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La medicina di genere, un nuovo modo di approcciare al malato

di Domenica Servidio

Tutto quello che c'è da sapere sul "genere" in ambito clinico e assistenziale.

Medicina di genereLa medicina ha un genere non applicabile solo alla clinica ma anche al modo in cui ci si approccia al paziente da un punto di vista assistenziale. Noi infermieri siamo sempre in grado di rispondere ai bisogni assistenziali di ciascun paziente in base al genere? Forse lo facciamo inconsciamente, perché la valutazione olistica del paziente fa parte del DNA infermieristico,  ma spesso questo aspetto viene dato per scontato.

A differenza del sesso determinato biologicamente, il “genere” è ciò che caratterizza le diversità tra le persone. Può essere condizionato da molteplici fattori culturali, organizzativi, legati a tradizioni, credenze e culture di vario tipo. Secondo quanto espresso dalle ultime evidenze scientifiche, il genere può essere definito banco di prova che allena alla gestione delle differenze, sia nelle forme di pensiero, che nell’azione di cura.

La "medicina di genere" o gender medicine,  va distinta dalla medicina delle donne, ma anche dalla medicina attenta alle sole differenze bio-sessuali e rappresenta uno degli esempi ‘ponte’ tra le scienze umane e quelle bio-mediche. Inoltre da qualche anno, l’orientamento al genere si sta diffondendo a macchia d’olio  anche in altre discipline del mondo sanitario, non solo infermieristico, ma anche nell’ambito della farmacologia.

Essere curati per una patologia cardiaca quale l’infarto, se si è donne o uomini, fa molta differenza. E così pure assumere un farmaco. In passato  terapie e medicine sono state studiate e sperimentate principalmente sugli uomini. Oggi, invece, la medicina inizia a individuare percorsi specifici o per uomini o per donne, anche quando la malattia è la stessa.

Spesso negli articoli di ricerca scientifica si è soliti dimenticare la valutazione dei dati divisi per sesso, infatti i risultati a cui si giunge non si capisce se si riferiscono ai soli maschi, sole femmine o ad entrambi.

Gli americani National Institutes of Health NIH e Institute of Medicine IOM,  da anni propongono di considerare sesso e genere nei disegni di ricerca.  La Commissione Europea con il progetto GENDER-NET  e nel 2012 l’European Association of Science Editors  hanno dato indicazioni a riguardo. Anche i Canadian Institutes of Health Research CIHR dal 2009 sono partiti con raccomandazioni per la considerazione di sesso e genere nei disegni di ricerca.

Tra le promotrici della Medicina di genere, vi è la  Prof.ssa Fulvia Signani,  autrice de “La salute su misura. Medicina di genere non è medicina delle donne” (Este Edition, 2013).

Coordinatrice della Rete Città Sane dell’OMS e dal 2001 docente incaricata di Promozione della salute all’Università di Ferrara – definisce la medicina di genere come “un esempio di terza cultura, un ponte tra le due culture della medicina e delle scienze umane, un’interdisciplinarietà resa concreta e i cui contorni sono tutti ancora da esplorare”.  “La medicina di genere – spiega – ha la velleità di sensibilizzare in modo umanistico una disciplina che si considera scienza dell’uomo ma che rischia di farsi prendere dal tecnicismo, omettendo di valutare la persona con le sue specificità”.

A sostegno della medicina di genere la prof.ssa Signani afferma che gli individui nascono sì sessuati ma non dotati di genere, che si costruisce secondo tipologie sociali condivise. Ha inoltre descritto un’importante ricerca canadese che in tre fasi, ha analizzato tra il dicembre 2010 e il dicembre 2011, l’impatto dei suggerimenti del CIHR, in oltre 2000 ricerche (biomediche, cliniche, dei sistemi e servizi sanitari e dei fattori sociali, culturali ed ambientali che incidono sulla salute) riscontrando che sul totale delle ricerche del dicembre 2010, il 26% teneva conto di sesso e genere, percentuale aumentata e corrispondente al 48% nel dicembre dell’anno successivo. I dati dimostrano una permanente confusione tra sesso e genere, per esempio diverse ricerche precliniche parlano di genere, riferendosi ad animali. Esistono fraintendimenti anche nel considerare gender oriented campioni composti da sole donne, o da uomini e donne, paritetici, ma senza l’analisi dei dati in ottica di genere. Chi non ha incluso il sesso e genere, dichiara che non era chiave di analisi utile. Si tratta in particolare di ricerca di base, su animali o su cellule, che, invece, se applicata in ottica gender danno importanti risultati.

Per saperne di più attenderemo il convegno mondiale della Medicina di Genere che  si terrà a Tel Aviv il prossimo Novembre 2015.

«Il genere è un elemento costitutivo delle relazioni sociali fondate su una cosciente differenza tra i sessi, e il genere è un fattore primario del manifestarsi dei rapporti di potere»

 (J. Scott, Il “genere”: un’utile categoria di analisi storica, in Altre storie)

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