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PS, SMI: assicurare presenza medici per tutelare la salute

di Redazione

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L’inizio del progetto sperimentale dell'ambulatorio a gestione infermieristica, all'interno del Pronto soccorso di Rimini, prevista entro aprile 2023 sta facendo discutere in Regione. Dopo la posizione ostativa dichiarata dal sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed Emilia-Romagna, il sindacato Medici Italiani rincara la dose: Le competenze mediche non possono essere trasferite a chi non è medico - scrive in una nota Michele Tamburini, segretario Regionale Emilia-Romagna SMI -. Gli infermieri non possono avere compiti diagnostici e prescrittivi.

Ambulatorio infermieristico codici minori, SMI: non è risposta a carenze

Tamburini, SMI Emilia-Romagna: Gli infermieri non possono avere compiti diagnostici e prescrittivi

L'ambulatorio infermieristico nel Pronto soccorso per i codici minori che sarà attivato ad aprile, nell'Ausl Romagna e in particolare all'ospedale di Rimini, pone molti interrogativi, così Michele Tamburini, segretario Regionale Emilia-Romagna del sindacato Medici Italiani (SMI).

Il progetto che affiderà la gestione, la presa in carico e la dimissione dei codici di bassa gravità agli infermieri - e che Ausl Romagna ha illustrato nel dettaglio con una nota ad hoc, annunciando il via alla formazione dedicata agli infermieri esperti -, sta creando un dibattito acceso. Definito uno schiaffo a medici, infermieri e pazienti dal presidente regionale del sindacato dei medici Cimo-Fesmed, Salvatore Lumia, è stato invece sostenuto con favore dal Coordinamento regionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, che lo ha definito una soluzione da paese avanzato.

Oggi è SMI ad esprimere le proprie perplessità sulla questione: Pur capendo che la scelta della parte pubblica mira a colmare la carenza dei medici nei Pronto soccorso, siamo del parere che le competenze mediche vanno assicurate nelle prestazioni di urgenza. Le competenze mediche non possono essere trasferite a chi non è medico e, allo stesso tempo, indicare al cittadino la libertà di scelta se farsi visitare da un medico o da un infermiere.

Non è questa la risposta alla mancanza dei medici nei Pronto soccorso - continua la nota - perché le competenze mediche rappresentano maggiori garanzie per la cura e l'assistenza dei pazienti.

Grande rispetto per la professionalità degli infermieri, ma devono essere chiari i limiti tra le due professioni che hanno compiti diversi e ben specifici. Gli infermieri non possono avere compiti diagnostici e prescrittivi

Occorre, invece, puntare a misure strutturali affinché le strutture di pronto soccorso e di Medicina d'urgenza siano attrezzate per rispondere alle nuove istanze di salute e per affrontare la crisi che li coinvolge. Molti ormai sono i fattori che hanno contribuito a creare queste criticità: una errata programmazione a livello nazionale dell'accesso alle scuole di specializzazione, la programmazione non allineata con le necessità; la diminuita attrattività del servizio sanitario pubblico da parte dei professionisti e, in particolare, del sistema di emergenza urgenza.

Abbiamo bisogno di risposte strutturali nel medio-lungo periodo: la revisione della programmazione del numero di specialisti in Medicina d'emergenza urgenza, con un incremento dei posti disponibili nelle aree di maggiore sofferenza; l'attivazione di procedure concorsuali aperte agli specializzandi del quinto anno, in modo da accorciare i tempi amministrativi per l'assunzione al momento del completamento del ciclo di formazione curricolare. Solo in questo modo si potrà garantire la presenza dei medici nei Pronto soccorso ed erogare livelli di cura adeguati a tutelare la salute dei cittadini, conclude Tamburini.

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