Moderna tecnica chirurgica mininvasiva utilizzata a fini diagnostici e terapeutici, la laparoscopia o videolaparoscopia (VLC) consente di esplorare la cavità addominale e pelvica intervenendo su organi e tessuti con notevoli vantaggi anche per il paziente sottoposto all'intervento. Si tratta di una procedura che garantisce risultati sovrapponibili alla chirurgia tradizionale in termini di sicurezza ed efficacia, ma che permette un recupero più rapido delle condizioni di salute, meno dolore post-operatorio, cicatrici più piccole, nonché un minor rischio di infezione e un'ospedalizzazione più breve. Qualora necessario, la laparoscopia può essere convertita, in corso di intervento, in laparotomia ossia in operazione a cielo aperto con la tecnica tradizionale.
Che cos’è la laparoscopia
La laparoscopia si distingue in esplorativa o diagnostica e in operativa o terapeutica. Questa tecnica è resa possibile grazie al laparoscopio, uno strumento a forma di tubo con un diametro inferiore ad 1 centimetro, che viene introdotto nell'addome attraverso una piccola incisione.
Dotato di una fonte luminosa a fibre ottiche e di una videocamera ad alta definizione che proietta le immagini di organi e tessuti ingrandite in un monitor, il laparoscopio consente al chirurgo di operare introducendo altresì nella cavità specifici strumenti chirurgici attraverso delle cannule - dette trocar - inserite mediante altre piccole incisioni nell'addome.
La laparoscopia si esegue in anestesia generale. Viene praticata una piccola incisione in corrispondenza dell'ombelico dove viene inserita una cannula per insufflare l'anidride carbonica necessaria per distendere la cavità addominale e permettere così una migliore visione esplorativa.
In caso di intervento, vengono praticate altre incisioni, da 2 a 4, per introdurre i trocar e gli strumenti. I tempi di esecuzione sono variabili, la procedura può durare dai 30 ai 60 minuti se soltanto diagnostica o protrarsi se operativa. Al termine dell'intervento, l'anidride carbonica viene eliminata.
Alla tecnica, valutata caso per caso, sono candidati solo pazienti selezionati attraverso un'attenta anamnesi ed un esame obiettivo. Risulta infatti controindicata in pazienti con difetti della coagulazione del sangue o affetti da malattie infettive, nelle donne in gravidanza avanzata, in persone obese o che sono state sottoposte in precedenza ad interventi chirurgici addominali.
Dopo l’intervento di laparoscopia
I sintomi più comuni dopo la laparoscopia sono legati piuttosto ai farmaci anestetici ed includono nausea, vomito, cefalea, ritenzione urinaria.
Occorre avvisare tempestivamente il medico in caso di comparsa di febbre superiore ai 38°, brividi, aumento o peggioramento del dolore post-operatorio, difficoltà ad urinare nonché arrossamento, gonfiore e sanguinamento della ferita chirurgica o gonfiore/dolore ad uno o ad entrambi gli arti inferiori.
Oltre a reazioni avverse all'anestetico e alla presenza di anidride carbonica nella cavità addominale, le complicanze più serie che la laparoscopia può comportare sono un danno ad un organo addominale/pelvico e ai vasi arteriosi maggiori come l'aorta discendente, la formazione di coaguli sanguigni e di gravi aderenze o adesioni intra-addominali ossia fasce di tessuto fibroso che pregiudicano la normale anatomia degli organi interni.
Dopo un intervento con questa procedura, è raccomandata l'osservazione durante la degenza ospedaliera di almeno 24 ore con la rilevazione dei parametri vitali. Per quanto sia una tecnica mininvasiva e ben tollerata, alla dimissione viene consigliato comunque di usare cautela nei movimenti e nei sollevamenti per favorire una buona cicatrizzazione delle incisioni. I tempi di guarigione sono variabili e dipendono dallo scopo della laparoscopia e dallo stato di salute del paziente.
Con questa tecnica il chirurgo può intervenire per rimuovere organi e tessuti malati (sezioni di intestino, vie biliari), praticare una plastica erniaria, arrestare emorragie provocate da ulcere gastriche, rimuovere porzioni di tessuto adiposo in caso di grave obesità, asportare l'embrione in caso di gravidanza ectopica ed eseguire un'isterectomia.
Oltre alla classica laparoscopia, è stata recentemente progettata la laparoscopia robotica che consente al chirurgo di eseguire operazioni ancora più precise e meno invasive. Tale strumento, che risponde ai comandi di una consolle, è formato da una telecamera esplorativa e da una serie di braccia meccaniche che vanno a sostituire completamente le mani del chirurgo.
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