A sostenerlo nel convegno, organizzato dall'Associazione di diritto infermieristico, dedicato all'analisi di quanto successo ai 73 infermieri condannati perché non iscritti all'Ipasvi
I 73 infermieri Modenesi sono stati condannati per abuso di professione con un decreto – inaudita altera parte – senza quindi la possibilità di essere ascoltati, con una multa di 250 € notificata dal GIP direttamente alla residenza senza che loro sapessero nulla di quanto stesse accadendo.
Solo dopo la ricezione della notifica è possibile impugnare il decreto, sicuramente vinceranno – afferma Di Fresco – in quanto l'articolo 348 del codice penale, punisce esclusivamente la persona che non possiede il titolo scolastico per esercitare la professione di infermiere.
Se la legge 43/2006 dovesse risultare precettiva, e quindi anche i dipendenti pubblici e privati dovessero essere obbligati ad iscriversi al collegio, si applicherà una nuova giurisprudenza – continua Di Fresco – che obbliga il datore di lavoro a pagare la quota d'iscrizione.
L'infermiere svolge la professione in regime di esclusività a favore del datore di lavoro, a stabilirlo è stata proprio pochi giorni fa la cassazione – conclude Di Fresco – ogni spesa per l'esercizio della professione dev'essere sostenuta dalla parte datoriale.
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