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Area chirurgica

L’Infermiere nell’Ospedale del Cuore

di Redazione

Ospedale-del-Cuore

Chi è e cosa fa il professionista della salute in Cardiochirurgia. L’esperienza dei colleghi della Fondazione Monasterio di Massa.

L' Ospedale del Cuore della Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio” , conosciuto anche come Ospedale Pediatrico Apuano (Opa) è considerato una struttura di eccellenza a livello europeo svolge al contempo attività sanitarie specialistiche e di ricerca ad esse correlate, traendo dall'esperienza dell'attività clinica spunti per l'investigazione di ricerca e, dai risultati dalla ricerca e dell'innovazione suggerimenti per il miglioramento della pratica clinica.

La struttura nasce da un'idea dei primi anni '60 del pediatra Gaetano Pasquinucci, primario a Viareggio per dar vita ad una istituzione ospedaliera dedicata all'infanzia per l'intero comprensorio. Dopo anni di progetti e lavori, nel 1989, nacque l' Opa nel quale si trasferirono le attività di anestesia e terapia intensiva, emodinamica diagnostica ed interventistica, cardiologia e cardiochirurgia, neonatale, pediatrica e per adulti.

Numerosi gli interventi eseguiti, sempre più con tecnica mininvasiva, che minimizza il trauma, riduce i giorni di degenza e di riabilitazione, riduce il rischio di infezioni della ferita e consente di avere un risultato estetico superiore alla chirurgia convenzionale.

Molte sono le operazioni sulle correzioni di malformazioni congenite gravi nei pazienti pediatrici, e correttive nei Grown Up Congenital Heart (GUCH), ovvero pazienti adulti portatori di malattie cardiache congenite, specie di lesioni complesse o di difficile trattamento.

La caratteristica più rilevante di queste patologie nella nostra era è la lunga sopravvivenza che la chirurgia cardiaca offre alla maggior parte dei portatori di queste affezioni. Tale situazione contrasta, fortunatamente, con i dati passati, in cui circa l'80% non riusciva a superare i primi giorni, mesi o anni di vita, senza possibilità di terapia efficace.

L'Ospedale del Cuore viene riconosciuto anche quale Centro Regionale Pediatrico di eccellenza per il trattamento delle patologie congenite e acquisite dell'albero tronco bronchiale e della laringe.
Per effettuare una diagnosi prenatale precoce, da alcuni anni, la Fondazione Monasterio ha sperimentato un sistema di teleconsulto nell’ambito della cardiologia pediatrica con vari Paesi dell’area balcanica (ex-Jugoslavia, Romania, ecc.) e recentemente con molte aree della Regione Toscana.

Il sistema funziona regolarmente e consente il supporto ai clinici locali da parte degli specialisti della Fondazione per la diagnosi precoce delle cardiopatie in età neonatale e pediatrica , ma anche in età fetale, nonché per il relativo follow up.

Il sistema adottato, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), è stato utilizzato anche nell’ambito di progetti finanziati dall’UE.
“Arriviamo al Cuore di Tutti” è lo slogan dell'iniziativa.

A queste prestazioni si aggiungono alcuni importanti servizi integrativi.
Tra questi il Percorso Accoglienza avviato dal Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale ( (Sitra) e condiviso con i clinici, dedicato a tutti i pazienti in fase di pre-ospedalizzazione.

Un Infermiere , un Cardiochirurgo e uno Psicologo , attraverso materiale multimediale, illustrano le varie fasi dell'ospedalizzazione , del perioperatorio e della dimissione . Essi sono a disposizione per rispondere e soddisfare le perplessità e le paure dell'utenza. Ogni professionista per le proprie competenze.

All'interno della struttura, inoltre, è stato istituito un Osservatorio per il monitoraggio e la sorveglianza infezioni , dove una rete di sanitari collabora al controllo delle infezioni ospedaliere, all'isolamento e all'osservanza della pratica per la sicurezza Le mani pulite indicato dal GRC della Regione Toscana.
È in questo contesto che l' Infermiere riveste un ruolo fondamentale nel percorso di cura e di assistenza ai cittadini che accedono ai servizi dell'azienda .

Ma cosa significa lavorare in questa realtà?


La risposta arriva direttamente da alcuni professionisti della terapia intensiva adulti e dalla dirigenza infermieristica.
Team working, centralità del paziente e umanità.

Sono questi, secondo Luca Fialdini, tra gli autori del servizio, i punti di forza da attribuire alla struttura: “fin dal primo giorno ho appreso che l'unione fa la forza, che il gioco di squadra è essenziale e che la qualità degli indicatori di processo e di esito si hanno solamente in un'ottica di interprofessionalità con un approccio patient centered. L'assistenza è rivolta a persone che dovranno sottoporsi ad interventi ad alta ed altissima complessità. Nella maggior parte dei casi, si tratta di pazienti con un considerevole indice di case mix, elevato euroscore, con molteplici disfunzioni, svariate comorbidità, fragili, impauriti ed ansiosi”.

Annalisa Bignoli aggiunge: “l' Ospedale del Cuore rappresenta, per me, il luogo dove ho iniziato la mia attività lavorativa e dove ho conosciuto professionisti (anestesisti, infermieri, cardiochirurghi, OSS, fisioterapisti, tecnici) che mi hanno trasmesso l'amore per questo lavoro e soprattutto l'importanza di prendersi in carico l'individuo nella sua globalità e unicità. Ogni paziente ha il suo infermiere di riferimento, ma risulta essenziale lavorare in equipe, integrando le conoscenze, le abilità e le competenze fornendo un risultato che è molto più alto di quello che si otterrebbe lavorando individualmente”.
Negli anni sono stati introdotti e sperimentati nuovi approcci e nuovi strumenti per orientare la pratica professionale verso l’appropriatezza, l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni, organizzare l’assistenza infermieristica secondo nuovi modelli organizzativi, come la gestione per progetti, ed assistenziali, come il primary nursing .

È stato fondamentale, inoltre, fondare la valutazione, la decisione e l’azione clinica sulle conoscenze prodotte dalla ricerca e su adeguati indicatori e standard, mediante l’opportuno ricorso a strumenti quali pratiche regionali per la sicurezza, linee-guida, raccomandazioni, percorsi clinico-assistenziali, protocolli e procedure.

Ma quali sono le abilità tecniche dell' infermiere di terapia intensiva ?


“Le competenze da acquisire sono diverse: tecnologiche e strumentali in primis. Assistenza a pazienti emodinamicamente instabili, molto spesso con inotropi in infusione, numerosi device, contropulsati, in dialisi, VAD o ECMO. Prioritaria e quotidiana la gestione del ventilatore e del weaning respiratorio. Tutto questo in ottemperanza delle ultime linee guida e delle pratiche per la sicurezza della Regione Toscana” - raccontano Marco Nardini e Roberta Toso .

E dal punto di vista relazionale? 


Michela Bandiera prontamente risponde “negli anni ho compreso che grande gratificazione deriva dal sostegno psicologico che l'infermiere dona al paziente lungodegente e a tutta la sua famiglia, dal momento dell'accoglienza in reparto fino alla sua dimissione. Si crea un legame speciale che nessun'altra professione è in grado di instaurare. E' importante che la persone assistite percepiscano l'amorevole dedizione che ogni giorno mettiamo loro a disposizione affinché non si sentano mai sole e incomprese. La terapia intensiva è anche questo: fiducia e empatia”.

Laura Rossi, la tua esperienza in sala operatoria ti ha segnato. Cosa significa essere un infermiere strumentista?

“L'affacciarsi al tavolo operatorio fu un'emozione unica. Fu come quando vai in vacanza e ti esponi a una finestra e rimani immobile, affascinata dalla bellezza che ti si presenta. In quel momento non ci sono più libri o tabelle anatomiche ma la realtà, il corpo umano. Si impara a cambiare prospettiva, soprattutto su noi stessi. Grazie a protocolli e procedure, assieme ai segreti trasmessi da colleghi e chirurghi, ho iniziato a prendere sicurezza. È un'esperienza che ogni infermiere dovrebbe fare!”.

La formazione in sanità è fondamentale. Cosa ha programmato l'azienda per il tuo inserimento in terapia intensiva?

Andrea Ulisse : “Il neoassunto segue un iter di affiancamento altamente professionalizzante. Sono stato seguito da un tutor fino al raggiungimento degli obiettivi esclusivi dell'unità operativa. Successivamente, i numerosi corsi ECM aziendali, i progetti di ricerca e la revisione di procedure hanno aiutato a integrarmi nel gruppo e a crescere professionalmente”.

A coordinare e sostenere, con disponibilità e esperienza, gli infermieri delle Cure Intensive Adulti è Susan Gwynne , la quale afferma che: “l’eccellenza dell’intero ospedale del cuore è data dalla professionalità e dall’entusiasmo di tutto il personale che insieme forma un grande team. L’ospedale è diventato speciale, grazie, a tutte le persone che ogni giorno lavorano per lo stesso scopo: la qualità della cura. Nella nostra realtà lavoriamo ogni giorno per una cura ammirevole ai malati, nel rispetto dei colleghi e della professione”.
Per lo sviluppo di queste abilità e obiettivi, le aziende sanitarie dovrebbero promuovere professionalità, chiarezza nell’informazione e disponibilità; favorire la condivisione di idee e di strumenti, garantire una leadership motivazionale, promuovere una flessibilità al cambiamento ed infine far emergere l'informazione con approccio bottom-up .

Attraverso una strutturata organizzazione si sviluppa nell'operatore motivazione, consapevolezza, responsabilità, cooperazione ed infine una grande umanizzazione ed attenzione ai bisogni dell'utenza.
«Da diversi anni lavoro in Fondazione ma solo da pochi mesi sono Dirigente delle professioni sanitarie. Nel tempo abbiamo avuto, grazie ai colleghi che ci hanno preceduto, basi solide sulle quali costruire il Nostro mondo grazie alla formazione, ricerca, innovazione, valutazione e spirito di sacrificio. Vedo il futuro, per questo, volto ad assicurare un assistenza di qualità ospedaliera, dall'accoglienza alla dimissione, e per continuità assistenziale un handover effiace e sicuro verso il territorio», conclude Stefania Baratta.

Autori


Luca Fialdini, Annalisa Biglioli, Marco Nardini, Roberta Toso, Michela Bandiera, Laura Rossi, Andrea Ulisse, Susan Gwynne, Stefania Baratta.

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