E se ci rendessimo improvvisamente conto di essere tutti Infermieri Italiani?
MATERA. Non passa giorno senza che una nuova polemica investa la nostra categoria, e come se non bastassero gli attacchi da parte di altri professionisti (o semplici operatori), una situazione un po' paradossale vede contrapporsi i "vecchi" infermieri (non laureati) ai colleghi in possesso del titolo accademico.
Non di rado, e soprattutto nei vari gruppi infermieristici presenti all'interno dei social network, si assiste ad inutili prese di posizione da parte dei colleghi laureati nei confronti dei colleghi non laureati, derivanti il più delle volte da diverse opinioni riguardo gli aspetti dell'assistenza infermieristica (e non solo).
Vale la pena sottolineare che nè gli uni nè tantomeno gli altri sono colpevoli per questa strana situazione formativa in cui gli infermieri Italiani si ritrovano, situazione unica se paragonata al resto dell'Europa; basti pensare infatti che un qualunque collega in possesso del vecchio diploma universitario, può tranquillamente accedere ai master di I livello che solitamente per quanto riguarda le altre professioni, sono riservati esclusivamente ai laureati, ma in passato qualcuno ha optato per l'equipollenza dei titoli tra vecchi e nuovi infermieri, generando più caos che chiarezza.
Va detto che non è colpa dei giovani o dei vecchi infermieri se oggi esiste una laurea che in precedenza non esisteva, ma occorre che tutti facciano "un passo indietro" smettendo di attaccarsi a vicenda per questioni futili che non portano ad alcuna crescita professionale.
Sovente i non laureati accusano i laureati di sentirsi dei "mini medici", e forse l'accusa sarebbe anche fondata, ma non è colpa dei dottori in infermieristica se all'università la quasi totalità dei docenti è composta appunto da medici anzichè da infermieri, e ciò può sicuramente indurre i nuovi colleghi ad avere un approccio diverso rispetto all'assistenza infermieristica intesa in senso stretto.
Dall'altra parte, i gli infermieri laureati accusano i loro colleghi più anziani di avere una visione ormai obsoleta della professione infermieristica, legata forse troppo ad una visione religiosa dell'assistenza, (per alcuni la nostra è ancora una missione...), probabilmente a causa della formazione ricevuta da parte di suore che negli anni addietro detenevano il monopolio della formazione per gli infermieri o forse causata dall'atteggiamento della categoria dei medici, che ai tempi del mansionario (in un passato abbastanza recente quindi), vedevano gli infermieri come loro sottoposti e quindi capitava spesso che "approfittassero" dei nostri colleghi per compiti che nulla avevano a che fare con l'assistenza infermieristica (come portar loro il caffè, le cartelle, spingere il carrello durante la visita e la lista sarebbe lunghissima).
Ed ecco quindi che spesso ci si ritrova a discutere sulle competenze, ad esempio sulla necessità di eseguire il (tanto odiato e dibattuto) giro letti, l'igiene del paziente e cosi via, e purtroppo spessissimo la discussione finisce in una vera e propria "rissa verbale" che non fa altro che disgregare ulteriormente gli appartenenti alla categoria.
I tempi sono cambiati, e le rivendicazioni dei nuovi infermieri, se veramente attuate, gioverebbero a tutta la categoria, quindi anche a quei colleghi ancora forse troppo legati al mansionario. D'altro canto, val bene la pena di ricordare ai nuovi infermieri che tutti loro devono molto ai colleghi non laureati, che troppo spesso vengono definiti in maniera poco elegante "praticoni", ma senza i quali la professione non si troverebbe oggi a vivere questo momento di evoluzione: vale la pena tenere presente che durante il tirocinio svolto negli anni dell'università, i veri "maestri", quelli che insegnano a reperire gli accessi venosi più difficili, quelli che eseguono medicazioni eccellenti, quelli che sanno spiegare per filo e per segno come eseguire le manovre infermieristiche più disparate, sono il più delle volte quei colleghi che non hanno una laurea, ma che possiedono un bagaglio di lavorativo e di esperienza immenso.
Sarebbe forse il caso di riflettere sull'inutilità di certe prese di posizione ponendovi fine, venendosi incontro gli uni con gli altri per dare il via a quell'unione che tanto manca alla nostra categoria, ricordando sempre che il "divide et impera" gioverà sempre a qualcun'altro, quel "qualcun altro" a cui forse fa comodo che l'infermieristica italiana resti in una condizione di perenne standby, affinchè argomenti come l' istituzione di un Ordine professionale o le competenze avanzate, continuino a restare solo sulla carta in modo da poterle tirare fuori solo quando può tornare utile (sempre a "qualcun altro", ovviamente).
A buon intenditor......
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