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Operatori Socio Sanitari: "siamo già protagonisti di un cambiamento"

di Angelo

OSS

L'Oss, si è detto nel corso dell'appuntamento convegnistico ad Arezzo, non è una figura di supporto ma è un operatore che collabora con l'infermiere, l'ostetrica, l'assistente sociale ed altri (anche in autonomia per il raggiungimento degli obiettivi di salute).

AREZZO. Nell'ambito della decima edizione del Forum Risk Menagement in Sanità si è tenuto il Convegno "OSS PROTAGONISTI NEL SISTEMA SANITARIO" al quale sono interventi una serie di relatori. È stato un momento d' incontro molto costruttivo ed interessante per approfondire il ruolo sempre più importante che ricoprono gliOoss all'interno del sistema sanitario tanto da definirli "PROTAGONISTI".
L'appuntamento del 26 novembre scorso al 10° Forum Risk Management in Sanità è stata un’occasione per approfondire il ruolo sempre più importante che ricoprono gli Operatori Socio Sanitari all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.

L’OSS è un operatore socio sanitario preposto al soddisfacimento dei bisogni primari e quindi fondamentali di salute degli utenti in diversi contesti.

L' assistenza è il servizio alla persona e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari, di natura tecnica, relazionale ed educativa. La responsabilità dell' OSS, per quanto di sua competenza, consiste nel prendersi cura della persona, nel rispetto del suo ambiente di vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo. l'Operatore Socio Sanitario è dunque tenuto all’ assunzione di un comportamento eticamente responsabile.
Anche l' OSS riconosce la salute come bene fondamentale dell' individuo e della collettività e contribuisce a tutelarla con attività di prevenzione, cura e interventi di riabilitazione, per quanto di sua competenza.

Si prende “cura” di persone che vivono in una condizione di disagio sociale o che hanno problemi di malattia: anziani con problemi cronici di salute, bambini e ragazzi problematici, persone disabili, adulti in difficoltà o con problemi psichiatrici, degenti in varie tipologie di unità operative sanitarie e in ospedale. L’ OSS aiuta l’ utente non autosufficiente a soddisfare i bisogni primari di salute, come vestirsi, mangiare, muoversi, nella relazione di aiuto, nel recupero e nella valorizzazione delle risorse residue dell’autonomia dell’individuo. Tali interventi per il soddisfacimento dei bisogni di benessere richiedono formazione e capacità per essere realizzati con coscienza e responsabilità.

L’Infermiere (D.M. 14 settembre 1994, n. 739)   e' l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale e' responsabile dell'assistenza generale infermieristica…….  per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto;

per quanto recita art. di cui sopra, le competenze e la professionalità degli OSS sono necessariamente soggette a costanti aggiornamenti, soprattutto sul piano psicologico e relazionale, ma anche tecnico e sanitario.

Al Forum quindi si è voluto sottolineare, nella condivisione degli interventi dei vari relatori, che l’Operatore Socio Sanitario rappresenta un opportunità per la professione infermieristica!!!, nella realizzazione e nell’erogazione dell’assistenza, laddove però, ci siano le giuste condizioni quali modelli organizzativi, pianificazione dell’assistenza individuale, ambiti di competenza e responsabilità delle professionalità coinvolte, strumenti operativi e informativi, sistema di valori che garantiscono il rispetto della dignità della persona. Si è guardato alle figure OSS come fondamentali nel lavoro di equipe, sostenendo che la loro crescita è necessaria affinché davvero concetti di autonomia professionale diventino finalmente concreti

E’ urgente quindi rivedere il profilo, il ruolo, la formazione e le competenze. Rivalutando la professione con l’inserimento dell’OSS nell’area socio sanitario, esponendo quanto l’OSS è sempre messo in disparte su qualsiasi norma e disposizioni contrattuali, necessaria dunque l’applicabilità del documento del 4 luglio 2012. Al Forum è emerso che occorre al più presto una standardizzazione sul territorio nazionale della formazione proponendo due anni di studio in istituti statali e non attraverso enti privati, per equipararsi a livello europeo, ed avere il riconoscimento del titolo spendibile anche in Europa.

Altra condizione necessaria è il riconoscimento della piena autonomia professionale e definire ruoli chiari nel lavoro d’equipe. E dunque l’ottenimento del ruolo sanitario.

Il dottor Saverio Proia rappresentante del Ministero della Salute ha dimostrato la volontà da parte del Governo di inserire nel contratto l’area socio sanitaria per l’OSS. ART. 3 del decreto legislativo n°502 del 1992.

E’ stato un evento importante e proficuo soprattutto perché sancisce la consapevolezza e l’unione della dignità professionale.

E.C. Forte e M. Calabretto

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