La ricerca conferma l’evoluzione delle nostre competenze, l’identikit dei nuovi manager infermieristici: case manager, discharge manager, care manager, research manager, risk manager, manager di piattaforma, community matron.
L’infermiere con ruoli diversificati in un’organizzazione non più verticale delle cure (organizzata cioè a silos sulla base delle specializzazioni del medico) ma orizzontale, in grado di raccogliere tutte le migliori soluzioni possibili per soddisfare i bisogni degli assistiti è la chiave di volta della nuova sanità, secondo lo studio NURSE presentato oggi dal Cerismas, il Centro ricerche e studi in management sanitario dell’Università Cattolica.
«In questo studio troviamo assonanza con ciò che diciamo ormai da anni, anche portando avanti il tema dell'evoluzione delle competenze infermieristiche − sottolinea Annalisa Silvestro, senatrice e presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi − Nessuno è sopra a nessuno in Sanità, ma ci si coordina e ci si organizza a vantaggio del paziente» aggiunge.
Infermieri “facilitatori” dei processi organizzativi, “coordinatori” per la gestione delle risorse umane, “specialisti” per l’assistenza ospedaliera, ma anche per quella territoriale, con una forte propensione alla multidisciplinarità e allo svolgimento di attività integrate grazie all’interazione con altri professionisti; sono questi i nuovi ruoli che secondo la lo studio Cerismas dovrebbe assumere l’infermiere per dare al management sanitario un contributo efficace e immediato.
«Le forme orizzontali di coordinamento dell’assistenza sono quelle che da anni proponiamo – prosegue Silvestro − e la ricerca mette in risalto che, anche grazie a queste, non solo si ottimizza l’organizzazione dei servizi e la qualità della prestazione, ma si esaltano i ruoli di tutti gli attori dell’assistenza».
«Ora tocca alle aziende – sottolinea Silvestro − scegliere la via del cambiamento organizzativo per rendere più efficiente e appropriato il Servizio sanitario nazionale, specie sul territorio. E se la strada, come dice a chiare lettere lo studio Cerismas, è quella di un modello organizzativo orizzontale con il paziente al centro, governato dalle nuove figure infermieristiche, noi siamo pronti.
La centralità della professione infermieristiche sia a livello di coordinamento per garantire l’efficienza delle ‘piattaforme’ tecnologiche e logistiche, sia per l’integrazione delle competenze nella gestione dei pazienti all’interno ai percorsi di diagnosi e cura con la presa in carico integrata e continua, in particolare, dei pazienti complessi sono i target per un’organizzazione che punti al futuro secondo la ricerca e sono anche i nostri obiettivi. Ed è per questo che vanno ridisegnate – conclude Silvestro - le relazioni tra medico e infermiere e gli altri professionisti sanitari sia in ospedale che sul territorio».
L'evoluzione delle funzioni di coordinamento dell'infermiere e l'inserimento di nuove funzioni infermieristiche ha un suo effetto positivo anche sui medici che, secondo la ricerca Cerismas, sembrano poter recuperare in modo più pieno quella che è la parte centrale del loro lavoro ossia quella professionale.
Nei percorsi in ospedale:
Case manager: figura infermieristica che si configura come “process owner” (titolare del trattamento) e il facilitatore del percorso ospedaliero del singolo paziente garantendo il patient flow (flusso dei pazienti) tra la struttura di ricovero e i servizi di diagnosi e cura; in alcune realtà è individuato come “infermiere referente”;
discharge manager: è un infermiere il cui ruolo è di gestire, fin dall’accesso, il momento della dimissione del paziente (a casa, in un’altra struttura, in un altro ospedale), svolgendo la sua attività in stretto contatto con il team medico, con il paziente e la sua famiglia; in molti casi è associato a una organizzazione basata sull’intensità di cura;
care manager (chronic care model CCM): è la figura infermieristica con ruolo di collegamento: si configura come il “process owner” e il facilitatore di un percorso che avviene tra le strutture ospedaliere, le strutture territoriali, i medici di famiglia e tutti gli attori del CCM; è un importante ruolo “cerniera” tra l’ospedale e il territorio;
research manager, o research nurse: è dedicato allo sviluppo delle attività di ricerca clinica e alla gestione del percorso del paziente inserito all’interno di un trial clinico;
risk manager: profilo infermieristico dedicato alla gestione degli strumenti per la prevenzione e il monitoraggio degli errori in medicina all’interno della struttura ospedaliera in stretto contatto con le altre funzioni di governo clinico
manager di piattaforma: è l’evoluzione del caposala del blocco operatorio o del dipartimento di diagnostica per immagini (manager di piattaforma tecnologica), e del responsabile infermieristico di dipartimento o del caposala in un reparto tradizionale (manager di piattaforma logistica). Ha un profilo di coordinamento ed è orientato alla programmazione delle attività e alla gestione delle risorse tecnologiche ed umane.
Tra i manager di piattaforma è possibile annoverare figure specifiche quali:
- manager infermieristico di dipartimento, ruolo di staff rispetto al direttore di dipartimento, assume la responsabilità di coordinare e allocare le risorse umane e le altre risorse (es. letti); assegna il personale infermieristico e di supporto in base all’intensità di cura e alla complessità assistenziale delle persone assistite all’interno dei vari moduli; gestisce i processi di supporto di base alle esigenze del processo primario di cura e assistenza, con particolare attenzione al flusso e al sincronismo dell’attività;
- bed manager, è presente nel caso in cui i posti letto siano considerati una risorsa fungibile all’interno del dipartimento; in molti casi è associato a una organizzazione basata sull’intensità di cura;
- manager della preospedalizzazione, coordina le risorse infermieristiche gestendo il flusso dei pazienti nella fase di indagine diagnostica prericovero ottimizzando l’uso di risorse tecnologiche importanti in tempi ben definiti e con obiettivi di produttività (pazienti per mattinata).
Sul territorio:
Community matron: si tratta di un ruolo infermieristico di coordinamento per le attività assistenziali a livello territoriale e domiciliare; questi ruoli hanno la responsabilità su gruppi di pazienti (circa 50) e la loro missione è la riduzione delle ospedalizzazioni evitabili; pur avendo avuto una maggiore presenza negli ospedali nel sistema inglese, recentemente essi hanno trovato diffusione anche nell’ambito territoriale;
care manager: in genere dipendono da una matron e svolgono un compito di assistenza nelle strutture territoriali e a domicilio, attivando i servizi necessari alla gestione del paziente;
discharge manager: come per l’ospedale è un infermiere il cui ruolo è di gestire, fin dall’accesso, il momento della dimissione del paziente (a casa, in un’altra struttura, in un altro ospedale), svolgendo la sua attività in stretto contatto con il team medico, con il paziente e la sua famiglia; in molti casi è associato a una organizzazione basata sull’intensità di cura;
care manager (chronic care model): anche in questo caso come per l’ospedale è una figura infermieristica con ruolo di collegamento che si configura come “process owner” e facilitatore di un percorso che avviene tra le strutture ospedaliere, le strutture territoriali e, sul territorio, tra i medici di famiglia e tutti gli attori che prendono parte al CCM.
Federico81
1 commenti
"Nessuno e' sopra a nessuno"
#1
Consiglierei alla senatrice Silvestro, se ne e' l'autrice effettiva, di rivedere il proprio pensiero: il medico, in virtu' dei suoi 6 anni di studi necessari al conseguimento della Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, unici nel panorama universitario, e' e sara' sempre superiore da un punto di vista del rango professionale alle altre professioni sanitarie, piaccia o non piaccia. Questo non impone una svalutazione delle attività ancillari a quella clinico- chirurgica del medico, ribadisce semplicemente un dato di fatto e di diritto.