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Risorse OSS

Operatore Socio Sanitario e assistenza a paziente immobilizzato a letto

di Angelo

Quando si parla di Operatori Socio Sanitari non sempre si ha coscienza e conoscenza del loro effettivo ruolo di supporto agli Infermieri. Spesso si dimentica che la loro azione è fondamentale per garantire la corretta applicazione delle pratiche assistenziali anche a pazienti complessi come possono essere quelli immobilizzati a letto. Al di là della patologia che li costringe all’immobilità, l’apporto dell’OSS è necessario per prevenire cadute, individuare eventuali lesioni, mobilizzare correttamente il paziente.

Mobilizzare un assistito, a cosa fare attenzione

Gli Operatori Socio Sanitari sono nati ufficialmente nel 2001 tramite l’apposito Accordo Stato-Regioni per fare da supporto e coadiuvare gli Infermieri nell’assistenza a pazienti di tutte le età. Spesso il loro ruolo viene confuso con il nostro (anche volutamente da alcune aziende sanitaria o case di cura). In tutti i casi il loro responsabile resta sempre il Professionista Infermiere che se ne avvale, come recita il Profilo Professionale ove necessario e dopo aver verificato le capacità tecniche e teoriche dell’OSS.

Nelle strutture complesse, deve vi sono ricoverati importanti dal punto di vista patologico, costretti a brevi, a medie o a lunghe mobilizzazioni, l’apporto degli Operatori Socio Sanitari diventa indispensabile per la mobilizzazione, per l’igiene, per l’alimentazione, per la preparazione alle attività fisioterapiche e per tutte le iniziative assistenziali in planning.

Tra le attività dell’OSS vi sono la promozione del confort e la sicurezza del paziente a letto, che se fatti bene garantiscono il giusto benessere all’assistito.

Ma andiamo con ordine e iniziamo dalla base.

Per prima cosa l’OSS deve occuparsi, su mandato e in stretta intesa con l’Infermiere (in autonomia solo se è realmente competente o se le esigenze di reparto o la complessità assistenziale lo richiedono), di garantire una corretta igiene del paziente e segnalare tempestivamente eventuali anomalie riscontrate a livello tissutale.

Nel caso in cui fosse necessaria una mobilizzazione occorrerà valutare con l’Infermiere quale tecnica e quale presidio utilizzare:

    1. tecniche di postura ad una – due – tre persone;
    2. cinture di sollevamento;
    3. sollevatori meccanici;
    4. cuscini;
    5. presidi anti-decubito e anti-trauma.

Tutto ciò garantendo sia il comfort, sia la sicurezza dell’assistito e degli operatori. In ogni caso l’OSS non deve mettere in pericolo nessuno, nemmeno sé stesso.

Le principali linee guida internazionali sulla meccanica del corpo stabiliscono che occorre:

  1. Pianificare i movimenti o i trasferimenti con mola attenzione, tenendo conto degli spazi liberi reali e di eventuali ostacoli (ecco perché occorre verificare se l’OSS conosce perfettamente le tecniche assistenziali ed è cosciente di quello che fa);
  2. Per carichi che pesano più di 23 Kg occorre farsi aiutare o utilizzare specifiche apparecchiature;
  3. Chiedere al paziente, là dove possibile, di aiutarvi nell’intervento di mobilizzazione;
  4. Non fare tutto da soli per evitare danni a sé e agli altri;
  5. Usale le ginocchia e le braccia per creare le giuste leve di sollevamento;
  6. Sistemare l’area di lavoro in modo da tenerla vicina al corpo;
  7. Abbassare le spondine del letto o eliminare i tavolini per evitare traumi e lesioni accidentali;
  8. Alzare fino alla vita il letto elettrico o manuale;
  9. Utilizzare un corretto allineamento del corpo facendo attenzione a stare vicini all’oggetto o alla persona da sollevare;
  10. Fare attenzione ai movimenti bruschi che possono farvi perdere l’equilibrio;
  11. Prepararsi al movimento con la giusta contrazione dei glutei;
  12. Guardare sempre davanti a sé ed evitare di lavorare contro-gravità;
  13. Allargare la base di appoggio spostando spostando il piede anteriore in avanti quando dovete spingere un oggetto; in caso occorre spingere un oggetto, invece, riportare indietro la gamba;
  14. Utilizzare il proprio peso corporeo per creare la giusta spinta e la giusta rotazione corporea, inclinando all’occorrenza il corpo in avanti o indietro.


In tutti i casi occorre prevenire i danni alla schiena e ciò vale sia per gli OSS che per gli Infermieri.

Sono da evitare due movimenti specifici:

    • torsione della colonna toraco-lombare (rotazione);
    • flessione acuta della schiena con anche e ginocchia dritte.

Come si possono prevenire danni alla schiena?

Per evitare la sua torsione involontaria si può mantenere un angolo retto e fronteggiare la direzione del movimento. Basta tirare, spingere, far scivolare o muovere l’oggetto direttamente vicino o lontano dal centro di gravità. La stessa cosa vale per la mobilizzazione delle persone: con un loro aiutino o con l’aiuto di altro personale si posso evitare traumi non voluti, per i quali poi è difficile rimediare. I danni alla schiena, infatti, restano per lungo tempo e spesso non guariscono mai.

Dopo l’igiene e prima di mobilizzare nuovamente il paziente per posizionarlo in carrozzina occorre stare attenti e controllare che:

    1. il letto sia asciutto e pulito;
    2. il materasso sia compatto, ovvero abbia una superficie piana utile a fornire il giusto supporto alle curvature naturali del corpo dell’assistito;
    3. gli arti del paziente siano liberi di muoversi e che non battano contro ostacoli;
    4. ci siano i giusti supporti di appoggio e anti-decubito;
    5. evitare di posturare l’assistito accentuando la pressione su prominenze ossee, lesioni o ferite traumatiche o chirurgiche, drenaggi, Peg, sondini, cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, cateteri venosi periferici ed altro.

E non è tutto, oltre alle alzate e al riposizionamento a letto va previsto anche un Piano Sistematico delle Posizioni (per le 24 ore). Per esempio: quante ore il paziente può restare seduto in carrozzina o in poltrona? Quante ora può rimanere in postura supina o supino-laterale oppure prona? Tutto va programmato per evitare lesioni e disagi.

Insegnare all’Operatore Socio Sanitario (e verificarne la padronanza) le tecniche di mobilizzazione e postura evita tantissimi problemi e spesso denunce inutili, oltre che danni a chi è indifeso ed ha bisogno delle nostre cure.

Ecco alcuni consigli per l’OSS:

  • posizionare il paziente in semi-Fowler o Fowler bassa (15-45°);
  • posizionarlo in Fowler (45-60°);
  • per migliorare l’allineamento del corpo e il comfort del paziente ricordarsi in ogni caso (semi-Fowler, Fowler o Fowler basso) di posizionare un cuscino sotto la parte bassa della schiena, al fine si supportare l’area lombare, prevenendo la flessione posteriore della curvatura lombare;
  • per prevenire l’ipertensione del collo posizionare un cuscino sotto la testa (non deve essere troppo grande per evitare contratture da flessione protratta del collo);
  • posizionare cuscino sotto l’avambraccio;
  • posizionare cuscino sotto le cosce tenendo liberi i talloni;
  • posizionare all’altezza del trocantere un cuscino o un “rotolo” realizzato con federe o lenzuola per evitare la rotazione esterna della anche;
  • all’altezza delle palme dei piedi posizionare una pedana che garantisca la giusta inclinazione dei stessi ed eviti lo scivolamento e la frizione (dipende anche dallo stato del paziente).

Identici suggerimenti sono indicati per la posizione laterale del paziente, il cui comfort e la cui sicurezza possono essere favoriti attraverso l’utilizzo dei giusti presidi:

  • per prima cosa un materasso anti-decubito (occorrerebbe valutare con l’Infermiere l’Indice di Braden);
  • una pedana;
  • un rotolo per il trocantere, per la mano e per il gomito;
  • un cuscino per abduzione (utile per evitare lussazioni dell’anca);
  • stivaletti o valve imbottite per il corretto posizionamento e la giusta protezione del piede.

Da tener presente che ogni paziente è assestante e che spesso le patologie sono simili ma non uguali. Per cui prima di fare qualsiasi manovra bisogna valutare le condizioni reali del paziente. Un grosso aiuto può essere dato dall’osservazione, dalla lettura della sua cartella clinica e dalla partecipazione ai briefing tra OSS e Infermieri. È questo un momento utilissimo per farsi un’idea sull’assistito che abbiamo di fronte.

E se proprio non ve la sentite non mobilizzate alcun paziente da soli, ma attendete l’arrivo dei colleghi e degli Infermieri.

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