Maltrattamenti e violenze, anche sessuali, ai danni di chi era incapace o impossibilitato a difendersi perché in condizioni di inferiorità fisica o psichica. È accaduto a Foggia, dove i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza a carico di 30 persone. Si tratta di infermieri, operatori socio sanitari, educatori professionali e ausiliari. Tutti sono accusati, a vario titolo, di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale.
Violenze e abusi su pazienti psichiatrici: arrestati infermieri e Oss
Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale e dai militari del Nas, nell'ambito dell'operazione denominata "New life" coordinata dalla procura foggiana, sono iniziate la scorsa estate. I materiali audio-video analizzati restituivano un quadro storico-fattuale a tinte fosche, inquietante, denso di degradazione e accompagnato da un disprezzo per la dignità dei pazienti ricoverati
.
È un passaggio dell'ordinanza firmata dalla Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia, Marialuisa Bencivenga, che definisce agghiacciante
il reiterarsi di abusi subiti dai pazienti della struttura socio-sanitaria riabilitativa "Don Uva" di Foggia, dove i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Foggia e i colleghi del Nas hanno eseguito trenta provvedimenti cautelari.
Colpiti da misure cautelari infermieri, Oss, educatori professionali e ausiliari, sette dei quali finiti in carcere, otto ai domiciliari, 13 raggiunti da divieto di dimora e divieto di avvicinamento alle vittime e due da divieti di dimora.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, due episodi di violenza sessuale, 19 casi di maltrattamenti, 13 sequestri di persona e un episodio di favoreggiamento personale riferito al tentativo di alcuni di cercare microspie e telecamere installate nella clinica. Quasi tutti i reati sono aggravati anche dall'essere stati compiuti ai danni di persone (25 in tutto, di cui 6 uomini e 19 donne) gravemente disabili, dall'aver agito con crudeltà e approfittando dello stato di minorata difesa delle vittime.
Secondo quanto emerso, gli indagati avrebbero rinchiuso i pazienti nelle stanze, legandoli a letti e sedie con delle lenzuola. Le vittime - tutte affette da gravissime forme di incapacità psichica e particolarmente vulnerabili
, si legge nell'ordinanza - sarebbero state umiliate, picchiate, minacciate e offese. Dalle intercettazioni ambientali sono emerse con indubitabile chiarezza - evidenzia la Gip - una molteplicità di angherie, vessazioni, sopraffazioni fisiche e psichiche, le quali consentivano di rilevare la commissione di maltrattamenti
.
Si tratta di reiterati e continui episodi di percosse, minacce, ingiurie, sequestri di persona, molestie sessuali
che avvenivano sulle degenti quasi con cadenza quotidiana
, determinando significative sofferenze fisiche e morali
. Le vittime venivano afferrate per il corpo o scosse per i capelli
e poi trascinate per i corridoi, apostrofate con un linguaggio truce e offensivo diretto a umiliare e deprimere le persone ricoverate nel reparto, anche imitandone i lamenti
.
Tra le esternazioni di espressioni ingiuriose, offensive, minacciose e pregiudizievoli
appuntate dalla Gip ci sono frasi come io ti sparo
, vattene da qua sennò ti infilo il coltello dentro la gola
e vuoi vedere che ti spacco la mazza in testa? Vattene da qua prima che ti uccido!
. Le umiliazioni registrate nell'ordinanza colpiscono la dignità morale delle pazienti, mediante mancata ottemperanza alle procedure di lavaggio corporale e sostituzione degli indumenti intimi
.
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