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Operatori Socio Sanitari

Foggia, maltrattamenti in Rsa: 4 Oss arrestati

di Redazione Roma

Maltrattamenti e violenze sessuali nei confronti di alcuni pazienti ricoverati in una residenza sanitaria di Manfredonia. A scoprirli la polizia di Foggia, che ha eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari per quattro operatori socio sanitari, subito sospesi. Per il gip, gli indagati hanno posto in essere una serie di condotte prevaricatrici e inutilmente punitive ispirate a mera volontà denigratoria, ovvero a un irrazionale intento di ricondurre a contegni di autocontrollo e disciplina soggetti del tutto incapaci a causa del loro stato fisico e mentale.

Il video dei maltrattamenti degli OSS sugli anziani a Manfredonia

Avrebbero potuto essere i loro zii o nonni. Eppure i quattro Oss in servizio presso una Rsa di Manfredonia (Foggia) – raggiunti poche ore fa da un’ordinanza di custodia cautelate agli arresti domiciliari – non hanno avuto alcuna remora nei confronti di quattordici ospiti della struttura, di età compresa tra 64 e 99 anni, portando avanti più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, umiliandoli e percuotendoli sistematicamente con crudeltà, adoperando sevizie e approfittando della loro età avanzata e delle documentate patologie che ne ostacolavano la privata difesa, in occasione di svolgimento del proprio servizio si operatori socio sanitari e abusando delle relazioni derivanti dalla prestazione della loro opera.

Dunque, i quattro operatori socio sanitari avrebbero sistematicamente maltrattato gli anziani pazienti degenti. È quanto si legge all’interno dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali firmata dal gip Roberta Di Maria.

Come detto, le violenze sarebbero state perpetrate ai danni di quattordici ospiti della residenza sanitaria (di cui nel frattempo due sono deceduti), tutti con difficoltà motorie, cecità, forme di demenza, morbo di Alzheimer e varie forme di disabilità. L’indagine è partita a seguito di una lettera anonima, giunta alla polizia, contenente anche una chiavetta Usb con all’interno un file audio video sul quale erano state registrate le urla strazianti di un’anziana donna. Gli investigatori hanno quindi installato all’interno della struttura alcune cimici e telecamere nascoste. Inconsapevoli di essere intercettati, gli Oss coinvolti hanno continuato ad agire malevolmente.

Agli arresti domiciliari sono finiti M.P. (classe 1997), M.S. (1985), D.N. (1991), A.V. (1980). Su quest’ultimo Oss pende anche l’ancor più odiosa accusa di aver costretto un paziente e una paziente a subire gravi atti sessuali. E ancora, l’ordinanza riporta ancora elementi agghiaccianti su A.V., in servizio da poche settimane all’interno della Rsa pugliese, che ha posto con frequenza quasi quotidiani atti di umiliazione e violenza fisica e psichica ai danni di quattro degenti, due donne e due uomini.

Mentre su M.P. emerge che è soggetto tendenzialmente incline a percuotere e umiliare i pazienti senza alcun motivo e talvolta si sposta dal reparto in cui opera per recarsi nell’altro reparto, dove sono sistemati i pazienti più fragili, al solo fine di infastidirli e vessarli. Egli pone in essere la condotta maltrattante sia da solo che in concorso con A.V., con il quale ha una evidente complicità. I due, infatti, si intendono sul modo di trattare i degenti e su quella che definiscono la “terapia” da somministrare loro. Entrambi si sarebbero scambiati anche foto e messaggi e foto.

E ancora, focus su M.S. che ha posto in essere reiterate condotte vessatorie e umilianti, sia sul piano fisico che morale, nei confronti di pazienti, anche difficili, affidati alle sue cure. Egli, con sistematicità, crudeltà e totale spregio delle regole che sovraintendono la sua funzione, ha posto in essere condotte crudeli e denigranti nei confronti di soggetti deboli e incapaci di potersi difendere.

Infine, scrive il giudice per le indagini preliminari – nella cui ordinanza figura un quinto indagato, ma nei suoi confronti non sarebbero state trovate prove a sufficienza – D.N., che non si è reso solo connivente delle condotte maltrattanti poste in essere dai suoi colleghi, ma si è reso parte attiva delle stesse. Sia personalmente, che lavorando a stretto contatto con gli altri indagati, con M.S., ha agito nella piena consapevolezza di sottoporre i degenti a una situazione di umiliazione e sopraffazione. Egli ha più volte assistito, senza intervenire, se non addirittura materialmente partecipato, alle condotte maltrattanti tese a sbeffeggiare, denigrare e ledere gli anziani degenti della struttura.

Maltrattamenti in Rsa a non finire. Se non bastasse tutto questo, infatti, i quattro Oss indagati (subito sospesi, come ha riferito il legale rappresentante della Rsa, che si dichiara a propria volta danneggiata dalle condotte dei dipendenti), singolarmente oppure in concorso tra loro, con cadenza praticamente quotidiana, rivolgevano ai degenti una serie di frasi ingiuriose, minacciose e umilianti: Ti ammazzo, ti butto giù, bufalo, panzona, storpia, stroppiata e via così. Imitavano i lamenti oppure si rivolgevano alle vittime con frasi e toni canzonatori. E ancora, gli ospiti venivano spinti, colpiti con oggetti, percossi con cinture, asciugamani o con il soffione della doccia, provocando loro lesioni personali. Un orrore senza fine.

Il gip scrive poi che gli indagati hanno premuto sul loro volto cuscini, lenzuola o indumenti, li hanno sottoposto a manovre contenitive o manipolatorie irruente e brusche, hanno sputato loro addosso e, in generale, li hanno sottoposto ad una serie di sistematiche angherie provocando loro considerevoli sofferenze fisiche e morali. Con le aggravanti di aver adoperato sevizie e agito con crudeltà, di aver approfittato di circostanze di persona tali da minorarne la privata difesa; di aver abusato delle relazioni di prestazione d’opera; di aver commesso il fatto in danno di persone ricoverate presso strutture sociosanitarie, nonché in danno di persone affette da disabilità.

Giornalista

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