La causa? Piccolissimi mini-stroke che coinvolgono aree ristrette del cervello.
La demenza vascolare rappresenta il 10-15% del totale delle demenze risultando la seconda tipologia più diffusa, dopo il morbo di Alzheimer.
Essa è fondamentalmente causata da un afflusso ematico deficitario ai danni del cervello. Fisiopatologicamente si assiste a piccolissimi mini-stroke che coinvolgono zone molto molto ristrette del cervello che perdono parzialmente o totalmente la loro corretta funzionalità.
L'assistenza infermieristica a persone con demenza vascolare presenta molte peculiarità soggettive dipendenti da comorbilità e profilo personale dell'assistito. Esistono però alcuni punti generalmente comuni che la caratterizzano.
Difficoltà nel linguaggio e comunicazione
Come in tutte le forme di demenza, la comunicazione assume un ruolo fondamentale ma impegnativo e che necessita di un'attenta conoscenza delle necessità comunicative del nostro paziente.
Nelle fasi iniziali della patologia i disturbi del linguaggio si manifestano maggiormente con presenza di anomie, ovvero il paziente realizza esattamente cosa vuole indicare ma non accede mnemonicamente al nome esatto. Con il progredire della patologia, le frasi utilizzate dal paziente risulteranno sempre più corte e il bagaglio di parole in uso andrà sempre più impoverendosi, con crescita dell'utilizzo ed abuso di frasi standard e parole generiche (la roba, il coso etc.)
Importante aspetto nella comunicazione è causato anche dalla difficoltà di attenzione che genera confusione sul piano attuativo dell'espressione di un pensiero o di un bisogno.
Rimane invece conservata a lungo la capacità di comprendere il linguaggio non verbale: gesti, espressioni, movimenti che possono indicare un concetto o un'azione da compiere. Si registra anche una capacità di riconoscimento del ruolo sociale o affettivo delle persone che la circondano.
Questi aspetti risultano a questo punto fondamentali per una comunicazione il più possibile efficace e produttiva. Impostare un dialogo marcando il linguaggio non verbale e mantenendo viva l'attenzione è un ottimo metodo per ottenere un feedback positivo.
Disturbi comportamentali
Puntualizziamo una volta per tutte una cosa, ovvero che le demenze sono diverse fra di loro. Se l'eziopatogenesi e la fisiologia patologica hanno peculiarità diverse, anche i disturbi comportamentali si manifesteranno con altrettante differenze.
Nella demenza vascolare l'incidenza, la frequenza e l'entità dei disturbi comportamentali hanno variazioni in base alla localizzazione e distribuzione degli effetti circolatori deficitari sull'organo cerebrale.
La prevalenza degli stessi è calcolata in circa 1 paziente ogni 2 o 2 pazienti ogni 3 a seconda dello studio di riferimento.
Rispetto alla persona con Alzheimer (patologia principe nelle demenze e quindi profilo di riferimento per comparazioni con la categoria), la persona con demenza vascolare ha una maggiore possibilità di sviluppare depressione, apatia e labilità emotiva. E' possibile osservare ecolalia ed ecoprassia, comportamenti imitatori tipici in realtà di altre patologie.
Altri disturbi tipici delle demenze sono distribuiti all'incirca senza particolari differenze con le altre diagnosi.
Non solo neurologia
Per l'infermiere è opportuno inquadrare la persona con demenza vascolare sia a livello neurologico che a livello cardiologico e circolatorio.
Questo punto risulta essere forse un pò scontato a livello teorico mentre nella pratica rappresenta un punto molto importante.
Il quadro clinico prevede per definizione un'associazione diretta con situazioni patologiche quali aterosclerosi, ipertensione cronica, dislipidemie importanti, cardiopatie e cerebrovasculopatie.
Di fronte ad una persona che tendenzialmente non è in grado di comunicare efficacemente sintomi negativi, la conoscenza delle comorbilità esistenti risulta essenziale per il riconoscimento degli stessi ed il pronto intervento in caso di acuzie o scompensi.
Exitus
Al contrario di altre forme di demenza (tra cui l'Alzheimer), nella demenza vascolare è la demenza stessa che porta il paziente al decesso.
E' opportuno impostare un adeguato monitoraggio dei parametri vitali (sopratutto il profilo pressorio), una valutazione funzionale costante in modo da poter cogliere sintomi di peggioramento che quasi sempre sono collegati alla lenta modificazione peggiorativa del sistema circolatorio cerebrale o sistemico. Stroke o IMA sono eventi acuti molto comuni tra le cause di morte.
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 35-40% e l'ingravescenza dei sintomi è continua e molto più repentina rispetto altre demenze.
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