'Infermiere forense ha la possibilità, quindi, di rendere più semplice e meno traumatico il processo di raccolta delle prove che serviranno per l'identificazione dell'assalitore, nonché le conseguenze della violenza. La violenza sessuale può avvenire in forme differenti, in ambienti differenti ed in circostanze differenti: può esserci un violentatore o più di uno, può trattarsi di un progetto ben pianificato o di un attacco a sorpresa, può avvenire in casa della vittima, del violentatore o al lavoro, a scuola, in carcere, in macchina, per la strada, in luoghi appartati. La salute e il benessere della vittima sono le priorità assolute. Va posta molta attenzione alla vittima nel garantire la dignità in un momento in cui si sentirà sicuramente umiliata e degradata. La realtà della violenza sessuale è molto differente dalla percezione comune. Quasi nessuno sa che la maggior parte delle vittime non oppone troppa resistenza per paura delle conseguenze e quindi solo circa un terzo delle vittime di stupro riporta lesioni visibili ad occhio nudo. I miti tendono ad incolpare la vittima e spesso non vengono credute, ma un sanitario preparato sa che ogni ritardo nell'accesso al pronto soccorso può causare la perdita di opportunità terapeutiche come la contraccezione d'emergenza, la modifica delle prove fisiche e la perdita di materiale d'importanza forense come le tracce di sangue o sperma.
È quindi importante che al pronto soccorso la vittima sia visitata al più presto possibile. A seguito della violenza appena subita, la vittima si troverà in uno stato emozionale estremamente labile, con un alto livello di attenzione a quanto le accade intorno, quindi è imperativo che il personale sanitario sia conscio di questo ed attento ad ogni parola che viene pronunciata; molte vittime di violenza sessuale raccontano che un commento fatto da medici, infermieri, poliziotti prima o durante la visita, le ha torturate per anni. Spesso le vittime hanno paura di non essere credute o di essere considerate responsabili per quanto accaduto; quindi:linguaggio utilizzato, linguaggio corporeo, gestualità, mimica da parte del persona sanitario e non, devono essere attentamente controllati per comunicare comprensione, attenzione, empatia, imparzialità, obiettività e rassicurazione alla vittima.
È incredibile sapere che fino al 1996 in Italia è rimasta in vigore la sezione del Codice Rocco che considerava la violenza sessuale una lesione della moralità pubblica. Forse aveva ragione il famoso poeta Johnson quando sosteneva che ''la natura ha dato alle donne un tale potere che la legge ha giustamente deciso di dargliene poco ''. Solo nel 1996 con la legge n° 66 – “norme contro la violenza sessuale”si afferma il principio per cui la violenza sessuale è un crimine contro la persona. Gli articoli del Codice Penale che si occupano di violenza sessuale sono l’art. 609 e seguenti che prescrivono la reclusione da 6 a 12 anni. La pena aumenta (da 7 a 14 anni) in alcuni casi specifici.
Per tutto quanto finora considerato lascia perplessi se non stupiti sapere che l'infermiere legale e forense è una figura non ancora diffusa in Italia a differenza di altri Stati europei e si fa sempre più stringente la necessità di colmare questo vuoto.
Non soffochiamo il grido d'aiuto delle vittime di un'amore criminale. Non dimentichiamo che le donne hanno ispirato da sempre i poeti, talvolta in maniera platonica, altre addirittura carnale. Che ne sarebbe stato dell’Iliade se non ci fosse stata Elena? Oppure, della Divina Commedia senza Beatrice? Grazie a creature meravigliose e celestiali, i poeti hanno potuto esprimere la loro arte nella forma più eloquente e sofferta, con le menti “inebriate” dalla loro presenza.
È stato l’amore e la bellezza ad ispirarli, trovando nella donna il comune denominatore. Possa ella essere un’immagine creata dalla mente, come una sorta di “angelo custode”; oppure una donna in carne e ossa, che ha interagito col poeta. O ancora un personaggio meramente ideato a favore dell’opera, senza il quale l’opera stessa non potrebbe sussistere. ''Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo''. (William Shakespeare).
Concludo con la poesia scritta da Alda Merini che, con pochi versi, ha saputo descrivere le vere difficoltà che le donne hanno dovuto affrontare nel corso dei secoli
A tutte le Donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.
Alda Merini
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