Le mutilazioni genitali femminili (MGF) costituiscono un atto estremamente traumatico ed hanno gravi conseguenze sulla salute fisica, psichica e sessuale delle bambine e delle giovani ragazze che le subiscono. Le MGF comprendono tutte quelle procedure che interessano la rimozione totale o parziale dei genitali esterni o altre pratiche ai genitali femminili effettuate in assenza di motivazioni mediche
(Oms, 2008).
Cosa sono le mutilazioni genitali femminili
Sebbene le mutilazioni genitali femminili siano riconosciute in maniera internazionale come una violazione dei diritti umani, questa pratica è ancora documentata in molti Paesi africani ed alcune regioni dell'Asia e del Medio Oriente (Ohchr et al., 2008).
Alcune forme di MGF sono state inoltre documentate anche in Paesi dell’America del sud (Yoder, Abderrahim, & Zhuzhini, 2004), per un totale di 30 Paesi in tutto il mondo.
L’integrazione tra culture implica la conoscenza e la comprensione di realtà e costumi di Paesi diversi, che a volte viene meno.
In particolare, per il problema delle MGF, una mancanza di formazione implica una risposta inadeguata da parte dei professionisti sanitari a cui le donne portatrici delle mutilazioni si rivolgono.
Infatti sebbene questi ultimi siano a conoscenza della pratica delle MGF, la loro capacità di identificare e di gestire le complicanze rimane subottimale (Oms, 2011). Inoltre molti professionisti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ancora considerano alcune forme di MGF non dannose e continuano ad effettuarle (Ali, 2012).
Classificazione delle mutilazioni genitali femminili
Le MGF sono classificate in quattro gradi secondo un ordine crescente di invasività e danno recato.
Tipologia 1 | Tipologia 2 | Tipologia 3 | Tipologia 4 |
Clitoridectomia | Escissione | Infibulazione o circoncisione faraonica | Tutte le pratiche dannose per i genitali femminili condotte per scopi non terapeutici |
Prevede l’asportazione parziale o totale del clitoride e/o del prepuzio o cappuccio del clitoride |
Prevede l’asportazione parziale o totale del clitoride e delle piccole labbra, con o senza asportazione delle grandi labbra |
Comporta il restringimento dell’orifizio vaginale attraverso una chiusura creata tagliando e avvicinando le piccole e/o grandi labbra, con o senza escissione del clitoride |
Piercing, puntura, cauterizzazione, incisione, raschiatura, stiramento del clitoride e delle piccole labbra, introduzione di sostanze corrosive e astringenti in vagina |
Perché le mutilazioni genitali femminili
Le motivazioni per le quali le mutilazioni genitali femminili vengono praticate sono svariate. Tra queste ricordiamo maggiormente:
- Formazione dell’identità di genere: in alcune culture, infatti, le donne possono realmente identificarsi nel genere femminile solo dopo essere state sottoposte alle MGF.
- L’ideale di femminilità: la femminilità è da sempre - e in tutte le culture - rafforzata dai valori estetici, compresi quelli di bellezza e armonia delle forme e per molte culture gli organi genitali chiusi sono più belli per cui viene rimossa la parte maschile presente in ogni donna, che, trasformandosi, diventa molto più accattivante per gli uomini.
- Rito di passaggio: rende la donna definitivamente adulta, un modo per essere finalmente accettata dal proprio gruppo.
- Religione: molti ricollegano tali pratiche a motivi religiosi, sebbene nel Corano non sia presente nessuna indicazione alle mutilazioni.
- Purezza: non è difficile pensare che le donne con mutilazioni genitali di terzo tipo arrivino al matrimonio vergini e questo si può constatare anche con un semplice esame visivo nel caso dell’infibulazione, in quanto è presente una vera e propria barriera creata per proteggere la vagina sottostante.
- Igienico–sanitaria: alcune tribù pensano che le donne siano più esenti da infezioni e malattie una volta mutilate. In realtà tutte le evidenze scientifiche mostrano il contrario.
- Basso livello economico e analfabetismo: una recente ricerca del Fondo delle Nazioni Unite per le attività della Popolazione (Unfpa) dimostra che i tassi di mutilazione aumentano in contesti di basso livello economico e analfabetismo (Unfpa, 2016). Altri studi dimostrano come ci sia un chiaro collegamento tra l’abbandono effettivo della pratica e la consapevolezza, in seguito a percorsi di scolarizzazione delle donne (Unicef, 2016).
Complicanze delle MGF a breve e lungo termine
Le complicanze delle mutilazioni genitali femminili sono svariate ed è importante che un’ostetrica/o sappia riconoscerle per trattarle qualora si ritrovi a doverle affrontare.
Una revisione sistematica condotta da Berg (2014) notò che la complicanza a breve termine più comune fosse l’emorragia (5-62%), seguita da ritenzione urinaria (8-53%) e rigonfiamenti genitali (2-27%), problemi di guarigione delle ferite (13%) e, infine, dolore (11%).
Le ragazze spesso soffrono di più di una complicanza immediata rispetto a quelle a lungo termine. Inoltre anche procedure comuni come prelievi citologici, visite vaginali, revisione di cavità uterina post abortiva, ecografie transvaginali, inserimento di dispositivi intrauterini ecc, possono essere resi difficili da distorsioni anatomiche, soprattutto connesse a MGF di tipo III.
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