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Infermieri Liberi Professionisti: raduno sul Lago di Como

di Angelo

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La Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, in collaborazione con l'Ente previdenziale IPASVI, ha fatto il punto sul settore in quel di Como.

COMO. Gli Infermieri Liberi Professionisti d'Italia si sono incontrati oggi a Como nell'ambito della IV Giornata Nazionale della categoria, come noto organizzata dalla Federazione IPASVI in collaborazione con l'Ente previdenziale ENPAPI.

Ad introdurre i lavori, davanti a 250 presenti, è stata la presidente nazionale IPASVI, Barbara Mangiacavalli, che ha ricordato come sia opportuno oggi dare sempre più spazio alla libera professione, ovvero a quei colleghi che tutti i giorni si rimettono in gioco e si formano per continuare a restare competitivi in un mercato del lavoro sempre più selettivo. Il sistema di accreditamento è una occasione che gli Infermieri Liberi Professionisti possono "sfruttare". Le polemiche sollevate dal presidente Ipasvi di Pisa rispetto all'abolizione dell'art. 49 del Codice Deontologico o da una associazione di Infermieristica legale e forense rispetto alla non necessità di iscriversi ai Collegi lasciano il tempo che trova e le nuove normative europee chiariscono che la Legge 43/2006 (che doveva dar vita all'Ordine degli Infermieri) viene di fatto ratificata, per cui stabiliscono che è necessario essere iscritti all'Albo degli Infermieri e di conseguenza all'Ipasvi per operare non solo in Italia ma anche nel resto della UE. Per cui le organizzazioni che continuano a dire il contrario vendono fumo e fanno solo propaganda, ingannando i colleghi. Abbiamo avanti delle praterie, sul fronte della libera professione. Vale la pena di investire energie e sperimentare modelli organizzativi innovativi per essere all'avanguardia in questo settore, specie in un contesto critico come quello degli ultimi anni, contrassegnato dalla contrazione della spesa sanitaria privata dei cittadini.

Oreste Ronchetti, presidente dell'Ipasvi di Como, ha ringraziato tutti i partecipanti e la Federazione Nazionale per aver voluto organizzare l'evento nel Comasco.

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Nel pubblico molti dirigenti Ipasvi, dirigenti ed infermieri liberi professionisti.

Continua la ferrea intesa tra i presidenti Mangiacavalli (IPASVI) e Mario Schiavon (ENPAPI) a favore della professione infermieristica e nello specifico per i colleghi che operano in regime di P. IVA.

Durante la IV Giornata della Libera Professione Infermieristica sono state:

- approfondite e analizzate la regolamentazione intra ed extra professionale inerente il settore e le possibili prospettive di sviluppo per la professione infermieristica;

- analizzato il mercato del lavoro e l’impatto sulla libera professione infermieristica; presentare lo stato dell’arte dell’area previdenziale infermieristica;

- analizzato l’impatto sull’ambito libero professionale infermieristico delle Direttive europee in merito alle qualifiche professionali e il sistema di informazione del mercato interno;

- presentato lo strumento dell’accreditamento professionale per la libera professione infermieristica a favore di uno sviluppo sul territorio nazionale.


Ricco di contenuti e di interventi il programma della manifestazione che oltre ai liberi professionisti ha visto partecipare anche alcuni studenti e dirigenti dell'IPASVI provenienti da tutta.

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La sala dello Sheraton Lake Hotel di Como coma di partecipanti. L'organizzazione tuttavia si aspettava un intervento più massiccio, ma probabilmente la distanza della location ha influito sui numeri.

Dopo la presentazione della Mangiacavalli si è passati alla relazione di Angelo Pandolfo, professore ordinario Diritto del lavoro e della previdenza sociale presso l'Università "La Sapienza" di Roma, che si è intrattenuto su "La normativa per la libera professione infermieristica: attualità, prospettive e percorsi": "il lavorare dentro una organizzazione predisposta o in una organizzazione propria fa si che l'Infermiere Libero Professionista sia un operatore autonomo, un essere pensante, una impresa; anche un L.P. che lavora completamente in autonomia deve essere inteso come un'azienda; l'imprenditore può lavorare da solo, avere dei dipendenti o operare in maniera consociativa; la sostanza non cambia è sempre e comunque un impresario; il mestiere dell'Infermiere Libero Professionista è per vari aspetti diverso da quello svolto dai colleghi che per esempio lavorano in un grande ospedale; ha una marcia in più, ha bisogno di formazione continua ed è spesso molto più preparato nel campo dell'assistenza e del lavoro; le Università peccano in questo campo perché hanno troppo una visione ospedale-centrica della formazione e dovrebbero, al contrario, insegnare a diventare imprenditori prima di se stessi e poi al servizio degli altri; a mio avviso la formula dello studio associato è particolarmente congeniale all'Infermiere in regime di libera professione; rispetto all'obbligo di essere iscritti all'Ipasvi per operare non solo è disciplinata dalla Legge 43 del 2006 ma da tutte le recenti direttive dell'UE; per cui si è professionisti se si appartiene ad un gruppo professionale ben definito e dotato di regole precise, tangibili e validabili".

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L'intervento di Annalisa Silvestro.

La parte politica dell'evento formativo-informativo è stata tenuta dalla sen. Annalisa Silvestro, già presidente nazionale degli Infermieri ed attuale membro del consiglio nazionale Ipasvi. La senatrice del Partito Democratico si è dilungata su "L’impatto delle direttive europee 2011/24/UE e 2013/55/UE sull’esercizio libero professionale infermieristico in Italia" (gli Infermieri d'Europa devono essere in grado di fornire lo stesso livello assistenziale nei diversi paesi membri; la tessera professionale e il libero transito dei professionisti tra i paesi d'Europa ha convinto la politica a legiferare in materia; la norma prevede anche la legittima e corretta concorrenza). Si sta ragionando sul disegno di Legge sulla libera concorrenza che potrebbe impattare sulle forme di Libera Professione in campo infermieristico e persino nel settore degli studi associati, per cui occorre stare attenti a quello che accadrà. Le normative europee danno impatti indiretti all'esercizio libero-professionale. Il Parlamento, inoltre, sta per approvare il DDL Gelli che introduce un livello nuovo e differente di responsabilità professionale. Anche la futura Legge in questione potrebbe impattare su quello che sarà il futuro degli Infermieri con P.IVA. L'Europa ha chiarito che l'Infermiere è il professionista responsabile dell'assistenza infermieristica. Inoltre, ha enunciato che in tutti i paesi membri devono essere chiare le prestazioni offerte, la verifica delle stesse e la verifica soprattutto delle tariffe. Questo ultimo aspetto è molto importante, perché chi si cura in Italia può chiedere poi il rimborso al proprio Stato d'origine. Per cui occorre stare attenti. E non è tutto l'Italia con questa direttiva si impegna a fornire i dati dei professionisti della salute, nel nostro caso sarà l'Ipasvi a comunicarli, in modo che siano fruibili in tutti gli stati europei. La stessa cosa vale per l'Italia che può e deve avere notizie certe e certificate sui professionisti in stati esteri. Per finire, il professionista deve dotarsi di un sistema di valutazione degli esiti della sua attività. Ogni singolo professionista che da uno stato estero europeo deve essere iscritto all'IPASVI, come pure i nostri devono iscriversi alle organizzazione estere detentrici di Albi ed elenchi di professionisti.

Sulla stessa scia si è espresso Enzo De Fusco, consulente del lavoro, che si è soffermato su "Il mercato del lavoro per la libera professione infermieristica: attualità, prospettive e percorsi".

Molto seguita anche la relazione di Adalberto Casisasca, dottore commercialista consulente della FNC Ipasvi, che nel suo lungo discorso esplicativo si è focalizzato sui "Regimi contabili e studi di settore per i liberi professionisti", una novità molto importante che molti colleghi e persino molti consulenti purtroppo non prendono giustamente in considerazione. Introdotto il regime fortettario che può essere un beneficio per la libera professione, ma occorre stare attenti agli studi di settore e nell'affidarsi a commercialisti non preparati. Il reddito dell'Infermiere L.P. va inserito nel lavoro autonomo (categoria di reddito), al di là se si lavora in autonomi o in associazione con altri colleghi.

Applaudito l'intervento dell'Enpapi. Assente Mario Schiavon, per motivi di salute; è intervenuta al suo posto la vice-presidente dell'Ente, Giovanna Bertoglio, che si è intrattenuta sui dati della struttura, tra andamento e prospettive future. I liberi professionisti iscritti alla cassa previdenziale sono circa 70.000, con prevalente provenienza dalla Lombardia. Occorre lavorare sulle Università per formare infermieri preparati sulla libera professione. È necessario che prima di firmare un contratto sappiamo quello che sigliamo e soprattutto se il colpenso che ci propongono rispetta le norme o meno. Occorre combattere la concorrenza sleale e il lavoro nero. L'Enpapi è in prima linea per tutte queste criticità. Dello stesso avviso il direttore generale Enpapi, Fabio Fioretto.

La sessione pomeridiana, introdotta da Maria Adele Schirru (vice-presidente nazionale Ipasvi) e Beatrice Mazzoleni (segretaria nazionale Ipasvi) ha visto protagonisti vari esperti del settore, che si sono soffermati sui metodi, gli strumenti e le applicazioni.

La relazione di Mariangela Castagnoli, infermiera libero-professionista, ha acceso la platea parlando de "L’accreditamento e la certificazione professionale: perché il tema assume importanza".

Per finire e prima dell'apertura del dibattito Luigi Abate, altro infermiere libero-professionista, ha concluso i lavori relazionando su "Gli impegni assunti e i risultati: Il manuale di accreditamento dei professionisti".

In chiusura dei lavori l'organizzazione ha dato appuntamento al prossimo anno e ha invitato i presenti a sentirsi sempre più partecipi di una Ipasvi che cerca di essere vicina ai problemi degli Infermieri, al di là se questi lavorano nel pubblico, nel privato o in regime di Libera Professione.

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